Self culture. Sé digitale, vita onlife e futuri sociali

Pasquale Gallo, Teresa Iona

Il Digital Age (Benanti, 2020) è una nuova epoca per la storia dell’umanità. Cambiano le modalità dello stare al mondo in funzione della presenza di dispositivi, sempre più all’avanguardia, che sembrano quasi governare l’agire dell’uomo post-moderno. Anche l’identità subisce notevoli mutamenti, se non adeguatamente supportata da azioni educative consapevoli e solide. Basti pensare all’iperconnessione e ai fenomeni di utilizzo distorto delle nuove tecnologie digitali che conducono a fenomeni di sexting, hate speeching, cyberbullismo o al dilagante problema degli hikikomori. La rivoluzione digitale (Elliott, 2021) è direttamente legata al funzionamento dell’identità che, spesso, online si trasforma e subisce irrimediabili mutamenti. La selfie culture sembra aver preso il posto della self culture, ossia della incessante necessità, tipicamente umana, di strutturare la cultura di sé online e onlife. Passare dalla selfie alla self culture significa attraversare il complesso universo della consapevolezza emotiva, percorso da strutturare in ambito educativo — formale, non formale e informale — per garantire la costruzione di una solida identità, anche virtuale, nella prospettiva del lifelong learning e del lifewide learning. Un’attenta progettazione, pedagogica e andragogica, può certamente favorire forme di orientamento per alfabetizzare all’uso consapevole del digitale come nuovo senso dell’esistenza umana.

DOI 
10.14605/CSE212506

Keywords
Identità, self culture, emozioni, ulteriorità, futuri sociali

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