Economia positiva a San Patrignano: tra dinamismo etico-sociale verso il futuro e operazioni di marketing – Interrogativi per l’educazione

Roberto Albarea

Le riflessioni di questo contributo prendono spunto dalla partecipazione al convegno internazionale sull’Economia Positiva presso la Comunità di San Patrignano (Rimini). Non può esserci infatti un’uscita di sicurezza dal pianeta se non ci si incammina verso un cambiamento decisivo di rotta: e l’economia positiva può essere uno degli strumenti che permettono questo cambiamento, secondo la visione del radar in opposizione a quello della lente. In tale contesto, le imprese sociali giocano un ruolo importante e hanno un impatto sociale ed economico positivo, nel senso di porsi nella prospettiva di facilitare la convivenza e la coesione sociale nelle società pluralistiche contemporanee. Il panorama dei modelli di economia positiva, non solo di pertinenza delle imprese sociali, si presenta vasto e articolato: tuttavia è emersa in tutta evidenza l’ambivalenza (o l’ambiguità) che accompagna il concetto e la dimensione della sostenibilità. Si tratta di una nuova mentalità (come afferma Jacques Attali) nel costruire il futuro o è solo un mezzo per l’Occidente di sopravvivere nel mercato globale? Ciò ha portato a formulare alcuni interrogativi sull’educazione. Povere di originalità le proposte educative del mondo imprenditoriale e scolastico occidentale che denotano anche un certo vuoto culturale in merito alle scienze umane, mentre interessanti le esperienze provenienti dal sud del mondo, sia a livello di educazione degli adulti sia a livello di educazione in età scolare. L’intervento di Umberto Giordano sull’imprenditorialità sociale ha fatto chiarezza su alcune questioni aperte e alla fine del convegno si sono delineate dieci azioni per favorire l’economia positiva in Italia, con ineludibili conseguenze sul piano educativo. La cornice interessante che è, ed è stata, l’esperienza di San Patrignano, ha permesso di distanziarsi da tutti coloro che intendono sfruttare e strumentalizzare a proprio vantaggio i temi della sostenibilità e dell’economia positiva in modo da giungere, all’opposto, a una leadership sostenibile gravida di futuro, nei settori sociali, educativi ed economici.

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