Dall’Etica della cura all’Ospitalità incondizionata

Rubens Lacerda de Sá

Al di là della proposta etica in Lévinas, Dussel, Freire e altri (Sá, 2021c), vorrei discutere l’etica heideggeriana della cura (Heidegger, 2002; 2005) e le dinamiche dell’ospitalità di Derrida (Derrida, 2003; Sá, 2020a) in coincidenza con il progetto di emancipazione sociale dei migranti (Sousa Santos, 2002). Da questa discussione nasce un invito al dialogo tra ricercatori interessati alla condizione dei migranti in fase di attraversamento (Sayad, 1998; 2000). Se è così, mi sembra fattibile che si possano fare progressi nel rifiutare l’ibridazione che porta al silenzio (Gilligan, 1982; Cusicanqui, 2021) e la cancellazione delle radici e dell’ethos dei migranti (Sá, 2016a; 2021b). Inoltre, cercherò di assicurare che l’intero dialogo di questo testo abbia un tono di denuncia dell’invisibilità del migrante e che sia stabilito in modo confinante dal Sud epistemologico, forse anche irrigato, dall’onto-epistemologia anticoloniale come opzione per lo smantellamento delle colonialità, che sostengono il mito della modernità, i suoi miraggi e la fallacia ideologica del pensée unique (Campos, 1991; Freire, 1992; Ramonet, 1995; Sousa Santos, 2021).

DOI 
10.14605/PD912301

Keywords
Etica della cura, Ospitalità, Migrazione.

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