In silenzio, davanti a una storia che emerge dai silenzi…
Mario Paolini
Un giudice, Karl Binding, e uno psichiatra, Alfred Hoche, nel 1920 pubblicarono in Germania Il permesso di annientare vite indegne di vita. Al Processo di Norimberga, nel 1946, altri giudici di fatto sancirono che le vite di centinaia di migliaia di persone disabili e malate di mente uccise durante il nazismo erano, di fatto, esistenze che valevano meno: il loro sterminio costò pochi anni di carcere a pochi tra i responsabili. A tutti gli altri non costò nulla. Qualcuno fece carriera e fu onorato come un maestro. Vi sono due tipi di silenzio possibili davanti a una vicenda così atroce: uno, da rispettare, è quello delle vittime; l’altro, complice, è quello che ognuno di noi può scegliere di alimentare o contrastare con la conoscenza, con i dubbi, con la discussione.