Sfide dell’onlife education tra Terzo settore e scuola

Martina Crescenti, Martina Lippolis, Benedetta Turco

L’articolo analizza le criticità e le potenzialità di un servizio di doposcuola multiculturale (DAD) per bambini fra gli 8 e i 13 anni con background migratorio, realizzato da un’associazione non-profit in modalità online durante la pandemia nel 2020-2021 e nella modalità onlife nel 2024, a partire dalle prospettive di volontari educatori e coordinatori dell’attività. È stata inoltre analizzata la relazione fra l’ente e le istituzioni scolastiche di provenienza dei diversi bambini rispetto al doposcuola. Durante la pandemia, il settore del non-profit è stato promotore in termini di azione e sostegno nella strutturazione di attività finalizzate all’assistenza sociopsicologica e educativa. La ricerca, di tipo esplorativo e in un’ottica comparativa, si basa su dati raccolti tramite un questionario rivolto ai volontari di DAD (2021) e mediante 4 interviste semi-strutturate ai coordinatori durante e dopo la pandemia (2024). I risultati della ricerca mostrano le potenzialità del Terzo settore nella costruzione di spazi di onlife education, caratterizzati da informalità, immediatezza e semplificazione burocratica nel rapporto fra le famiglie e le scuole, nonostante le limitate risorse economiche di cui esso spesso dispone. Elemento centrale emerso è la necessità di un riconoscimento per le attività svolte da parte della comunità educante, in primis la scuola.

DOI 
10.14605/CSE212507

Keywords
Onlife education, Terzo settore, doposcuola, inclusione, pandemia.

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