La sovra-esposizione mediatica del corpo adolescenziale

Christian Distefano

La tecnica, con il suo apparato tecnologico, rappresenta l’essenza dell’uomo, ausilio per colmare quella lacuna istintuale che caratterizza l’individuo e lo contrappone all’animale. È a partire dalla modernità, però, che assistiamo a quell’eterogenesi dei fini caratterizzata da una presenza sempre maggiore di strumenti tecnologici, volti a un crescente dominio della natura, il quale nasconde, però, la metamorfosi dell’uomo in un eremita di massa, condizionato e assoggettato a quegli stessi strumenti da lui ideati. È nell’adolescenza che tale abuso emerge con maggior forza, non solo per il tempo trascorso dai più giovani sui vari devices, ma anche per la finalità con la quale spesso vengono utilizzati: assistiamo, così, a quella sovra-esposizione del corpo adolescenziale, pubblicato sui vari social, e a quello sconfinamento nel dark-web che, se da una parte coinvolge gli adolescenti ingabbiandoli in sfide estreme e gruppi disfunzionali, dall’altra diviene la manifestazione più tangibile di un bisogno estremo di ammirazione.

DOI 
10.14605/CSE122401

Keywords
Pubblicizzazione del corpo, pedagogia dell’adolescenza, rifugio digitale, Identità Digitale Confezionata, bisogno di ammirazione.

Indietro