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Recensione

Giuseppe Elia, Prospettive di ricerca pedagogica, Bari, Progedit, 2016


Viviana De Angelis



Un testo ricco di stimoli quello di Giuseppe Elia, in cui si alternano una riflessività critica e una progettualità educativa in fieri e adattività per rispondere ad alcune delle più cogenti sfide della ricerca pedagogica: la solidità dello statuto epistemologico, la solidarietà, la famiglia, la comunicazione, l’alterità e la politica.

Un ‘opera densa e coinvolgente, quella dell’autore che presenta più livelli di riflessività e che può essere letta su più piani: il primo, didattico-progettuale, ricco di possibili ricadute sul sistema scolastico, sul mondo della politica, sulla famiglia; il secondo, che ad un livello di maggiore profondità, pone in risalto la necessità di ampliare e irrobustire l’epistemologia della pedagogia intesa come scienza della pratica educativa, attraverso l’intreccio fra saperi differenti, fra passato e presente, tradizione e innovazione. Ed è proprio questo secondo livello di lettura a conferire maggior pregio e densità ad un’opera in cui l’autore, al pari di alcune fra le voci più eloquenti della cultura contemporanea: Brezinka, Morin, Bauman, MacIntyre, per citarne solo alcune nel vasto panorama europeo, affronta contenuti di alto valore scientifico ed educativo che meritano particolare attenzione nell’attuale dibattito pedagogico.

Il saggio, Giuseppe Elia descrive la ricerca pedagogica come scienza della pratica educativa, evidenziando come nell’attuale fase congiunturale sia quanto mai necessario rafforzare la logica d’indagine della ricerca pedagogica, ovvero l’approccio teorico, per affrontare tematiche che appaiono sempre più articolate e complesse. Si tratta, per la pedagogia teoretica, che come ha spiegato Flores D’Arcais oggi si va riorientando su base ermeneutica, di operare una coraggiosa e radicale inversione di rotta che consenta di superare la razionalizzazione tecnico-scientifica e il nichilismo che ancora dilagano nelle società postmoderne e di recuperare l’intero splendore dell’identità umana, aperta ad aspirazioni alte, anche di natura trascendente e metafisica, e che come spirito-incarnato, si caratterizza per una inalienabile unità corpo-mentale, ricca di potenzialità e di possibili ricadute di carattere etico-educativo. E la pedagogia teoretica senza la «pretesa di pervenire a soluzioni esaustive e ontologicamente definitive» (p. 6) ha il compito di guidare una nuova comprensione dell’educativo, attraverso la ri-scoperta e ri-valutazione del patrimonio comune dei popoli, ossia il «sostrato valoriale in grado di sostenere le aspirazioni più profonde dell’umanità» (p. 6). Un tipo di ricerca, quella proposta dall’autore, che accolta e praticata, sarebbe in grado certamente di produrre nuovi impulsi e impatti significativi nella pratica educativa.

Approfondendo la prospettiva ermeneutica e storica entro la quale la ricerca pedagogica è chiamata a muoversi, l’autore pone più avanti l’accento su un altro aspetto, anch’esso centrale rispetto al tema dell’educazione, ma ancora poco indagato: la coerenza dell’educatore. A tal riguardo Elia, richiamando Brezinka, afferma: «Il coraggio di educare bene richiede il coraggio di pretendere di più da sé stessi e dal proprio stile di vita, vivendo coerentemente secondo i valori che danno significato e stabilità alla vita, gioia duratura e consolazione nel dolore» (p. 2). E proseguendo, riflette sulla necessità di ricercare un possibile fondamento oggettivo all’agire morale e richiamando le teorie di Hume e Voltaire, afferma che l’unico fondamento oggettivo alla virtù umana è «il richiamo al principio di ragione e a quello di bene pubblico, entrambi compatibili sia con il concetto di libertà personale che con quello di utilità comune» (pp. 30-31). 

La parte conclusiva è incentrata sull’educazione politica intesa come capacità di costruire un rapporto atto a condividere un percorso comune. Riflettendo sulle convergenze e divergenze tra pedagogia e politica, l’autore sottolinea la necessità di istituire percorsi di formazione coerenti e motivanti che educhino alla politica responsabile per realizzare il bene comune.

Bibliografia

Bauman Z., (2011). Modernità liquida, Roma, Laterza.

Brezinka W., (2011). Educazione e pedagogia in tempi di cambiamento culturale. Milano, Vita e Pensiero.

Feuerbach L., (2006). L’essenza della Religone. Ascheri C. (a cura di). Bari, Laterza Editori (ed. or. Das Wesen des Christentums, 1883).

MacIntyre A., (1981). After Virtue, Indiana, University of Notre Dame Press.

Montessori M., (1938). Il segreto dell'infanzia, Bellinzona, Istituto Editoriale Ticinese (ed. or. L'Enfant, 1936).

 



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ISSN 2421-2946. Pedagogia PIU' didattica.
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