Test Book

Teorie e modelli didattici / Theories and teaching models

Attività motoria e rendimento scolastico
Physical activity and school performance

Manuela Valentini

Ricercatore, Dipartimento di Studi Umanistici, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo

Lorenzo Ciacci

Laureato in Scienze Motorie, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo

Ario Federici

Referente Laurea Magistrale Scienze dello Sport, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo



Sommario

Il rendimento scolastico rappresenta un indicatore importante nella crescita e nello sviluppo dell'alunno fin dai primi passi all’interno del suo mondo «occupato». L’attività motoria può influenzare positivamente tutta la persona-alunno, contribuendo all’apprendimento in generale grazie ai suoi benefici «globali». Il presente contributo fa focus su: letto-scrittura, area logico-matematica e integrazione visuo-motoria. L’obiettivo è quello di indagare e confermare, attraverso ricerche internazionali recenti, quanto l’attività motoria considerata nei suoi vari aspetti, ad esempio capacità cardiorespiratoria, abilità, coordinazione, forza, ecc., possa influire positivamente sul rendimento degli alunni in tutto l’iter scolastico partendo dalla Scuola dell’Infanzia fino alla Scuola Secondaria di Secondo grado.

Parole chiave

Attività motoria, Area cognitiva, Rendimento scolastico


Abstract

School performance is an important indicator in the growth and development of the student from the very first step inside his «busy» world. Physical activity can positively affect the whole Person-Student, so thanks to its «global» benefits can contribute to learning in general. This paper is focus on: reading and writing, logical-mathematical area and visual-motor integration. Our purpose is to investigate and confirm, through recent international research, how physical activity, seen in its different aspects, such as cardiorespiratory capacity, skill, coordination, strength, etc. can have a positive impact on student performance during the entire school career starting from nursery school up to secondary school.

Keywords

Physical activity, Cognitive area, School performance


Il presente lavoro, pur essendo frutto di comune elaborazione e di condivisione di impostazione e contenuti, può essere così attribuito: Manuela Valentini: paragrafo Rendimento scolastico; Lorenzo Ciacci: Introduzione e paragrafo Studi proposti riguardo l’influenza dell’attività motoria sul rendimento scolastico; Ario Federici: paragrafo La seconda ricerca e Conclusioni equamente, in parti uguali.

Introduzione

Gli effetti positivi dell’attività motoria, per bambini di qualsiasi età, sulla salute e soprattutto sull’obesità sono ormai da tempo documentati. Ci sono, infatti, numerosi studi che testimoniano i benefici dell’attività motoria sulla salute fisica (malattie cardiovascolari, metaboliche, diabete, obesità, problemi muscolo-scheletrici) e sulla salute mentale (depressione, ansia, stress).

Inoltre sempre maggiori evidenze scientifiche suggeriscono che l’attività motoria può anche rivestire un ruolo chiave nel rendimento scolastico dei giovani. È infatti sostenuto che questa migliori il controllo cognitivo che include l’inibizione, la memoria di lavoro e la flessibilità cognitiva, aspetti importanti in quanto forniscono le basi per l’abilità scolastica. A partire da ciò, si sono ormai sviluppati nuovi filoni di ricerche riguardanti l’esistenza di una relazione tra attività motoria e rendimento scolastico, come le varie forme di attività motoria lo possano influenzare e quali di queste hanno un maggiore impatto sulle varie componenti del rendimento scolastico.

Questo articolo propone un’attenta analisi degli aspetti dell’attività motoria che maggiormente si trovano in relazione con il rendimento scolastico degli alunni a partire dai 3 ai 18 anni, attraversando l’intero iter scolastico, dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Secondaria di Secondo grado.

Rendimento scolastico

Se i docenti saranno in grado di creare un ambiente motivante e sereno, sicuramente faciliteranno l’apprendimento; «una scuola/laboratorio intesa come officina di metodo: dove si allenano l’intelligenza e la fantasia allo scopo di tagliare insieme il duplice traguardo deweyano dell’imparare a imparare e dell’imparare a creare» (Baldacci e Frabboni, 2009).

Il rendimento scolastico è rappresentato dall’apprendimento metodico della letto-scrittura, dell’area logico-matematica e dell’integrazione visuo-motoria. Bambini normodotati dal punto di vista intellettivo possono incontrare problemi nell’apprendimento di questi saperi perché non hanno ancora raggiunto uno stadio adeguato di sviluppo motorio, corporeo, sensoriale e percettivo. Esiste un collegamento tra le funzioni, in particolare tra quelle legate all’intelligenza senso-motoria e all’aggiustamento motorio globale con le funzioni cognitive mentali. Lo scopo di questo lavoro è quello di mettere in evidenza, attraverso ricerche e report pubblicati su importanti riviste (“Journal of Physical Activity and Health”, “American Journal of Public Health”, “The Journal of Pediatrics”, “Oxford University Press”, “Human Movement Science”, “American Journal of Occupational Therapy”, “Medicine & Science in Sport & Exercise”, ecc.), i legami esistenti tra l’attività motoria e i principali indicatori del rendimento scolastico, e cioè l’apprendimento della letto-scrittura, dell’area logico-matematica e dell’integrazione visuo-motoria. 

Per l’apprendimento della letto-scrittura si prenderanno in considerazione due modelli. Il primo è quello di Uta Frith (1985) che prevede 4 fasi:

  1. logografia o «per indici visivi», dove la parola viene scritta, trattata come un disegno; l’ipotesi di fondo è che in questa prima fase i bambini posseggano un piccolo «vocabolario visivo», che siano cioè in grado, nella lettura, di riconoscere alcune parole sulla base delle loro caratteristiche visive;

  2. alfabetica, dove la parola viene scritta analizzata lettera per lettera; in questa fase il bambino comincia a adoperare delle associazioni tra simbolo grafemico e suono e viceversa;

  3. ortografica, dove la parola viene scritta analizzata secondo regole ortografiche ed è considerata una fase di perfezionamento;

  4. lessicale, dove la parola viene scritta associata alla forma fonologica e il bambino dispone della piena padronanza del processo di lettura e scrittura.

Queste fasi, secondo Uta Frith, permettono all’alunno di trasformarsi in un lettore abile. Il secondo modello sviluppato da Coltheart (1988) viene detto modello a due vie, in quanto secondo l’autore l’apprendimento della letto-scrittura avviene tramite una via fonologica, che consente di compiere un assemblaggio delle strutture minime di una parola, sulla base dell’acquisizione di regole di conversione grafema-fonema, e una via lessicale, che viene utilizzata dal lettore esperto, che ha acquisito un proprio lessico ortografico o «immagine ortografica» delle parole. In questo modello l’acquisizione delle diverse fasi di lettura e scrittura non si manifesta in parallelo, vi è piuttosto un successivo avvicendamento tra le fasi dei due processi.

Per riuscire a ottenere un buon apprendimento della letto-scrittura sono essenziali dei prerequisiti come ad esempio: ricchezza di vocaboli, sviluppo sensoriale nella norma, consolidamento di schemi motori di base, delle capacità coordinative generali, della percezione e conoscenza del corpo, organizzazione spazio-temporale. Altro elemento rilevante è l’apprendimento dell’area logico-matematica. «I primi apprendimenti nell’ambito logico-matematico sono di fondamentale importanza per lo sviluppo cognitivo del bambino perché pongono le basi per il lavoro matematico di tutto l’itinerario scolastico. Il traguardo del lavoro matematico è il raggiungimento di particolari competenze (disciplinari, cioè riferite alla singola disciplina o trasversali, cioè riferite a più discipline) in cui si integrano aspetti di sapere (versante cognitivo) e di saper fare (versante operativo)» (Robutti, 2000).

Possiamo quindi identificare l’apprendimento dell’area logico-matematica nella citazione di Martinengo e Curatelli (2011), che scrivono: «Sebbene le competenze specifiche della matematica siano molte, possiamo dire che l’obiettivo finale del fare matematica è soprattutto quello di acquisire la capacità di analizzare la realtà attraverso modelli mentali astratti e di elaborare una risposta adeguata alle situazioni problematiche che si incontrano nella vita quotidiana». Per questo motivo si sono dovute rivedere alcune tappe del processo di apprendimento della matematica, facendo in modo che i primi e i successivi passi si avvicinino molto di più al mondo reale.

Ci piace qui ricordare come noi educatori delle scienze motorie accompagniamo a graduali step i nostri piccoli alunni nel mondo dei numeri, in palestra, dove matematica e movimento si prendono per mano in una convivenza che non ha il sapore dell’utopia. Abbiamo bisogno però dell’aiuto del gioco proposto nelle sue diverse e motivanti forme, condotto dal docente o gestito dagli alunni, però, sempre sotto attenta osservazione focalizzata dell’insegnante alternando le due modalità, fare in modo che venga interiorizzato in toto rispettandone la strutturazione e le regole, saperlo riprodurre nelle sue fasi portanti e inventariare l’attività ludica vissuta nelle potenzialità e nei limiti anche con spirito critico.

Parte importante nel processo di apprendimento dell’area logico-matematica, come evidenziato in numerosi studi (De Hevia, Vallar e Girelli, 2006; 2008), è l’apprendimento topologico, che rappresenta l’associazione tra numeri e spazio. Recentemente è stato dimostrato come la rappresentazione numerica si organizzi spazialmente ben prima dell’influenza direzionale indotta dalle abilità di letto-scrittura (Opfer, Thorapson e Furlong, 2010). L’organizzazione spazio-temporale è considerata infatti il prerequisito per l’acquisizione della matematica. Nell’ambito delle intuizioni matematiche le relazioni topologiche sono le prime a costituirsi in concetti; di conseguenza già nella Scuola dell’Infanzia, cioè a 3-4 anni, possiamo stimolare il bambino con piccoli attrezzi codificati (cerchi, coni, palloni, funicelle, ecc.) nell’affrontare e interiorizzare concetti topologici come il dentro/fuori, il sopra/sotto, avanti/dietro, vicino/lontano, alto/basso, con un’attività motoria di tipo ludico.

Il terzo elemento importante nel rendimento scolastico è l’integrazione visuo-motoria, che rappresenta la capacità di integrare le informazioni visive con l’aspetto motorio, soprattutto quello grafico, per cui un suo deficit può essere una concausa del cattivo rendimento nelle attività grafiche, rendendo difficoltosa la traduzione grafica di rappresentazioni visive complesse, come possono esserlo i grafemi. «Risulta quindi evidente come la percezione visiva, implicata nei processi di letto-scrittura, interessi la motricità, la direzionalità, la consapevolezza dei due emicorpi, oltre ai concetti topologici, con relativa ricaduta sulla capacità di analisi e di elaborazione dell’informazione visiva» (Riccardi Ripamonti, 2003).

Consideriamo quindi entrambe le componenti, sia quella visiva che quella motoria, indivisibili nell’apprendimento del bambino. L’integrazione visuo-motoria ha un’importanza fondamentale a scuola in quanto permette di discriminare tra lettere, numeri, segni e di poterli riprodurre correttamente.

«I processi di insegnamento e apprendimento della matematica richiedono ad insegnanti e operatori scolastici, oggi più che mai, di saper riflettere sulle pratiche di trasposizione didattica del sapere, cioè sul significato e sulle modalità per passare dal “sapere” al “sapere insegnare”» (Martini e Sbaragli, 2005). 

Studi sull’influenza dell’attività motoria nel rendimento scolastico[1]

La selezione della letteratura scientifica internazionale è stata fatta tramite ricerca computerizzata nei principali database bibliografici elettronici come Pubmed in cui si possono trovare ricerche non solo in ambito biomedico ma anche interdisciplinari, e PsychInfo nel quale non sono stati presi studi di riferimento in quanto trovati protocolli quasi-sperimentali, così indicati quando la causalità non può essere provata da un processo controllato in ambienti come quello scolastico, riservandoci però di continuare un’altra scrupolosa ricerca bibliografica contenendola solo per un target d’utenza specifico.

 Anche su Google Scholar abbiamo trovato materiale interessante; pur non essendo considerato archivio strutturato di riviste scientifiche, ormai è un motore di ricerca dove la comunità accademica si confronta ed è possibile trovare interessanti articoli indicizzati che includono anche quelli pubblicati da Elsevier, il più grande editore scientifico mondiale.

In questi studi si sono prese in considerazione le seguenti Nazioni: Stati Uniti d’America (New York, Ohio, Virginia Occidentale, Texas, Tennessee, Illinois), Spagna, Cile, Portogallo e Svezia. La strategia di ricerca si è basata su 2 principali elementi: attività motoria (ad esempio esercizio motorio, educazione fisica, abilità motorie, coordinazione motoria, abilità grosso-motorie, abilità fino-motorie, capacità aerobica, capacità cardiorespiratoria, integrazione visuo-motoria) e rendimento scolastico (ad esempio apprendimento scolastico, matematica, lettura, scrittura, prestazione scolastica, rendimento scolastico, cognizione). Sono stati inclusi studi che trattano l’area motoria in relazione a quella cognitiva, incidendo sul rendimento scolastico in età evolutiva in correlazione con un comune fattore: l’età, compresa tra i 3 e i 18 anni.

Gli studi trattati analizzano e approfondiscono benefici nei seguenti indicatori di salute:

  • sviluppo di capacità, abilità motorie e fitness;

  • sviluppo cognitivo (sviluppo dell’attenzione, rendimento scolastico);

  • salute psicosociale (interazione con i compagni, collaborazione all’interno di un gruppo);

  • altri indicatori come il fitness cardiorespiratorio, indice di massa corporea.

Sono stati esaminati solo gli studi pubblicati ufficialmente su riviste scientifiche, per fare in modo che tutti fossero attendibili e valutati e revisionati da personale esperto, e quelli che utilizzavano uno dei seguenti metodi: studio randomizzato controllato, studio di coorte prospettico, studio longitudinale o studio trasversale. Per praticità sono stati presi in considerazione solo quelli in lingua inglese. Inoltre i lavori dovevano essere stati pubblicati recentemente; l’intervallo di tempo preso in considerazione è stato dal 01/01/1999 al 14/10/2014.

Ne sono stati selezionati tre per i seguenti motivi: due perché hanno un campione molto alto e includono un range di età uguale (6-18) e sono stati realizzati negli Stati Uniti; il terzo studio perché esamina l’altra fascia di età (Scuola dell’Infanzia) ed è stato realizzato in Europa e, più precisamente, in Spagna. Sono stati, invece, esclusi tutti i protocolli che accostavano all’attività fisica una dieta e quelli in cui l’attività fisica era stata seguita e raccolta su questionari esclusivamente dai genitori e quindi non risultava controllata e osservata direttamente dai ricercatori. Le parole chiave utilizzate per la ricerca bibliografica nelle banche dati sono state: attività motoria, area cognitiva, apprendimento e rendimento scolastico.

Tra tanti lavori identificati, sono stati scelti 10 protocolli rilevanti in termini di tipo di indagine effettuata e risultati ottenuti. Questi studi sono riassunti nella tabella 1.

TABELLA 1

Prospetto degli studi esaminati per ordine di anno di pubblicazione

Anno

Autori

Titolo

Campione

Età

Indagine Motoria

Risultati scolastici

1999

Kulp M.T.

 

Relationship between Visual Motor Integration Skill and Academic Performance in Kindergarten through Third

Grade

 

191

7.78

Beery VMI

Stanford Diagnostic Reading test,

Otis-Lennon School Ability Test (OLSAT)

 

2003

Daly C.J., Kelley G.T. e Krauss A.

Relationship Between Visual-Motor Integration and

Handwriting Skills of Children in Kindergarten: A Modified Replication Study

 

54

4.91- 5.91

Visual-Motor Integration Short Form

 

Scale of Children’s Readiness in PrinTing modificato (SCRIPT modificato)

2007

Castelli D.M. et al.

Physical Fitness and Academic Achievement in Third- and Fifth-Grade Students

 

259

8-11

FITNESSGRAM

Illinois Standards Achievement Test (ISAT)

 

2009

Eveland-Sayers B.M. et al.

Physical Fitness

and Academic

Achievement in

Elementary School Children

 

134

8-12

Corsa di 1 miglio, indice di massa corporea, curl-up e sit and reach

Terranova test

 

2011

Van Dusen D.P. et al.

 

Associations of Physical Fitness and Academic Performance Among Schoolchildren

 

254.743

6-18

FITNESSGRAM

Texas Assessment of Knowledge skills

2012

Wittberg R.A., Northrup K.L. e Cottrell L.A.

Children’s Aerobic Fitness and Academic Achievement: A Longitudinal Examination of Students During Their Fifth and Seventh Grade Years

1.725

10-13

Capacità aerobica

FITNESSGRAM

 

West Virginia Educational StandardsTest

 

2013

Lopes L. et al.

Associations between gross Motor Coordination and Academic Achievement in elementary school children

539

9-12

Capacità cardiorespiratoria

Coordinazione motoria

National Exams

 

2014

Correa-Burrows P. et al.

Physically active Chilean school kids perform better in language and mathematics

 

1.271

10- 14

Numero delle ore per settimana impiegate nell’educazione fisica a scuola e nell’attività sportive al di fuori della scuola

SIMCE tests

 

2014

Kall L.B., Nilsson M. e Linden T.

The Impact of a Physical Activity Intervention Program on Academic Achievement in a Swedish Elementary School Setting

 

1.965

10- 11

School in Motion, programma di intervento nazionale

Regional Childcare and Educational Department

2014

Esteban-Cornejo I. et al.

Independent and Combined Influence of the Components

of Physical Fitness on Academic Performance in Youth

 

2.225

6-18

ALPHA (Assessing Levels of Physical Activity)

Registri scolastici alla fine dell’anno scolastico

 

Analisi dei tre studi

  • Il primo studio è stato pubblicato da J. Daly, G.T. Kelley e A. Krauss nel 2003 in «The American Journal of Occupational Therapy»: Relazione tra l’integrazione visuo- motoria e le abilità di letto-scrittura in bambini dell’asilo: uno studio replica modificato (Relationship Between Visual-Motor Integration and Handwriting Skills of Children in Kindergarten: A Modified Replication Study). Il campione preso in considerazione dai ricercatori è stato scelto all’interno della scuola di Suffolk County (New York) ed è composto da 54 bambini con un’età compresa tra 4.91 e 5.91 anni. In questo studio viene valutata l’integrazione visuo-motoria tramite il Visual Motor Integration (VMI) short form che consiste nel copiare 15 forme che diventano via via più difficili. Il rendimento scolastico è stato valutato tramite la capacità del bambino di copiare le lettere con lo Scale of Children’s Readiness in Printing modificato (SCRIPT). Le domande alle quali si è cercato di dare risposta, sono state: esiste una relazione tra i punteggi di integrazione visuo-motoria e l’abilità dei bambini di copiare lettere?; i bambini che ottengono un elevato punteggio di integrazione visuo-motoria dimostrano maggiori abilità di letto-scrittura? Per rispondere alla prima domanda è stato calcolato il Pearson product-moment correlation coefficient e dai suoi risultati è emerso che esiste una forte relazione tra l’integrazione visuo-motoria e l’abilità di letto-scrittura delle lettere. Alla seconda domanda è stato risposto con il Kruskal-Wallis test, i cui risultati dimostrano come i bambini con un miglior punteggio di integrazione visuo-motoria mostrano anche una maggiore abilità di letto-scrittura. Occorre evidenziare che la stretta relazione tra tutte le aree della Personalità porta a una visione olistica che sempre di più deve caratterizzare l’insegnamento, in quanto le scienze che si interessano dell’età evolutiva danno, a seconda delle loro specificità, informazioni, consigli e sperimentazioni da leggere unitariamente.

  • La seconda ricerca è stata pubblicata dagli autori Duncan P. Van Dusen et al. nel 2011 su «American School Health Association, Journal of School Health»: Associazione dell’attività fisica e della prestazione scolastica tra gli scolari (Associations of Physical Fitness and Academic Performance Among Schoolchildren). Considera un campione molto ampio di 354.743 studenti, selezionato all’interno delle scuole del Texas, e l’età del campione è compresa tra 6 e 18 anni. In questo studio l’indagine ha riguardato l’attività motoria, esaminata tramite il Fitnessgram (strumento educativo, di reporting e di promozione globale utilizzato per valutare i livelli di forma fisica e di attività fisica per i bambini), comprendente prove quali capacità aerobica (corsa di 1 miglio o PACER test), composizione corporea (Body Mass Index, BMI), resistenza e forza addominale (curl ups), forza di estensione e flessibilità del tronco (trunck lift), forza e resistenza della parte superiore del corpo (push ups) e flessibilità (elasticità della spalla o sit and reach). Invece il rendimento scolastico è stato valutato tramite il Texas Assessment of Knowledge and Skills, che comprende test di letto-scrittura e matematica. I risultati di questo studio mostrano che tutte le variabili fisiche hanno un’associazione positiva con il rendimento scolastico. Di queste, quella che presenta un’associazione più forte delle altre è la capacità cardiovascolare, seguita dalla forza e dalla resistenza addominale (curl-ups).

In base ai risultati ottenuti in questo studio, sia nei maschi che nelle femmine, il rendimento scolastico migliora con l’aumento del livello di capacità cardiovascolare. Occorre sottolineare che il campione così alto sul quale i ricercatori hanno potuto indagare in ambito scolastico è significativo (anche perché sappiamo quanto sia difficile, per una moltitudine di problematiche, reperirlo ad esempio da noi in Italia) e i risultati lasciano sicuramente ben sperare.

  • Il terzo protocollo, pubblicato nel 2014 in «The Journals of Pediatrics»: Influenza indipendente e combinata dei componenti dell’attività fisica sul rendimento scolastico nei ragazzi (Independent and Combined Influence of the Components of Physical Fitness on Academic Performance in Youth), è stato elaborato da Esteban-Cornejo et al. Considera un campione di 2.225 studenti con un’età compresa tra 6 e 18 anni, appartenente alle scuole di Cadiz e Madrid in Spagna. In questo studio l’attività motoria è stata valutata tramite l’Assessing Levels of Physical Activity (ALPHA), che comprende test di forza muscolare, abilità motoria, capacità cardiorespiratoria, mentre per il rendimento scolastico sono stati analizzati: i voti separati di matematica e lettere, la media dei voti di matematica e lettere e un punteggio riferito al livello medio (Grade Point Averege). Le differenze nel rendimento scolastico basate sul numero dei fattori di rischio fisici sono state testate con ANCOVA.

I risultati ottenuti mostrano come tutte e tre le variabili fisiche siano correlate con il rendimento scolastico, in maniera più significativa la capacità cardiorespiratoria e l’abilità motoria. Inoltre questo studio ha dimostrato che il gruppo di studenti, definito «non a rischio», cioè che presenta buona forza muscolare, buona capacità cardiorespiratoria e buone abilità motorie, ha ottenuto punteggi più alti in tutte le valutazioni scolastiche. Occorre rilevare che i soggetti giovani che si muovono, che fanno esercizio fisico, sono più dinamici e più capaci nei diversi apprendimenti.

Conclusioni 

Dall’analisi e dal confronto delle ricerche selezionate risulta evidente che l’attività motoria, nelle sue forme osservate (capacità coordinative, abilità grosso-motorie, abilità motorie fini, capacità aerobica, cardiorespiratoria e forza muscolare), è strettamente correlata al rendimento scolastico, principalmente riguardo la letto-scrittura, la matematica e l’integrazione visuo-motoria. Possiamo quindi sottolineare che l’attività fisica a scuola può rivestire un importante ruolo sia nella promozione della salute sia nel miglioramento del rendimento scolastico. Questo miglioramento scolastico è correlato anche a fattori fisiologici e psicologici. I possibili meccanismi fisiologici grazie ai quali l’attività motoria può influenzare il rendimento scolastico sono rappresentati da:

  • incremento del flusso sanguineo in tutto il corpo, in particolare nel cervello, portando così alla formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi), che permettono una migliore vascolarizzazione del sistema nervoso, aumentando l’apporto di glucosio, ossigeno e sostanze energetiche (Ploughman, 2008);

  • incremento dei livelli di ormoni neurotropici da parte del cervello, che promuovono la sinaptogenesi, la sopravvivenza e la differenziazione dei neuroni. Inoltre l’attività motoria sembra provochi un’alterazione positiva dei neurotrasmettitori (acetilcolina, dopamina, ormone adrenocorticotropo e vasopressina) (Ploughman, 2008);

  • migliore organizzazione e connessione delle rappresentazioni mentali nell’area motoria del cervello (Adkins et al., 2006).

 

Fattori psicologici come stress e ansia sembrano attenuarsi; l’autostima e i rapporti con gli altri sono tutti positivamente influenzati dall’attività motoria e migliorano la concentrazione e l’attenzione del bambino. In questo campo, però, ci sarà bisogno di ulteriori studi per definire in maniera più chiara e precisa i meccanismi con cui l’attività motoria influenza il rendimento scolastico.

Per quanto riguarda l’integrazione visuo-motoria è stato dimostrato che le prestazioni sono correlate con il rendimento in lettura a 7-8 anni, con il rendimento in matematica e scrittura a 7, 8 e 9 anni, con il rendimento in scrittura e ortografia a 8 e 9 anni.

Riassumendo, quindi, si può sostenere che l’utilizzo di ore scolastiche per l’attività motoria, soprattutto nella fase di sviluppo del bambino, non porta a un peggioramento a livello di prestazioni scolastiche e intellettive, ma addirittura ne migliori il rendimento scolastico, l’attenzione e la concentrazione durante le ore in classe. Abbiamo visionato anche studi con review molto corpose e scrupolose, come ad esempio «Physical education, school physical activity, school sports and academic performance» di F. Trudeau e R.J. Shephard, in “International Journal of Behavioral Nutrition and Physical Activity”, 2008, che hanno preso in considerazione complessivamente 17 studi (da database come Eric, Medline, PsychInfo, Scholar.Google); tra tutti i lavori soltanto due hanno rilevato che non si sono ottenuti miglioramenti nei risultati scolastici, ma comunque si è riscontrato un innalzamento del livello di autostima (è ormai risaputa la sua influenza positiva sul successo scolastico). Inoltre hanno dimostrato le ripercussioni significative dell’attività fisica sul rendimento scolastico in bambini con difficoltà.

Questi risultati potranno essere utili e avere importanti implicazioni, se letti anche da dirigenti scolastici, insegnanti di diverse discipline, politici e amministratori a livello di programmazione, progettazione scolastica, offerta formativa e indicazioni nazionali. Infatti nel panorama scolastico di oggi si tende sempre più a far diminuire le ore di educazione fisica/motoria sostituendole con quelle di altri saperi disciplinari portando così l’alunno a stare seduto troppo in classe e sempre meno in movimento in palestra, per non parlare del poco vissuto ambiente naturale! Per ultimo, ma non per importanza, come evidenziato da molteplici studi, occorre ricordare come la pratica e la promozione scolastica di attività motoria portino il bambino al raggiungimento del ben-essere e di uno stile di vita sano (Healthly Fitness Zone) che lo accompagnerà per tutta la vita, riducendo i fattori di rischio.

«Non posso impedirti di inciampare. Però posso medicare il tuo piede ferito. E prenderti in braccio, fino a quando non sarai in grado di camminare sulle tue gambe. Avrò cura di te» (Gramellini e Gamberale, 2014).

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[1] Elaborazione a cura di M. Valentini, L. Ciacci e A. Federici.

 

 




Autore per la corrispondenza

Manuela Valentini
Indirizzo e-mail: manuela.valentini@uniurb.it
Dipartimento di Studi Umanistici, via Bramante, 17 - 60129 Urbino (PU)


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