Le potenzialità terapeutiche della relazione uomo-animale. Onoterapia: un nuovo metodo per favorire l’apertura relazionale e promuovere la prosocialità

Federica Boromeo, Zbigniew Formella

Recentemente oggetto di attenzione da parte di specialisti e ricercatori, nonché delle istituzioni, la cosiddetta pet therapy, correttamente rinominata Attività e Terapie Assistite dagli Animali (Animal-assistedactivity/Animal-assisted therapy – AAA/AAT), si sta diffondendo a macchia d’olio e contribuisce al miglioramento della qualità della vita di tanti individui, da quelli che presentano disturbi psicologici, comportamentali e relazionali, agli anziani affetti da Sindrome di Alzheimer, ai bambini ospedalizzati, ai tossicodipendenti, ai depressi, ai soggetti autistici. Le attività e le terapie che prevedono il coinvolgimento degli animali hanno l’obiettivo di migliorare l’esistenza delle persone, armonizzandosi con le condizioni socio-sanitarie già esistenti e inserendosi in progetti e piani di intervento (educativi, formativi, terapeuticie riabilitativi) ben definiti. Esse non possono sussistere senza specialisti che gli conferiscano una validità professionale: è necessaria la presenza di numerosi esperti (psicologi, educatori, medici, veterinari,ecc.) dotati di competenze specifiche, che costituiscano un’équipe di lavoro a carattere multidisciplinare. Con il seguente articolo, dopo avere brevemente illustrato i benefici e le potenzialità terapeutiche che scaturiscono dalla relazione uomo-animale, s’intende descrivere in particolare la terapia con l’ausilio dell’asino, denominata onoterapia: un metodo nuovo che, a partire dal rapporto con questo animale, favorisce l’apertura relazionale nelle persone, promovendone lo sviluppo.

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