Diffondere la cultura della compresenza nella scuola italiana
Paolo Fasce
La cultura della compresenza è la chiave dell’inclusione scolastica. Per sostenerla non basta il quadro giuridico che sempre la vede formalmente manifestarsi entro la cornice della contitolarità di cattedra, ma occorre favorirla facendo muovere i docenti stessi in un contesto di coprogettazione che naturalmente tende a evitare le microespulsioni tanto diffuse oggi, in particolare nella scuola secondaria di secondo grado. Questo contesto è favorito dalla costituzione delle «cattedre miste» dove gli insegnanti di sostegno, non più vincolati in un unico ruolo, possano sentirsi realizzati e completi riversando maggiore qualità nel proprio lavoro. Tale innovazione può raccogliere l’esperienza e il radicamento dei tanti che sono «passati sulla materia» e si innesta completando il quadro dell’evoluzione dell’insegnante di sostegno proposta da Ianes (2014), che è parimenti necessaria per rompere l’autoreferenzialità di ogni Consiglio di Classe, anche quello maggiormente bendisposto e professionalizzato. Una proposta concreta non può che affrontare anche il problema del precariato (quello a tempo determinato, ma anche utilizzi e assegnazioni provvisorie) e l’aggiornamento permanente che va regolato esplicitamente.