Una scuola per tutti e per ciascuno

Vanessa Roghi

Nel secondo dopoguerra Bruno Ciari, maestro toscano, mette a punto, insieme a un gruppo di colleghi, un sistema di tecniche didattiche per rendere concreta la grande trasformazione indicata dalla Costituzione democratica. A lui più degli altri, tuttavia, spetterà il compito di rispondere alle critiche di chi vede un eccesso di ottimismo e di ingenuità nell’affidarsi alla «sola» riforma della didattica nella scuola per fondare la Democrazia. Attraverso una rielaborazione originale di Dewey e di Gramsci e l’incontro fecondo con Célestin Freinet, Bruno Ciari e i suoi compagni e compagne di strada della Cooperativa della tipografia a scuola, poi MCE, lavora invece convinto che la democrazia si faccia includendo tutti nel processo di apprendimento. La sua idea di democrazia, infatti, non è puramente formale ma decisamente pratica: le tecniche didattiche includono tutti, attivando processi di apprendimento e di ricerca, che si confrontano costantemente con una dimensione politica più grande che comprende il parallelo sviluppo della famiglia e della città.

DOI 
10.14605/ISS2222304

Keywords
Bruno Ciari, John Dewey, Antonio Gramsci, Inclusione, Democrazia, Tecniche didattiche, Pedagogia.

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