Quando lo spazio include

Francesca Caprino, Stefania Chipa, Alessandra Galletti, Giuseppe Moscato, Lorenza Orlandini, Silvia Panzavolta

Lo spazio scolastico trattato dal punto di vista dell’inclusione in Italia ha una storia collegata quasi esclusivamente alle «barriere architettoniche». Non è sufficiente che un ambiente scolastico sia accessibile e sicuro; la qualità dello spazio ha un impatto sull’apprendimento, sul benessere, sul comportamento. A partire dal 2013, dalle Norme tecniche: Linee guida edilizia scolastica 2013 al Manifesto 1+4 spazi educativi per il nuovo millennio, la ricerca INDIRE sugli ambienti di apprendimento evidenzia quanto lo spazio rivesta un ruolo fondamentale nel creare le condizioni ottimali perché tutti gli studenti, a prescindere dalle loro abilità o eventuali «fragilità», apprendano in modo significativo e profondo. Nel 2019, insieme all’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, INDIRE ha avviato il percorso formativo I nuovi spazi educativi in un’ottica inclusiva indirizzato ai docenti curricolari, non solo quelli di sostegno, per sensibilizzarli al tema della progettazione inclusiva. Strumento principale è stato il questionario basato sull’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) che, mettendo in collegamento spazi e situazioni didattiche, ha consentito ai corsisti di riflettere sulla progettazione di spazi/arredi/allestimenti per facilitare la partecipazione. È emerso un interessante impiego del questionario in senso «orientativo» per situazioni «sufficientemente buone» per tutti, in una logica di Progettazione Universale dell’Apprendimento.

DOI 
10.14605/ISS2112202

Keywords
Spazi di apprendimento, Inclusione, Innovazione educativa, Formazione dei docenti, Ricerca educativa.

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