Prospettive di prevenzione dei comportamenti sfidanti dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria

Vanessa Macchia, Silver Cappello

I problemi comportamentali sono una costante a scuola che educatori e insegnanti si trovano a fronteggiare quotidianamente, talvolta senza riuscire concretamente a gestire e a risolvere in modo efficace. Studi nazionali e internazionali associano ai comportamenti sfidanti diversi termini e definizioni, considerati sinonimi tra loro, come ad esempio i comportamenti-problema, oppositivo-provocatori, aggressivi, aberranti, disturbanti, distruttivi, disordinati o eccessivi (Chan et al., 2012; Fedeli, 2008; 2020; Lyons e O’Connor, 2006; Orsati e Causton-Theoharis, 2013; Rhodes-Kline, 1997; Sigafoos, Arthur e O’Reilly, 2003). Tuttavia, il termine «comportamento sfidante» può risultare neutrale e non implica che derivi necessariamente da un qualche tipo di disturbo (Orsati e Causton-Theoharis, 2013; Sigafoos, Arthur e O’Reilly, 2003). Con questa prospettiva, qualsiasi alunno può adottare un comportamento sfidante qualora la sua condotta oltrepassi i limiti consentiti e diventi difficile da gestire per gli adulti che lo circondano, a prescindere dalla sua natura o volontà. Tale processo può nascere già nella scuola dell’infanzia e, se gestito in modo inappropriato, prolungarsi nell’intero percorso di scolarizzazione e culminare nella scuola secondaria di I o II grado, con problemi comportamentali gravi che, in molti casi, sfociano nella decisione di abbandonare la scuola.

DOI 
10.14605/ISS2112203

Keywords
Inclusione, Comportamenti sfidanti, Prevenzione, Contesto di apprendimento, Strategie di intervento.

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