Bambini mediatori delle conoscenze

Andrea Canevaro, Federica Ceccoli

La cospicua presenza di minori di origine straniera in Italia è un dato oramai consolidato da una decina di anni. Grazie al processo di scolarizzazione, essi apprendono la lingua italiana e familiarizzano con le pratiche culturali del nostro Paese molto più rapidamente rispetto ai propri genitori e per questo motivo contribuiscono al processo di integrazione dell’intera famiglia fungendo da mediatori linguistici e culturali per coloro che ancora non parlano italiano. Queste pratiche di mediazione linguistico culturale ad opera di minori stranieri vengono definite dalla letteratura internazionale Child Language Brokering (CLB) e non solo sono svolte a favore della famiglia, ma anche per facilitare l’inserimento di compagni stranieri neo-arrivati appartenenti alla loro stessa comunità linguistica d’origine. L’obiettivo di questo articolo è quello di fornire una descrizione del fenomeno di Child Language Brokering nell’ottica della dinamica evolutiva delle conoscenze. Dopo aver presentato in dettaglio la pratica della mediazione linguistico culturale ad opera di minori bilingui e averne esposto le caratteristiche principali, il presente studio mostrerà il contributo dell’attività accademica svolta in Italia fino ad ora su questo argomento e si concentrerà sulla proposta di attività che possano mettere in valore il contributo prezioso che i minori stranieri apportano sia per l’integrazione della propria famiglia in Italia sia per l’inserimento nel mondo della scuola di coetanei neoarrivati appartenenti alla loro comunità linguistica.

DOI 
10.14605/ISS2012102

Keywords
Bilinguismo, Child Language Brokering, educazione attiva, immigrazione, mediazione culturale.

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