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Studi e ricerche / Studies and research

Pubblicità e gioco d’azzardo: Uno studio correlazionale su studenti italiani
Advertisements and gambling: A correlational study among Italian students

Yura Loscalzo

Università di Firenze, Scuola di Psicologia, Dipartimento di Scienze della Salute

Marco Giannini

Università di Firenze, Scuola di Psicologia, Dipartimento di Scienze della Salute

Filippo Vallini

Università di Firenze, Scuola di Psicologia, Dipartimento di Scienze della Salute

Alessio Gori

Università di Firenze, Scuola di Psicologia, Dipartimento di Scienze della Salute



Sommario

Questa ricerca ha come obiettivo quello di indagare le relazioni tra l’esposizione alle pubblicità sul gioco d’azzardo, gli atteggiamenti sia verso i giochi che verso le pubblicità dei giochi, e l’intenzione di giocare d’azzardo. Sono stati analizzati, in un campione di studenti universitari italiani (n = 254), tre tipi di gioco: poker, lotterie nazionali e scommesse sportive. I risultati evidenziano che un atteggiamento più positivo verso le pubblicità e i giochi correla con una maggiore intenzione di giocare d’azzardo; altre ipotesi non sono state invece confermate. I risultati suggeriscono che studi futuri dovrebbero approfondire il ruolo dei media nel promuovere l’intenzione di giocare d’azzardo e le norme soggettive relative al gioco d’azzardo a scopo sia preventivo che riabilitativo.

Parole chiave

gioco d’azzardo; pubblicità sul gioco d’azzardo; Teoria dell’Apprendimento Sociale.


Abstract

This research project aimed to investigate the relationships between exposure to gambling advertisements, attitudes towards both gambling and gambling ads, and the intention to gamble. We investigated, within a sample of Italian university students (n = 254), three kinds of gambling: poker, national lotteries and sports betting. The analyses showed that a more positive attitude towards both advertising and gambling correlates with a greater intention to gamble. Other hypotheses were not confirmed however. The findings suggest that future studies should consider the role of the media in promoting the intention to gamble and analysis of subjective norms related to gambling for prevention and rehabilitation purposes.

Keywords

gambling; gambling ads; Social Learning Theory.


Il gioco d’azzardo è diffuso in molte culture ed è praticato da molte persone senza che queste ne riportino problemi (American Psychiatric Association, APA, 2013); un alto coinvolgimento nel gioco d’azzardo (o Gambling) può essere infatti associato a un pieno controllo su di esso e quindi all’assenza di conseguenze negative (Binde, 2014). Il gioco d’azzardo può però essere dannoso per alcune persone, determinando un comportamento disadattivo persistente e ricorrente, con conseguenze negative a livello personale, familiare e lavorativo (APA, 2013).

I media, in questo senso, possono avere un ruolo fondamentale nel favorire il gioco d’azzardo patologico, anche se l’impatto della pubblicità è dibattuto in letteratura. Da una parte, Grant e Kim (2001) hanno evidenziato che molti giocatori d’azzardo problematici (circa metà del loro campione) affermavano che l’esposizione mediatica al gioco d’azzardo aveva rappresentato un input per iniziare a giocare d’azzardo. Binde (2009) riporta invece che, per i giocatori d’azzardo patologici, l’impatto della pubblicità sui loro problemi era per lo più marginale. I partecipanti a questa ricerca hanno dichiarato in particolare che la pubblicità non era la causa dei loro problemi col gioco d’azzardo, ma solo un impulso attivante. Recentemente Binde (2014), nella sua ampia revisione critica della letteratura sul gioco d’azzardo, ha concluso che ci sono molte ipotesi relative all’influenza della pubblicità sul comportamento di Gambling. Binde afferma, in particolare, che esiste un’evidenza diretta solo per la pubblicità come fattore di mantenimento o di aggravamento per chi è già un giocatore problematico; l’ipotesi secondo cui la pubblicità sia un fattore stimolante per lo sviluppo del Gambling problematico è confermata solo parzialmente.

Al di là del problema relativo al ruolo dell’esposizione mediatica nel promuovere o mantenere il gioco d’azzardo patologico, tuttavia, ci sono molte evidenze che supportano la relazione tra esposizione mediatica al gioco d’azzardo e intenzione di giocare (Amey, 2001; Boughton & Brewster, 2002; Hing, Cherney, Blaszczynski, Gainsbury, & Lubman, 2014; Hing, Vitartas, & Lamont, 2013; Hoa, Wong Sau-kuena, Hui Lo Man-chuna, 2012; Lee, Lemanski, & Jun, 2008; McCormack, Shorter, & Griffith, 2013; Thomas, Lewis, McLeod, & Haycock, 2012). È quindi importante approfondire l’analisi del ruolo che i mass media potrebbero avere nello sviluppo di questa dipendenza poiché la pubblicità ha un impatto significativo sia sugli adulti che sugli adolescenti (Carlson & Moore, 1998; Derevensky et al., 2007; Derevensky, Sklar, Gupta, & Messerlian, 2010; Felsher, Derevensky, & Gupta, 2004; Korn, Reynolds, & Hurson, 2008; Hing, Vitartas, Lamont, & Fink, 2014; Fried, Teichman, & Rahav, 2010; Skinner, Biscope, Murray, & Korn, 2004). Molti studi hanno evidenziato infatti che la popolazione più giovane è molto coinvolta nel gioco d’azzardo problematico (Delfabbro, Lahn, & Grabosky, 2005; Jacobs, 2000; Shaffer, Hall, & Vander Bilt, 1999; Vilella et al., 2011; Welte, Barnes, Tidwell, & Hoffman, 2009).

In Italia, Vilella et al. (2011) hanno individuato una prevalenza del 7% per il gioco d’azzardo in studenti tra i 13 e i 20 anni. Anche gli studenti universitari sono coinvolti in questa dipendenza comportamentale, sebbene si tratti di una popolazione scarsamente studiata. Una recente ricerca condotta a Firenze su 1000 studenti universitari ha evidenziato che, nei giovani tra i 20 e i 24 anni, è rilevabile un’alta proporzione di giocatori d’azzardo a rischio di sviluppo di patologia (circa il 10% del campione) e che più del 4% degli studenti è un giocatore d’azzardo patologico (Tani et al., 2014).

Studiare la relazione tra esposizione mediatica al gioco d’azzardo e intenzione di giocare d’azzardo in giovani non patologici risulta quindi molto importante a fini sia preventivi che riabilitativi. Approfondire tale relazione potrebbe infatti permettere di creare interventi psicologici efficaci volti a prevenire questa dipendenza comportamentale in questa specifica età e potrebbe anche aiutare a modificare la normativa relativa al gioco d’azzardo. Attualmente questa riguarda la regolamentazione delle pubblicità soprattutto per i giovanissimi (ovvero di età inferiore ai 18 anni), non considerando sufficientemente il rischio che la pubblicità rappresenta anche per i giovani adulti.

In Italia il gioco d’azzardo problematico costituisce un importante problema sociale. Sebbene una recente meta-analisi abbia dimostrato che a livello mondiale si stia assistendo a un decremento della prevalenza sia del gioco d’azzardo che del gioco d’azzardo problematico (Williams, Volberg, & Stevens, 2012), in Italia si assiste a un’elevata diffusione del Gambling, nonostante l’attuale crisi economica. L’industria del gioco d’azzardo è infatti la terza industria italiana (Fara, 2009). La necessità di regolare il gioco d’azzardo è stata formalizzata nel 2012, quando è stato promulgato un decreto-legge (Decreto-legge 13 Settembre 2012, n° 158, poi convertito in Legge 8 Novembre 2012, n° 189) recante disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute, il quale comprende un articolo riguardante anche il gioco d’azzardo e la regolazione della pubblicità ad esso relativo, soprattutto a tutela dei minori.

Come dimostrato dalla presenza di questa Legge, le pubblicità sul gioco d’azzardo sembrano avere un ruolo riconosciuto nel favorire il Gambling patologico. Da un punto di vista psicologico, sia la teoria di Bandura (1997) che quella di Fishbein e Ajzen (1975) potrebbero fornire una cornice teorica di riferimento per studiare il ruolo dei mass media nel promuovere il Gambling, evidenziando il ruolo giocato dagli atteggiamenti. La Teoria dell’Apprendimento Sociale di Bandura (1977) sostiene che l’individuo impara osservando gli altri e le conseguenze dei loro comportamenti (apprendimento vicario); la persona quindi usa gli altri come modello per il proprio comportamento. La Teoria dell’Azione Ragionata di Fishbein e Ajzen (1975) sostiene invece che l’intenzione di mettere in atto un comportamento è determinata dagli atteggiamenti verso il comportamento (costituiti dalle credenze relative al comportamento e dal valore soggettivo attribuito a tali credenze) e dalle norme soggettive (la percezione individuale delle aspettative degli altri relative al comportamento).

Molti studi hanno esaminato la relazione tra media e dipendenze come quella da alcol e da fumo (e.g. Aitken, Eadie, Leathar, McNeill, & Scott, 1988; Gidwani, Sobol, DeJong, Perrin, & Gortmaker, 2002; Turco, 1997). Pochi studi, tuttavia, hanno analizzato l’effetto delle pubblicità sul Gambling (e.g. Lee et al., 2008; McCormack et al., 2013; Thomaset al., 2012). Lee et al. (2008), usando come modello la teoria di Bandura (1977), hanno sottolineato che gli studi precedenti hanno evidenziato che scenari piacevoli e accattivanti, celebrità come testimonial, e l’omissione delle conseguenze negative sono alla base dell’efficacia delle pubblicità su prodotti discussi (come tabacco, alcol e droghe). Secondo il messaggio trasmesso da queste pubblicità il consumo di questi prodotti è desiderabile, socialmente accettabile e imitabile. Alcuni studi hanno sottolineato che, in analogia alle altre dipendenze, il gioco d’azzardo è generalmente pubblicizzato come un’attività piacevole e divertente. Di conseguenza gli spettatori lo vedono come socialmente accettabile, sviluppando atteggiamenti positivi verso di esso, che a sua volta promuovono un inizio precoce del gioco e quindi maggiore probabilità di sviluppare Gambling patologico (Azmier, 2000; Dickson, Derevensky, & Gupta, 2002; Gupta & Derevensky, 1998; Jacobs, 2000; Stinchfield & Winters, 1998). È importante notare che la normativa italiana riconosce come pericoloso il ruolo potenziale dell’accettazione sociale dal momento che proibisce esplicitamente le pubblicità basate sull’invito a giocare o sull’esaltazione della sua pratica (Legge 8 Novembre 2012, n° 189). Comunque sia, in molte pubblicità sul poker si registra la partecipazione di famosi giocatori di calcio; quindi, nonostante la normativa, le pubblicità usano ancora testimonial accattivanti al fine di aumentare la percezione di accettazione sociale del Gambling. Risulta pertanto importante cercare di capire come la pubblicità influenzi lo sviluppo del gioco d’azzardo patologico e, adottando una prospettiva di prevenzione e di promozione della salute, capire come potrebbero essere sviluppate le pubblicità per contrastare questi comportamenti (Lee et al., 2008).

Facendo riferimento al modello di Bandura (1977), Lee et al. (2008) hanno analizzato il gioco del poker in 229 studenti universitari americani (età media = 20.5, DS = 2.04). Gli autori hanno evidenziato come l’esposizione mediatica al gioco d’azzardo porti a un atteggiamento più positivo verso i programmi televisivi e le pubblicità relative al poker, mentre l’esposizione mediatica relativa al contrasto del gioco d’azzardo porta a atteggiamenti più negativi verso di essi (sebbene l’effetto dei media in questo caso sia più basso). Infine, atteggiamenti positivi sia verso i programmi televisivi che le pubblicità determinavano l’intenzione di giocare. Lee et al. (2008) hanno concluso che l’esposizione mediatica al gioco d’azzardo influenza positivamente gli atteggiamenti verso i programmi e le pubblicità relative, che a loro volta portano a una maggior intenzione di giocare d’azzardo.

L’obiettivo di questo studio è quello di analizzare la relazione tra esposizione alle pubblicità sul gioco d’azzardo, atteggiamenti verso queste pubblicità e verso il gioco d’azzardo, e la relazione che queste variabili potrebbero avere con l’intenzione di giocare d’azzardo. In base all’analisi della letteratura, questo è il secondo studio (dopo quello di Lee et al. (2008) ad analizzare tali relazioni nei giovani con riferimento alla teoria di Bandura (1977). I risultati ottenuti mediante questa ricerca potrebbero essere utili sia per lo sviluppo di interventi psicologici preventivi e riabilitativi sia per sensibilizzare le istituzioni nel regolare le pubblicità sul gioco d’azzardo rivolte anche ai giovani adulti, e non solo ai minorenni. In questa ricerca sono stati analizzati su un campione di studenti universitari il gioco del poker, le lotterie nazionali e le scommesse sportive, data la loro elevata diffusione in Italia. In particolare, sono stati analizzati gli atteggiamenti verso i tre giochi e le relative pubblicità, e l’intenzione di giocare d’azzardo.

Più nello specifico, con riferimento ai risultati di Lee et al. (2008), è stato ipotizzato che nei giovani una maggiore esposizione alle pubblicità sui giochi d’azzardo sia associata a: (1) una maggiore intenzione di giocare d’azzardo; (2) atteggiamenti più favorevoli verso le pubblicità sui giochi d’azzardo; (3) atteggiamenti più favorevoli verso il gioco pubblicizzato. Inoltre, è stato ipotizzato che: (4) atteggiamenti più favorevoli verso le pubblicità sui giochi d’azzardo corrispondano a una maggiore intenzione di giocare; (5) atteggiamenti più favorevoli verso il gioco pubblicizzato corrispondano a una maggior intenzione di giocare.

 

 

Metodo

 

Partecipanti

Hanno partecipato allo studio 254 studenti universitari (età media = 22.02, DS = 2.49, 59.8% femmine e 40.2% maschi), reclutati in sette corsi universitari fiorentini. Il 53.5% frequenta la Scuola di Psicologia, mentre gli altri frequentano Ingegneria (14.6%), Giurisprudenza (11%), Economia (8.3%), Scienze Politiche (6.7%), Medicina (3.1%) e Lettere (2.8%). Per quanto riguarda la carriera scolastica l’89% possiede un Diploma di Scuola Media Superiore, l’8.3% una Laurea Triennale e il 2.8% una Laurea Magistrale. Infine, il 94.9% del campione è studente a tempo pieno, mentre il 5.1% ha anche un lavoro.

 

Strumenti

È stato tradotto il questionario di Lee et al. (2008) mediante un processo di back-translation. Inoltre, il questionario originale è stato soggetto alle seguenti modifiche per adattarlo al contesto italiano: eliminazione delle variabili Esposizione Mediatica Relativa al Contrasto del Gioco d’Azzardo e Atteggiamenti Verso i Programmi Televisivi sul Gioco d’Azzardo, dal momento che sono entrambi assenti nei media italiani; aumento del numero di giochi esaminati (non solo il poker, ma anche le lotterie nazionali e le scommesse sportive dal momento che sono diffuse in Italia); aggiunta della variabile Atteggiamento verso il gioco.

Il questionario risulta composto da nove scale: Esposizione alle pubblicità sul poker (α = .76); Esposizione alle pubblicità sulle lotterie nazionali (α = .75); Esposizione alle pubblicità sulle scommesse sportive (α = .84); Atteggiamenti verso il poker (α = .91); Atteggiamenti verso le lotterie (α = .91); Atteggiamenti verso le scommesse sportive (α = .93); Atteggiamenti verso le pubblicità sul poker (α = .95); Atteggiamenti verso le pubblicità sulle lotterie (α = .92); Atteggiamenti verso le pubblicità sulle scommesse sportive (α = .95). Al fine di valutare le proprietà psicometriche dell’adattamento italiano è stata condotta un’Analisi Fattoriale Esplorativa (AFE), mediante la quale sono stati identificati tre fattori (utilizzando il metodo di Fattorizzazione dell’Asse Principale (PAF) e una rotazione obliqua (Promax): Esposizione alle pubblicità sul gioco d’azzardo, Atteggiamenti verso il gioco, Atteggiamenti verso le pubblicità relative al gioco.

Per quanto riguarda le prime 3 scale (relative al fattore Esposizione alle pubblicità sul gioco d’azzardo), il questionario prevede alcune domande iniziali volte a valutare mediante una scala Likert a 7 punti (1 = Mai; 2 = Quasi mai; 3 = Raramente; 4 = Qualche volta; 5 = Spesso; 6 = Quasi sempre; 7 = Sempre) la frequenza di esposizione pubblicitaria al gioco d’azzardo nel mese precedente (separatamente per i tre giochi e per i tre tipi di media, ovvero TV, internet, altri media da specificare). Per le altre 6 scale (relative ai fattori Atteggiamenti verso il gioco e Atteggiamenti verso le pubblicità relative al gioco) sono stati usati invece 4 differenziali semantici (negativo/positivo, sfavorevolmente/favorevolmente, sbagliato/giusto, spiacevole/piacevole). Per lo scoring di queste scale, i valori ottenuti sono stati convertiti in scala Likert a 7 punti (1 = Molto negativo; 2 = Negativo; 3 = Leggermente negativo; 4 = Neutrale; 5 = Leggermente positivo; 6 = Positivo; 7 = Molto positivo).

Nel questionario sono presenti infine 3 item (un item per ogni gioco) volti a valutare l’intenzione di giocare su scala Likert a 7 punti (da 1 = Bassa a 7 = Alta); per valutare l’esposizione mediatica sono invece state inserite 3 domande a risposta aperta relative al numero di ore mensili passate in media a guardare la televisione, su internet, e ad ascoltare la radio.

 

Procedura e Analisi dei dati

È stata richiesta la partecipazione degli studenti durante le lezioni. Inoltre sono stati contattati altri studenti in aree di aggregazione (biblioteche, aree ricreative). Dopo avere fatto firmare il Consenso Informato, i partecipanti hanno compilato il questionario e hanno fornito alcuni dati socio-anagrafici (età, sesso, occupazione, livello scolastico e corso universitario). È stato richiesto anche di indicare se partecipavano a giochi con premi in denaro e, in caso affermativo, con quale frequenza mensile (specificando il gioco).

Sono state calcolate le statistiche descrittive e, per testare le ipotesi, sono state analizzate le correlazioni bivariate tra le variabili oggetto dello studio.

 

Risultati

 

Statistiche Descrittive

Il 53.9% degli studenti ha dichiarato di partecipare a giochi con vincite in denaro. Il gioco più diffuso è il Gratta e Vinci (29.9%), seguito dalle scommesse sportive (22%), il poker (18%) e le lotterie nazionali (13%). Riguardo la frequenza di gioco il 59.9% gioca meno di una volta al mese, mentre l’11.7% gioca più di cinque volte al mese. I dati relativi alle ore di esposizione mediatica mensili evidenziano che i partecipanti passano la maggior parte del tempo in rete (M = 77, SD = 63.21), seguono la televisione (M = 40, SD = 30.67) e la radio (M = 20, SD = 27.72).

 

Esposizione alle pubblicità sul gioco d’azzardo e Intenzione di giocare

È stata testata la prima ipotesi, secondo cui a una più elevata esposizione alle pubblicità sul gioco d’azzardo è associata una maggiore intenzione di giocare. Sono state analizzate le correlazioni tra queste due variabili per ognuno dei tre giochi e per i tre tipi di media. Il poker ha riportato correlazioni modeste e positive tra esposizione alla pubblicità di poker e intenzione di giocare per tutti e tre i media: televisione r(252) = .19, p <.01; internet r(252) = .17, p <.01; altri media r(252) = .17, p <.01.

Per quanto riguarda le lotterie nazionali l’unica correlazione modesta e positiva è tra pubblicità televisive relative alle lotterie nazionali e intenzione di giocare, r(252) = .16, p <.01.

Infine, per le scommesse sportive, le correlazioni sono buone per tutti i media: televisione r(252) = .40, p < .001; internet r(252) = .45, p <.001; altri media r(252) = .31, p < .001.

 

Esposizione alle pubblicità sul gioco d’azzardo e Atteggiamenti verso le pubblicità

Come seconda verifica si ipotizza che una maggior esposizione alle pubblicità sul gioco d’azzardo sia associata a un atteggiamento più favorevole verso le pubblicità. Per poker e lotterie non sono state individuate correlazioni significative tra le due variabili.

Correlazioni significative sono emerse, sebbene basse, tra esposizione alle pubblicità sulle scommesse sportive e atteggiamenti verso queste pubblicità.

Più nello specifico, è stata individuata una correlazione positiva tra esposizione alle pubblicità su internet e altri media e atteggiamento positivo verso queste pubblicità, rispettivamente r(252) = .13, p < .05 e r(252) = .16, p < .01.

È emersa anche una correlazione tra esposizione alle pubblicità su internet e su altri media e la tendenza a giudicare le pubblicità come più piacevoli, rispettivamente r(252) = .13, p < .05, e r(252) = .17, p < .01. Infine, coloro che sono più esposti alle pubblicità in televisione (r(252) = .13, p < .05), internet (r(252) = .15, p < .05) e altri media (r(252) = .17, p < .01) sembrerebbero avere un atteggiamento più favorevole verso di esse.

 

Esposizione alle pubblicità sul gioco d’azzardo e Atteggiamenti verso il gioco

La terza ipotesi afferma che una maggior esposizione alle pubblicità sul gioco d’azzardo è associata ad atteggiamenti più favorevoli verso il gioco pubblicizzato. Per le lotterie, non sono emerse correlazioni significative. Invece, sono state individuate correlazioni statisticamente significative e positive, anche se basse, per il poker e le scommesse sportive (Tabella 1).

 

Tabella 1. Correlazioni tra esposizione alle pubblicità sul gioco d’azzardo e atteggiamenti verso il gioco

Gioco

Atteggiamento

Esposizione alle Pubblicità

 

 

Televisione

Internet

Altri Media

Poker

Negativo/Positivo

.17**

.21***

.17**

 

Sfavorevole/Favorevole

.16**

.19**

.14*

 

Sbagliato/Giusto

.20***

.16**

.14*

 

Spiacevole/Piacevole

.16**

.18**

.13*

Scommesse Sportive

Negativo/Positivo

.21***

.23***

.17**

 

Sfavorevole/Favorevole

.21***

.20***

.16**

 

Sbagliato/Giusto

.21***

.23***

.13*

 

Spiacevole/Piacevole

.24***

.25***

.15*

n = 254. p < .05*. p < .01**. p < .001***.

 

 

Atteggiamenti verso le pubblicità e Intenzione di giocare

 La quarta ipotesi affermava che un atteggiamento più positivo verso le pubblicità sul gioco d’azzardo è associato a un maggior intenzione di giocare al gioco pubblicizzato. Per tutti e tre i giochi sono emerse correlazioni buone e positive (vedi Tabella 2).

 

Tabella 2. Correlazioni tra atteggiamenti verso le pubblicità e intenzione di giocare

Intenzione di Giocare

Atteggiamento verso le Pubblicità

 

Neg/Pos

Sfav/Fav

Sbagl/Giusto

Spiac/Piac

Poker

.38***

.41***

.31***

.36***

Lotterie

.27***

.36***

.29***

.29***

Scommesse Sportive

.37***

.45***

.39***

.45***

n = 254. p < .001***.

 

 

Atteggiamenti verso il gioco e Intenzione di giocare

L’ultima ipotesi sosteneva che un atteggiamento favorevole verso il gioco è associato a una maggior intenzione di giocare al gioco stesso. Sono state individuate correlazioni buone e positive per tutti e tre i giochi (vedi Tabella 3).

 

Tabella 3. Correlazioni tra atteggiamenti verso il gioco e intenzione di giocare

Intenzione di Giocare

Atteggiamento verso il Gioco

 

 

Neg/Pos

Sfav/Fav

Sbagl/Giusto

Spiac/Piac

Poker

.57***

.59***

.53***

.61***

Lotterie

.42***

.46***

.34***

.58***

Scommesse Sportive

.57***

.58***

.53***

.62***

n = 254. p < .001***.

 

 

Discussione

 

È stato ipotizzato, in base allo studio di Lee et al. (2008) e alla Teoria dell’Apprendimento Sociale di Bandura (1977), che l’esposizione alle pubblicità sul gioco d’azzardo sia associata ad atteggiamenti più positivi sia verso le pubblicità che verso il gioco e a una maggiore intenzione di giocare d’azzardo. È stato ipotizzato inoltre che atteggiamenti più positivi sia verso le pubblicità relative ai giochi d’azzardo che verso i giochi pubblicizzati siano associati al Gambling.

Dalle analisi è emerso, come ipotizzato, che un atteggiamento più positivo verso le pubblicità e verso i giochi correla con una maggiore intenzione di giocare d’azzardo. Le correlazioni tra le due variabili sono infatti buone e positive per tutti e tre i giochi esaminati (poker, lotterie, scommesse sportive). Per quanto riguarda invece la relazione tra esposizione alle pubblicità e intenzione di giocare, ovvero l’effetto che i media potrebbero avere sull’intenzione di giocare, sono emerse correlazioni positive ma caratterizzate da valori bassi (con l’eccezione delle scommesse sportive che hanno valori moderati). Infine, le ipotesi relative alla relazione tra esposizione pubblicitaria e atteggiamenti positivi verso le pubblicità e i giochi pubblicizzati non sono state supportate dai risultati delle analisi. Quest’ultimo risultato è in contrasto con lo studio di Lee et al. (2008) e potrebbe essere dovuto al fatto che, mentre nel nostro studio l’esposizione mediatica comprende solo le pubblicità, Lee et al. hanno preso in esame anche l’esposizione a programmi televisivi.

I risultati di questo studio potrebbero essere spiegati facendo riferimento alla Teoria dell’Azione Ragionata di Fishbein e Ajzen (1975), la quale sostiene che l’intenzione di mettere in atto un comportamento è determinata dagli atteggiamenti verso il comportamento stesso e dalle norme soggettive relative ad esso. È emerso infatti che l’intenzione di giocare d’azzardo è correlata agli atteggiamenti verso il gioco (la prima componente della Teoria dell’Azione Ragionata). I mass media sembrerebbero avere un ruolo nel favorire il Gambling dal momento che le analisi hanno evidenziato una correlazione tra gli atteggiamenti verso le pubblicità e l’intenzione di giocare e, sebbene generalmente bassa, anche tra esposizione alle pubblicità e intenzione di giocare. Se le pubblicità non hanno un’influenza sugli atteggiamenti, come suggerito dai risultati di questo studio, potrebbero esercitare un effetto sull’altro fattore proposto da Fishbein e Ajzen (1975), ovvero sulle norme soggettive. In linea con questa ipotesi, Hing et al. (2013) hanno evidenziato che le componenti della Teoria dell’Azione Ragionata, ovvero atteggiamenti e norme soggettive, predicono l’intenzione di giocare.

Potremmo quindi ipotizzare l’esistenza di un possibile collegamento tra la Teoria dell’Azione Ragionata (1975) e la Teoria dell’Apprendimento Sociale (1977). La creazione di modelli comportamentali efficaci e la conseguente accettazione sociale, come teorizzato da Bandura (1977), potrebbero avere un effetto sulla natura delle credenze normative, l’elemento centrale della teoria di Fishbein e Ajzen (1975). Studi futuri potrebbero analizzare la relazione tra queste due teorie (aggiungendo alle analisi le norme soggettive relative al Gambling), al fine di chiarire come i mass media influenzino il gioco d’azzardo problematico. Ad oggi, infatti, abbiamo individuato in letteratura un solo studio condotto con riferimento alla teoria di Bandura (Lee et al., 2008) e un solo studio condotto con riferimento a quella di Fishbein e Ajzen (Hing et al., 2013), mentre non sono ancora stati condotti studi che esaminano entrambi i modelli teorici.

Tra i limiti di questa ricerca, il principale riguarda i partecipanti, poiché non sono persone con una diagnosi di Gambling patologico, ma studenti universitari; i presenti risultati non sono quindi generalizzabili a giocatori d’azzardo patologici. Inoltre l’esposizione alle pubblicità è stata valutata mediante questionari self-report e non con la metodologia di eye-tracking che avrebbe consentito di distinguere tra esposizione pubblicitaria potenziale, reale e percepita (Binde, 2014).

Questa ricerca, nonostante i limiti, ha il merito di avere evidenziato l’associazione tra atteggiamenti verso i giochi e le pubblicità e l’intenzione di giocare d’azzardo negli studenti universitari italiani, un aspetto non ancora analizzato nel nostro Paese. È stata suggerita inoltre l’esistenza di una possibile relazione tra la teoria di Fishbein e Ajzen (1975) e quella di Bandura (1977) e l’importanza di analizzare le norme soggettive negli studi futuri.

Il presente studio, quindi, fornisce un incentivo per l’approfondimento del ruolo dei media nel favorire il Gambling patologico. Capire come i mass media influenzino l’intenzione di giocare d’azzardo ha implicazioni significative a livello preventivo poiché consente di creare pubblicità dissuasive efficaci (ancora assenti in Italia); fornisce inoltre una base a partire dalla quale è possibile proporre leggi al fine di limitare lo sviluppo del Gambling patologico. In Italia è già presente una legge che ha l’obiettivo di regolare le pubblicità sul gioco d’azzardo, ma potrebbe essere modificata in base ai risultati delle ricerche relative all’efficacia dei media nel promuovere atteggiamenti positivi verso il gioco d’azzardo. Infine, per quanto riguarda la prevenzione del gioco d’azzardo, questo studio evidenzia come siano necessari interventi rivolti ai giovani, i quali potrebbero beneficiare di programmi volti ad incrementare la loro consapevolezza dei rischi che l’esposizione mediatica al gioco d’azzardo potrebbe avere per la loro salute psicologica.

 

 

 

References

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Amey, B. (2001). People’s participation in and attitudes to gaming, 1985-2000: Final results of the 2000 survey. Wellington: Department of Internal Affairs.

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Bandura, A. (1977). Social learning theory. Englewood Cliffs NJ: Prentice Hall.

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Binde, P. (2014). Gambling advertising: A critical research review. London: The Responsible Gambling Trust.

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Carlson, M. J., & Moore, T. L. (1998). Adolescent gambling in Oregon: A report to the Oregon Gambling Addiction Treatment Foundation. Salemen (ON): Oregon Gambling Addiction Treatment Foundation.

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Autore per la corrispondenza

Y. Loscalzo. Fax: + 39 055 2755390. Tel: + 39 055 2755071.
Indirizzo e-mail: yura.loscalzo@gmail.com
Università di Firenze, Scuola di Psicologia, Dipartimento di Scienze della Salute, Via di San Salvi 12 - Padiglione 26, 50135 Firenze, Italia.


DOI: 10.14605/CS921614


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