Test Book

Rubriche / Columns

Counseling e psicologia positiva
Counseling and positive psychology

a cura di Antonella Delle Fave

Università degli Studi di Milano

a cura di Annamaria Di Fabio

Università degli Studi di Firenze



Promuove il benessere: il contributo dell’intelligenza emotiva

Il benessere rappresenta un costrutto chiave in ambito psicologico e richiede una particolare attenzione per il suo potenziale preventivo in ambito di promozione sia della salute sia della stessa performance lavorativa (Heuvel, Demerouti, Schaufeli, & Bakker, 2010; Zelenski, Murphy, & Jenkins, 2008). In una prospettiva di prevenzione primaria l’obiettivo è quello di promuovere il benessere, potenziando i fattori che possono proteggere gli individui da eventuali effetti negativi connessi ai rischi psicologici (Hage et al., 2007). La prospettiva preventiva risulta più efficace quando gli sforzi per incrementare le risorse sono combinate con quelli per ridurre i rischi (Hage et al., 2007; Kenny & Hage, 2009) con la finalità di costruire le forze e le risorse degli individui (Di Fabio, 2014).

La psicologia positiva (Seligman & Csikszentmihalyi, 2000), con il suo focus sul potenziamento delle risorse, studia il benessere, distinguendo tra benessere edonico e benessere eudaimonico (Ryan & Deci, 2001). Il benessere edonico risulta composto da una componente affettiva caratterizzata dalla prevalenza di emozioni positive sulle emozioni negative (Watson, Clark, & Tellegen, 1988) e da una componente cognitiva di valutazione in termini di soddisfazione di vita (Diener, Emmons, Larsen, & Griffin, 1985). Il benessere eudaimonico (EWB – eudaimonic well-being; Waterman et al., 2010) si riferisce al benessere psicologico (PWB – psychological well-being; Ryff & Singer, 2008) e riguarda il funzionamento ottimale, la rilevazione del significato della propria vita, gli scopi, l’autorealizzazione, la crescita personale, il flourishing, l’accettazione di sé, gli scopi di vita, la competenza e l’autonomia. Il PWB va oltre il raggiungimento di un senso di SWB e deriva dall’espressione del proprio potenziale (Ryff & Singer, 2008).

In accordo con la prospettiva della psicologia positiva (Seligman & Csikszentmihalyi, 2000) e all’interno di una cornice preventiva (Di Fabio, Kenny, & Minor, 2014; Hage et al., 2007; Kenny & Hage, 2009;), l’intelligenza emotiva è emersa in numerosi recenti studi come una variabile promettente in quanto può essere incrementata attraverso training specifici (Di Fabio & Kenny, 2011).

Dall’analisi della letteratura emerge la complessità del costrutto di intelligenza emotiva. La classificazione proposta da Stough, Saklofske e Parker (2009) effettua fondamentalmente una distinzione tra due modelli: ability-based model (Mayer & Salovey, 1997) e trait emotional intelligence models (Bar-On, 1997; Petrides & Furnham, 2000, 2001). L’ability-based model si riferisce a un insieme di abilità di intelligenza emotiva (Mayer, Salovey, & Caruso, 2000) che possono essere valutate attraverso misure oggettive di performance e di problem-solving (Austin & Saklofske, 2014), mentre i trait emotional intelligence models si riferiscono a disposizioni interne legate alle emozioni degli individui che vengono valutate attraverso misure self-report (Bar-On, 1997; Petrides & Furnham, 2000, 2001). Tra i trait emotional intelligence models, il modello di Bar-On (1997) che si riferisce alla self-reported emotional intelligence e il modello di Petrides e Furnham (2000, 2001) che si riferisce alla trait emotional self-efficacy sono i modelli più conosciuti e utilizzati in letteratura.

Alcuni studi hanno cercato di analizzare la relazione tra intelligenza emotiva e benessere sia edonico che eudaimonico. I risultati appaiono ambigui per l’uso sia di varie misure di intelligenza emotiva sia di differenti misure di benessere con diversi tipi di partecipanti agli studi. Per quanto concerne trait EI e benessere edonico, è emersa una relazione in uno studio condotto su studenti universitari in Spagna e in Australia (Extremera & Fernández-Berrocal, 2005; Gallagher & Vella-Brodrick, 2008; Gannon & Ranzijn, 2005; Gignac, 2006; Palmer, Donaldson, & Stough 2002). Inoltre uno studio effettuato su studenti di scuola superiore italiani (Di Fabio & Saklofske, 2014) ha mostrato associazioni del benessere edonico con la trait EI ma non con l’ability-based EI. Relativamente alla relazione tra trait EI e benessere eudaimonico sono emerse relazioni in lavoratori in India (Raina & Bakhshi, 2013). Inoltre Perera e DiGiacomo (2015) hanno evidenziato relazioni tra la trait EI e la misura di benessere sviluppata da Tennant et al. (2007), che include item che riflettono sia il benessere edonico che quello eudaimonico. I risultati relativi all’ability-based EI in generale appaiono in letteratura più limitati e controversi. Lo studio di Di Fabio e Saklofske (2014) non ha evidenziato relazioni significative tra ability-based EI e benessere edonico in studenti di scuola superiore italiani, mentre Burrus Betancourt, Holtzman e Minsky (2012) hanno trovato una forte associazione tra ability-based EI e il benessere sia edonico che eudaimonico in studenti di scuola superiore e universitari.

Nel tentativo di continuare a studiare e approfondire le relazioni esistenti tra differenti modelli di intelligenza emotiva e diversi tipi di benessere, in uno studio recentemente pubblicato Di Fabio e Kenny (2016) hanno analizzato la relazione di ability-based EI e trait EI con indici di benessere sia edonico sia eudaimonico in studenti di scuola superiore italiani. Per rilevare l’ability-based EI è stato utilizzato il Mayer-Salovey-Caruso Emotional Intelligence Test (Mayer et al., 2002), mentre per rilevare la trait EI sono stati utilizzati sia il Bar-On Emotional Intelligence Inventory (Bar-On, 1997) che il Trait Emotional Intelligence Questionnaire (Petrides & Furnham, 2004). I risultati mostrano il contributo della trait EI nello spiegare il benessere sia edonico (positive affect, negative affect e life satisfaction) che eudaimonico (Life meaningfulness), controllando per gli effetti di intelligenza fluida e personalità. L’ability-based EI, invece, non offre un contributo significativo in questo studio. I risultati del lavoro citato confermano la complessità della relazione tra differenti modelli di intelligenza emotiva e benessere sia edonico che eudaimonico. In ogni caso, se i risultati del recente studio di Di Fabio e Kenny (2016) fossero ulteriormente confermati in ricerche future, si delineerebbero nuove opportunità di intervento, essendo anche la trait EI una variabile che può essere incrementata attraverso training specifici (Di Fabio & Kenny, 2011). Costruire le forze individuali, tra cui l’intelligenza emotiva emerge come un costrutto molto promettente in una prospettiva preventiva (Di Fabio et al., 2014; Hage et al., 2007) e di psicologia positiva (Seligman & Csikszentmihalyi, 2000), è una sfida importante per promuovere il benessere non solo edonico ma anche eudaimonico in termini di meaningfulness e self-realization.

Bibliografia

Bar-On, R. (1997). The Emotional Intelligence Inventory (EQ-i): Technical manual. Toronto, ON: Multi-Health Systems.

Burrus, J., Betancourt, A., Holtzman, S., & Minsky, J. (2012). Emotional intelligence relates to well-being: Evidence from the situational judgment test of emotional management. Applied Psychology Health Well-Being, 4, 151-166.

Diener, E., Emmons, R. A., Larsen, R. J., & Griffin, S. (1985). The satisfaction with life scale. Journal of Personality Assessment, 49(1), 71-75.

Di Fabio, A., & Kenny, M. E. (2011). Promoting emotional intelligence and career decision making among Italian high school students. Journal of Career Assessment, 19, 21-34.

Di Fabio, A. & Kenny, M. E. (2016). Promoting well-being: The contribution of emotional intelligence. In G. Giorgi, M. Shoss, & A. Di Fabio (2016). “From organizational welfare to business success: Higher performance in healthy organizational environments”. Research Topic in Frontiers in Psychology. Organizational Psychology, 7(1182). doi.org/10.3389/fpsyg.2016.01182

Di Fabio, A., Kenny, M. E., & Minor, K. (2014). Emotional intelligence and positive psychology in the schools. In M. J. Furlong, R. Gilman, & E. S. Huebner (Eds.), Handbook of positive psychology in the schools (2nd ed., pp. 450-464). New York: Routledge, Taylor and Francis.

Di Fabio, A., & Saklofske, D. H. (2014). Promoting individual resources: The challenge of trait emotional intelligence. Personality and Individual Differences, 65, 19-23.

Extremera, N., & Fernández-Berrocal, P. (2005). Perceived emotional intelligence and life satisfaction: Predictive and incremental validity using the trait metamood scale. Personality and Individual Differences, 39, 937-948.

Gallagher, E.N., & Vella-Brodrick, D.A. (2008). Social support and emotional intelligence as predictors of subjective well-being. Personality and Individual Differences, 44, 1551-1561.

Gannon, N., & Ranzijn, R. (2005). Does emotional intelligence predict unique variance in life satisfaction beyond IQ and personality? Personality and Individual Differences, 38, 1353-1364.

Gignac, G. E. (2006). Self-reported emotional intelligence and life satisfaction: Testing incremental predictive validity hypotheses via structural equation modeling (SEM) in a small sample. Personality and Individual Differences40, 1569-1577.

Heuvel, M., Demerouti, E., Schaufeli, W., & Bakker, A. B. (2010). Personal resources and work engagement in the face of change. In J. Houdmont & S. Leka (Eds.), Contemporary Occupational Health Psychology: Global Perspectives on Research and Practice (pp. 124-150). Chichester: John Wiley & Sons.

Kenny, M. E., & Hage, S. M. (2009). The next frontier: Prevention as an instrument of social justice. The Journal of Primary Prevention, 30, 1-10.

Hage, S. M., Romano, J. L., Conyne, R. K., Kenny, M., Matthews, C., Schwartz, J. P., & Waldo, M. (2007). Best practice guidelines on prevention practice, research, training, and social advocacy for psychologists. The Counseling Psychologist, 35, 493-566.

Mayer, J. D., & Salovey, P. (1997). What is emotional intelligence? In P. Salovey & D. Sluyter (Eds.), Emotional development and emotional intelligence: Educational implications (pp. 3-31). New York: Basic Books.

Mayer, J. D., Salovey, P., & Caruso, D. R. (2000). Selecting a measure of emotional intelligence: The case of ability scales. In R. Bar-On & J. D. Parker (Eds.), The handbook of emotional intelligence (pp. 320-342). San Francisco: Jossey Bass.

Mayer, J. D., Salovey, P., & Caruso, D. R. (2002). Mayer-Salovey-Caruso Emotional Intelligence Test (MSCEIT): User’s manual. Toronto, Canada: Multi-Health Systems.

Palmer, B., Donaldson, C., & Stough, C. (2002). Emotional intelligence and life satisfaction. Personality and Individual Differences, 33, 1091-1100.

Perera, H. N., & DiGiacomo, M. (2015). The role of trait emotional intelligence in academic performance during the university transition: An integrative model of mediation via social support, coping, and adjustment. Personality and Individual Differences, 83, 208-213.

Petrides, K. V., & Furnham, A. (2000). On the dimensional structure of emotional intelligence. Personality and Individual Differences, 29, 313-320.

Petrides, K. V., & Furnham, A. (2001). Trait emotional intelligence: Psychometric investigation with reference to established trait taxonomies. European Journal of Personality, 15, 425-428.

Petrides, K. V., & Furnham, A. (2004). Technical manual of the Trait Emotional Intelligence Questionnaire (TEIQue). London: University of London, Institute of Education.

Raina, M., & Bakhshi, A. (2013). Emotional intelligence predicts eudaimonic well being. IOSR Journal of Humanities and Social Sciences, 11, 42-47.

Ryan, R. M., & Deci, E. L. (2001). To be happy or to be self-fulfilled: A review of research on hedonic and eudaimonic well-being. In S. Fiske (Ed.), Annual Review of Psychology (Vol. 52, 141-166). Palo Alto, CA: Annual Reviews.

Ryff, C. D., & Singer, B. H. (2008). Know thyself and become what you are: A eudaimonic approach to psychological well-being. Journal of Happiness Studies, 9, 13-39.

Seligman, M. E. P., & Csikszentmihalyi, M. (2000). Positive psychology: An introduction. American Psychologist, 55, 5-14.

Stough, C., Saklofske, D., & Parker, J. (2009). Assessing emotional intelligence: Theory, research, and applications. New York: Springer.

Tennant, R., Hiller, L., Fishwick, R., Platt, S., Joseph, S., Weich, S., … & Stewart-Brown, S. (2007). The Warwick-Edinburgh Mental Well-being Scale (WEMWBS): Development and UK validation. Health & Quality of Life Outcomes, 5(63), 1-13.

Waterman, A. S., Schwartz, S. J., Zamboanga, B. L., Ravert, R. D., Williams, M. K., Bede Agocha, V., … & Donnellan, M. B. (2010). The Questionnaire for Eudaimonic Well-Being: Psychometric properties, demographic comparisons, and evidence of validity. The Journal of Positive Psychology, 5, 41-61.

Watson, D., Clark, L. A., & Tellegen, A. (1988). Development and validation of brief measures of Positive and Negative Affect: The PANAS Scales. Journal of Personality and Social Psychology, 54, 1063-1070.

Zelenski, J. M., Murphy, S. A., & Jenkins, D. A. (2008). The happy-productive worker thesis revisited. Journal of Happiness Studies, 9, 521-537.




Note

1 A

© 2016 Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A.
Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione con qualsiasi mezzo effettuata, se non previa autorizzazione dell'Editore.

Back