La proattività si riferisce al controllo su una situazione prendendo l’iniziativa o anticipando gli eventi invece che trovarsi nella condizione di rispondere ad essi (Oxford English Dictionary, 1989). La personalità proattiva riguarda una disposizione personale verso comportamenti proattivi in grado di avere un impatto sull’ambiente in cui l’individuo vive, in particolare comportamenti motivati al lavoro e allo studio (Bateman & Crant, 1993). Successivamente la definizione di Bateman e Crant (1993) si è arricchita includendo: un insieme di comportamenti di self-starting e di orientamento all’azione volti alla modificazione di un’azione o di qualcuno per una maggiore efficacia personale o organizzativa (Unsworth & Parker, 2003); un’azione anticipatoria che gli individui realizzano per impattare su se stessi e/o sull’ambiente (Parker, Williams, & Turner, 2006); la capacità di svolgere i compiti prima che siano richiesti, inventare nuovi modi di fare le cose, concludere in modo diverso compiti o processi (Grant & Ashford, 2008).

Per quanto concerne la rilevazione della personalità proattiva, Bateman e Crant (1993) hanno costruito la Proactive Personality Scale (PPS) composta da diciassette item con buona affidabilità e validità.

In ambito di orientamento e di career counseling il concetto di proattività appare particolarmente utile per affrontare l’instabilità del mercato del lavoro attuale in continuo cambiamento dove le sfide da affrontare sono sempre più numerose (Guichard, 2013; Savickas, 2011). Gli individui non si confrontano più con sicurezza e stabilità ma con continue transizioni, lavoro flessibile e organizzazioni fluide (Guichard, 2013; Savickas, 2011, 2014). In tale scenario gli individui sono completamente responsabili della direzione che prenderanno le loro vite sia personali che professionali (Guichard, 2013) e del mantenimento della loro employability (Savickas, 2011). La proattività rappresenta una risorsa per l’individuo in una prospettiva di promozione delle forze personali e di prevenzione (Di Fabio & Kenny, 2015; Di Fabio, Kenny, & Claudius, in press; Di Fabio & Saklofske, 2014; Kenny, Di Fabio, & Minor, 2014). Tale caratteristica può costituire infatti un punto di forza per l’individuo per affrontare i continui cambiamenti e le transizioni che caratterizzano il mercato del lavoro del 21° secolo. Inoltre in una cornice di psicologia positiva (Seligman, 2002; Seligman & Csikszentmihalyi, 2000) risulta fondamentale aiutare gli individui a sviluppare il loro potenziale e costruire percorsi professionali e di vita realmente significativi per la persona (Savickas, 2011). In altre parole la psicologia positiva intende facilitare lo sviluppo delle risorse individuali per promuovere un efficace lifelong self and relational management (Di Fabio, 2015) attraverso le numerose transizioni personali e professionali che gli individui devono affrontare nel XXI secolo.

In tale cornice di riferimento appare significativo poter disporre di uno strumento valido e attendibile per la rilevazione della personalità proattiva anche nel contesto italiano, per poter ampliare le prospettive di ricerca e di intervento in ambito di orientamento e career counseling. Il presente studio si è pertanto posto l’obiettivo di analizzare le proprietà psicometriche della Proactive Personality Scale nella versione italiana a cura di Di Fabio e Gori, al fine di poter offrire un primo contributo alla validazione dello strumento per l’utilizzo nel contesto italiano.

Metodo

Partecipanti

Hanno partecipato al presente studio 239 studenti dell’Università degli Studi di Firenze di cui 73 maschi (30.54%) e 166 femmine (69.46%) con un’età media di 23.34 (DS = .67).

Strumenti

Proactive Personality Scale. Per valutare la personalità proattiva è stata utilizzata la Proactive Personality Scale (Bateman & Crant, 1993) nella versione italiana a cura di Di Fabio e Gori. Questa scala è composta da 17 item con modalità di risposta su scala Likert a 7 punti (da 1 = Fortemente in disaccordo a 8 = Fortemente d’accordo). Esempi di item sono: «Sono costantemente alla ricerca di nuovi modi per migliorare la mia vita», «Se vedo qualcosa che non mi piace, posso modificarlo». Gli item della versione originale della Proactive Personality Scale sono stati tradotti tramite il metodo della back translation.

Big Five Questionnaire. Per valutare i tratti di personalità è stato utilizzato il Big Five Questionnaire (BFQ) di Caprara, Barbaranelli e Borgogni (1993). Il questionario, composto da 132 item, individua cinque dimensioni fondamentali per la descrizione e la valutazione della personalità, indicate come Energia (esempio di item «Mi sembra di essere una persona attiva e vigorosa»), Amicalità (esempio di item «Capisco quando la gente ha bisogno del mio aiuto»), Coscienziosità (esempio di item «Tendo a essere molto riflessivo»), Stabilità emotiva (esempio di item «Non mi capita spesso di sentirmi teso»), Apertura mentale (esempio di item «Sono sempre informato su quello che accade nel mondo»). Gli item presentano una modalità di risposta su scala Likert a 5 punti (da 1 = assolutamente falso per me a 5 = assolutamente vero per me. Il coefficiente alfa di Cronbach è di: .81 per l’Energia, .73 per l’Amicalità, .81 per la Coscienziosità, .90 per la Stabilità emotiva e .75 per l’Apertura mentale.

Self-Perceived Employability for Students. Per rilevare l’occupabilità percepita dagli studenti è stata utilizzata la SPES (Rothwell, Herbert, & Rothwell, 2007) nella versione italiana a cura di Di Fabio e Palazzeschi (2013). Il questionario è costituito da 16 item con modalità di risposta su scala Likert da 1 = Fortemente in disaccordo a 5 = Fortemente d’accordo. Esempi di item sono: «Le competenze e le abilità che possiedo sono quelle che i datori di lavoro stanno cercando»; «Le persone che svolgono la professione a cui aspiro sono molto ricercate nel mercato del lavoro». La scala risulta unidimensionale. L’alfa di Cronbach è di .75.

Procedura

Le somministrazioni sono avvenute collettivamente, a opera di personale specializzato e nel rispetto delle leggi sulla privacy. L’ordine di somministrazione è stato controbilanciato per controllare gli effetti dell’ordine di presentazione.

Analisi dei dati

La struttura fattoriale della versione italiana della Proactive Personality Scale è stata verificata mediante un’Analisi Fattoriale Confermativa (AFC) attraverso l’utilizzo del programma statistico AMOS versione 6 (Arbuckle, 2005) con il metodo della massima verosimiglianza. L’adeguatezza del modello è stata analizzata facendo riferimento non soltanto al valore di χ2 (dato che tale statistica risulta influenzata dall’elevata numerosità dei partecipanti), ma anche valutando altri indici di adattamento quali: il rapporto tra il valore di χ2 e i gradi di libertà (χ2/df) per cui valori del rapporto compresi tra 1 e 3 sono considerati indicatori di un buon adattamento; il Comparative Fit Index (CFI, Bentler, 1990) e il Non-Normed Fit Index (NNFI, Tucker & Lewis, 1973) per i quali valori superiori a .90 indicano una buona adeguatezza del modello (Bentler, 1990); il Root Mean Square Error of Approximation (RMSEA, Browne & Cudeck, 1993) per il quale valori inferiori a .08 indicano un buon adattamento del modello ai dati (Browne, 1990). L’attendibilità della versione italiana della Proactive Personality Scale è stata verificata mediante il calcolo dell’alfa di Cronbach e delle correlazioni item-totale corrette. Inoltre per verificare alcuni aspetti di validità concorrente, sono state esaminate, mediante il coefficiente r di Pearson, le correlazioni della Proactive Personality Scale con il BFQ e la SPES.

Risultati

Per verificare la struttura unifattoriale della Proactive Personality Scale, si è proceduto a un’analisi fattoriale di tipo confermativo. Gli indici di Goodness of Fit sono riportati in Tabella 1.

Tabella 1

Analisi fattoriale Confermativa: Goodness of Fit

Schermata 2016-02-08 alle 17.02.41

Relativamente agli indici considerati, la versione italiana della scala conferma una struttura unidimensionale. Al fine di verificare la consistenza interna dello strumento in esame sono stati calcolati il coefficiente alfa di Cronbach e le correlazioni item-totale corrette. L’alfa di Cronbach è risultato pari a .91 e le correlazioni item-totale corrette tutte positive e vanno da .35 a .73.

 

Tabella 2

Correlazioni della Proactive Personality Scale con il BFQ e la SPES Schermata 2016-02-08 alle 17.04.24

Discussione

L’obiettivo del presente lavoro è stato quello di analizzare le proprietà psicometriche della versione italiana della Proactive Personality Scale a cura di Di Fabio e Gori.

L’Analisi Fattoriale Confermativa evidenzia l’adeguatezza del modello unimensionale come per la versione originale (Bateman & Crant, 1993). L’attendibilità della scala verificata mediante il calcolo del coefficiente alfa di Cronbach e le correlazioni item-totale corrette è risultata adeguata. Le correlazioni della versione italiana della Proactive Personality Scale il BFQ e la SPES sottolineano un’adeguata validità concorrente della scala relativamente alle misure effettuate. Le relazioni positive e significative ma moderate tra la PPS e le dimensioni del BFQ depongono per un’adeguata validità relativamente alle misure effettuate, sottolineando il legame tra proattività e tratti di personalità ma evidenziando contemporaneamente che si tratta di due costrutti distinti come evidenziato in letteratura (Bateman & Crant, 1993). Inoltre le correlazioni tra la PPS e la SPES mostrano il legame esistente tra la personalità proattiva e la percezione di occupabilità dell’individuo, sottolineando l’importanza della proattività come risorsa personale per affrontare le sfide del XXI secolo.

Sebbene i risultati ottenuti mostrino come la versione italiana della Proactive Personality Scale risulti uno strumento valido e attendibile per la misura della proattività anche nel contesto italiano, il presente studio ha il limite di aver esaminato le proprietà psicometriche di tale scala esclusivamente con un gruppo di studenti dell’Università degli Studi di Firenze che non risultano rappresentativi della realtà degli studenti universitari in Italia. Studi futuri dovrebbero pertanto considerare gruppi di partecipanti maggiormente rappresentativi della realtà italiana, comprendendo studenti universitari di altre aree geografiche in Italia e anche studenti di scuola superiore e adulti.

Nonostante i limiti evidenziati, la versione italiana della Proactive Personality Scale appare uno strumento in grado di rilevare in maniera accurata la proattività anche nel contesto italiano. La possibilità di disporre di tale strumento offre nuove prospettive di ricerca e di intervento in ambito di orientamento e career counseling, sottolineando l’importanza della personalità proattiva come significativa risorsa per la costruzione di percorsi di sviluppo professionale significativi per l’individuo nel mercato del lavoro attuale caratterizzato da continui cambiamenti e imprevedibilità.

Bibliografia

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