Nell’epoca post-moderna gli individui non sperimentano più stabilità e sicurezza, ma si confrontano con un mercato del lavoro in continuo cambiamento, dove le sfide da affrontare e le transizioni sono sempre più numerose (Savickas, 2011, 2014). Mentre nel XX secolo la carriera si sviluppava all’interno di organizzazioni stabili (Savickas, 2011, 2014), nel XXI secolo la carriera risulta appartenere alla persona e non più all’organizzazione (Duarte, 2004). Gli individui sono pertanto considerati responsabili della direzione che prenderanno le loro vite sia personali che professionali (Guichard, 2013). Dunque non si fa più riferimento al career development ma al career management (Savickas, 2013) e la nuova sfida per gli individui nel XXI secolo non è più saper decidere ma saper diventare (Di Fabio, 2014d, in press; Savickas, 2011, 2014). In tale cornice di riferimento assume rilevanza l’identità narrativa per la costruzione del progetto professionale e di vita (Guichard, 2004, 2009, 2013). L’identità narrativa richiama i concetti di narratività, biograficità e in particolare di riflessività su se stesso e sui progetti futuri (Di Fabio, 2014b, 2014d). Il concetto di narratività riguarda in maniera trasversale sia la Career Construction Theory (Savickas, 2005) sia la Life Construction Theory (Guichard, 2013). Si riferisce al concetto di costruzione del Sé come storia, dove la narratività consente di elaborare il problema, permettendo di diminuire la confusione e di sviluppare progetti futuri (Savicks, 2005). La narrazione della propria esistenza connette gli individui con la propria costellazione di complessità (Di Fabio, 2014d), fornendo un ponte biografico per costruire, ricostruire e contenere il Sé, quando impatta con le transizioni della realtà odierna (Savickas, 2005, 2011).

Grazie alla narratività gli individui aumentano la loro biograficità (Alheit & Daussien, 1999; Savickas, 2011). La biographical agency permette di affrontare le transizioni, dando un significato personale ai ricordi passati, alle esperienze presenti e alle aspirazioni future, generando un tema di vita (Savickas, 2011, 2014) e consentendo di disambiguare tra i molteplici Sé plurali (Guichard, 2009).

In relazione alla costruzione del Sé e dell’identità (Guichard, 2004, 2005, 2009), si delinea il concetto di Forma Identitaria Soggettiva (FIS, Guichard, 2010) che corrisponde sostanzialmente a uno specifico ruolo sociale, comprendendo il modo in cui un individuo percepisce se stesso in tale ruolo. Una FIS si configura come il modo di essere, agire e interagire in determinati contesti (Guichard, 2010). Le FIS confluiscono nel Sistema di Forme Identitarie Soggettive (SFIS) che rappresentano l’articolazione dei Sé plurali della persona. La costruzione identitaria passa dunque attraverso la consapevolezza relativa a ciascuna Forma Identitaria Soggettiva Ambita (FISA) per la persona, alla articolazione delle FISA in ordine di priorità, in temini di core FIS che esprimono il bisogno di self-actualization della persona, alle FIS secondarie come elementi comunque significativi nello SFIS dell’individuo (Guichard, 2010). In particolare la core FIS corrisponde a un dominio di vita nel quale la persona vuole raggiungere uno stato di eccellenza che dà significato alla propria vita ed è legata all’aspettativa di raggiungere un obiettivo che ha valore per la persona (Guichard, 2013).

Nelle società post-moderne il significato riflessivo è alla base dell’azione deliberata per costruire uno storied self (Savickas, 2011). L’individualizzazione dei percorsi di vita richiede agli individui di assumersi una sempre maggiore responsabilità personale nel dar forma alle proprie vite (Guichard, 2013; Savickas, 2011, 2013). A tale proposito è importante la riflessività nella costruzione delle vite personali e professionali degli individui (Guichard, 2005; Savickas, 2005). La riflessività rappresenta anche un aspetto fondamentale degli interventi di dialogue career counseling (Guichard, 2013). È possibile distinguere due tipi di riflessività: duale e ternaria (Guichard, 2004, 2005). La riflessività duale costituisce un processo di identificazione come costruzione dell’individuo a immagine dell’altro e come sforzo di diventare come tale modello (o sforzo di contro-identificarsi con tale modello), rifiutando uno specifico modello di ruolo o un particolare ideale (Guichard, 2004, 2005). La riflessività ternaria rappresenta un dialogo con il Sé attraverso tre posizioni: l’“Io” che è in una certa posizione, il “tu” che risponde e il “lui/lei” che ha una prospettiva in terza persona (Guichard, 2004, 2005). In questo modo l’individuo può osservare se stesso da differenti punti di vista per identificare obiettivi e progetti futuri e costruire il proprio Sé futuro (Finlay & Gough, 2003). È possibile attuare un’ulteriore distinzione tra riflessione (reflecting, Polkinghorne, 2005; Savickas, 2005) e riflessività (reflexivity, Kuenzli, 2006; Schön, 1987). La riflessione (reflecting) riguarda pensare a qualcosa dopo che un evento è accaduto (Finlay & Gough, 2003). La riflessività (reflexivity) rappresenta un processo, dinamico e continuo di consapevolezza di Sé (Finlay & Gough, 2003). Ulteriori distinzioni possono riguardare la critical self-reflection e la meta-riflessione. La critical self-reflection conduce a processi di meta-riflessione (Maree, 2013); la meta-riflessione include tre differenti livelli di riflessione (Maree, 2013): riflessione in azione (reflection-in-action) come riflessione su alcune problematiche mentre si sta agendo; riflessione sull’azione (reflection-on-action) come pensiero retrospettivo o pensiero successivo a un’azione o a un evento; riflessione per l’azione (reflection-for-action) come riflessione pro-attiva che denota una riflessione che precede una particolare azione. Nel corso degli interventi narrativi, gli individui riflettono sulle loro vite attraverso la narrazione delle proprie storie professionali e di vita (Savickas, 2011, 2014). Attraverso processi di riflessività e meta-riflessione gli individui vengono facilitati a rintracciare gli aspetti di sé più autentici e a riflettere sui propri progetti futuri (Guichard, 2013; Maree, 2013; Savickas, 2011). La consapevolezza del proprio Authentic Self (Di Fabio, 2014b, 2014d) appare fondamentale, in quanto per costruire in maniera autonoma i propri progetti futuri è importante per l’individuo entrare in contatto con gli aspetti più autentici del proprio Sé per arrivare ad un Purposeful Self (Di Fabio, 2014b, 2014d). Si sottolinea in questa prospettiva anche il Self-attunement (Di Fabio, 2014b, 2014d) che considera da un lato i talenti e il potenziale oggettivi (cosa io sono capace di fare), dall’altro lato i talenti e il potenziale soggettivi (cosa mi energizza, cosa mi motiva a fare). Il Self-attunement procede attraverso il “go between the concepts” (Guichard, 2013), in questo caso tra oggettività e soggettività piena di significato, per promuovere una maggiore performance basata su obiettivi realmente significativi per la persona (Di Fabio, 2014b, 2014d). Risulta fondamentale potenziare la capacità riflessiva degli individui (Bangali & Guichard, 2012; Guichard, 2013) in relazione a se stessi e al loro sé autentico, consentendo loro di collocare la propria esistenza in una cornice di riferimento che sia realmente significativa per loro. Per gli individui si tratta di costruire progetti professionali e di vita basandosi sulla formula personale del successo di Savickas (2011, 2014). Questa formula evidenzia la rilevanza di avere consapevolezza piena dei propri valori e scopi di vita per realizzare un progetto di sviluppo professionale e di vita effettivamente significativo e soddisfacente per l’individuo. L’essere in contatto con il proprio Sé autentico (Di Fabio, 2014b, 2014d) e con i propri valori e scopi di vita più profondi consente agli individui di definire le loro vite e di decidere autonomamente e responsabilmente (Savickas, 2013), unificando le loro identità che nel contesto attuale risultano sempre più fluttuanti (Guichard, 2013) e giungendo a una consapevolezza identitaria purposeful (Di Fabio, 2014b, 2014d).

In relazione allo sviluppo della consapevolezza identitaria purposeful e ai processi di riflessività, è importante considerare l’utilità della riflessione sulle strategie di presentazione di Sé (Di Fabio, 2014b, 2014d; Pauhlus, 1984, 1986). Di particolare rilievo risulta la differenziazione effettuata da Pauhlus (1984, 1986) che distingue la gestione dell’impressione (impression management), come distorsione consapevole in favore di Sé, dall’autoinganno (self-deception), come autopresentazione rivolta a se stessi con distorsione inconsapevole. La riflessione dell’individuo su tali vincoli nella presentazione di Sé viene favorita da processi metacognitivi e metaemotivi grazie a narratività, biograficità e riflessività, per favorire e raggiungere una maggiore consapevolezza identitaria purposeful (Di Fabio, 2014b, 2014d). Tali processi considerano il rapporto con il contesto sociale e gli altri significativi che è implicato nella gestione dell’impressione da un lato, dall’altro gli aspetti più autentici di Sé con attenzione all’autoinganno (Di Fabio, 2014b, 2014d).

La riflessività è alla base della meta-competenza per il XXI secolo: saper diventare (Di Fabio, 2014d, in press). Dimensioni di rilievo risultano la progettualità chiara e definita, l’autenticità della propria progettualità, la consapevolezza dei rischi progettuali insiti nei processi di acquiescenza (Di Fabio, 2014e). La progettualità riguarda la chiarezza relativa ai propri progetti, a ciò che si vuole diventare nei prossimi capitoli della propria vita e una loro definizione con consapevolezza delle implicazioni relative. L’autenticità come consapevolezza relativa ai propri progetti di vita ancorati ai propri valori più autentici, al proprio Sé autentico in linea con un pieno significato per se stessi. Il riconoscimento dell’acquiescenza come tendenza a dichiararsi d’accordo e ad accettare progettualità eterodirette, conformandosi passivamente ai valori della società in cui si vive e/o dei gruppi di appartenenza piuttosto che ai propri valori più autentici.

Per rilevare il costrutto di riflessività sui progetti futuri, Di Fabio ha messo a punto la Life Project Reflexivity Scale (LPRS) come contributo a sostegno degli interventi e delle azioni di prevenzione. Il presente studio si è pertanto posto l’obiettivo di analizzare le proprietà psicometriche della Life Project Reflexivity Scale a cura di Di Fabio.

Metodo

Partecipanti

Hanno partecipato al presente studio complessivamente 293 studenti dell’Università degli Studi di Firenze (121 maschi, 41.30%; 172 femmine, 58.70%). Su 116 studenti (49 maschi, 42.24%; 67 femmine, 57.76%) è stata condotta una preliminare Analisi Fattoriale Esplorativa (AFE). Su 177 studenti (72 maschi, 40.67%; 105 femmine, 59.32%) è stata condotta la successiva Analisi Fattoriale Confermativa (AFC).

Strumenti

Life Project Reflexivity Scale (LPRS). Per valutare la riflessività sui progetti futuri è stata utilizzata la Life Project Reflexivity Scale (LPRS) a cura di Di Fabio. La versione iniziale della scala era composta da 21 item. In seguito all’Analisi Fattoriale Esplorativa (i cui risultati saranno mostrati nel presente studio) si è giunti a una versione composta da 14 item confermata dalla successiva Analisi Fattoriale Confermativa. Il formato di risposta degli item è su scala Likert a 5 punti (da 1 = Fortemente in disaccordo a 5 = Fortemente d’accordo). La scala rileva tre dimensioni: Progettualità (esempio di item: «I progetti per la mia vita futura sono chiari e definiti»); Autenticità (esempio di item: «I miei progetti per la mia vita futura sono ancorati ai miei valori più autentici»); Acquiescenza (esempio di item: «I miei progetti per la mia vita futura sono ancorati più ai valori della società in cui vivo che ai miei valori autentici»).

Authenticity Scale (AS). Per valutare l’autenticità è stata utilizzata l’Authenticity Scale (Wood, Linley, Maltby, Baliousis, & Joseph, 2008) nella versione italiana a cura di Di Fabio (2014a). Questo strumento è composto da 12 item rispetto ai quali il soggetto deve esprimere il proprio grado di accordo su una scala Likert a 7 punti (da 1 = Non mi descrive bene a 7 = Mi descrive bene). Si articola in tre dimensioni: Self-alienation, Authentic living, Accepting external influence. L’attendibilità dello strumento, misurata attraverso l’alfa di Cronbach è di .80 per il totale, .81 per la dimensione Self-alienation, .79 per la dimensione Authentic living, .84 per la dimensione Accepting external influence.

Meaningful Life Measure. Per valutare il meaning in life è stata utilizzata la Meaningful Life Measure (MLM, Morgan & Farsides, 2009) nella versione italiana a cura di Di Fabio (2014c). Questo strumento è composto da 23 item rispetto ai quali il soggetto deve esprimere il proprio grado di accordo su una scala Likert a 7 punti (da 1 = Completamente in disaccordo a 7 = Completamente d’accordo). Si articola in cinque dimensioni: Exciting life, Accomplished life, Principled life, Purposeful life, Valued life. L’attendibilità dello strumento, misurata attraverso l’alfa di Cronbach è di .85 per il totale, .85 per la dimensione Exciting life, .87 per la dimensione Accomplished life, .86 per la dimensione Principled life, .85 per la dimensione Purposeful life, .84 per la dimensione Valued life.

Procedura

Le somministrazioni sono avvenute collettivamente, a opera di personale specializzato e nel rispetto delle leggi sulla privacy. L’ordine di somministrazione è stato controbilanciato per controllare gli effetti dell’ordine di presentazione.

Analisi dei dati

La struttura fattoriale della Life Project Reflexivity Scale è stata analizzata preliminarmente mediante un’Analisi Fattoriale Esplorativa (AFE), utilizzando il metodo Principal Axis Factoring con rotazione Promax. La struttura fattoriale è stata successivamente verificata mediante un’Analisi Fattoriale Confermativa (AFC) attraverso l’utilizzo del programma statistico AMOS versione 6 (Arbuckle, 2005) con il metodo della massima verosimiglianza. L’adeguatezza del modello è stata analizzata facendo riferimento non soltanto al valore di χ2 (dato che tale statistica risulta influenzata dall’elevata numerosità dei partecipanti), ma anche valutando altri indici di adattamento quali: il rapporto tra il valore di χ2 e i gradi di libertà (χ2/df) per cui valori del rapporto compresi tra 1 e 3 sono considerati indicatori di un buon adattamento; il Comparative Fit Index (CFI, Bentler, 1990) e il Non-Normed Fit Index (NNFI, Tucker & Lewis, 1973) per i quali valori superiori a .90 indicano una buona adeguatezza del modello (Bentler, 1990); il Root Mean Square Error of Approximation (RMSEA, Browne & Cudeck, 1993) per il quale valori inferiori a .08 indicano un buon adattamento del modello ai dati (Browne, 1990). L’attendibilità della Life Project Reflexivity Scale è stata verificata mediante il calcolo dell’alfa di Cronbach e delle correlazioni item-totale corrette. Inoltre per verificare la validità concorrente, sono state esaminate, mediante il coefficiente r di Pearson, le correlazioni della Life Project Reflexivity Scale con l’AS e la MLM.

Risultati

La Life Project Reflexivity Scale (LPRS) è stata sottoposta ad Analisi Fattoriale Esplorativa (AFE), utilizzando il metodo Principal Axis Factoring con rotazione Promax, su 116 studenti universitari. Sono stati verificati i prerequisiti della matrice di correlazione tramite l’indice Kaiser-Meyer-Olkin (KMO) verificandone l’adeguatezza per indici > .70 e la significatività del test di sfericità di Bartlett che accerta l’effettiva covarianza delle variabili analizzate. È stata individuata una struttura a tre dimensioni, corrispondente a quella del modello teorico ipotizzato alla quale si è giunti eliminando 7 item. I tre fattori estratti spiegano complessivamente il 61.38% della varianza (vedi Tabella 1).

Tabella 1
Risultati dell’AFE (metodo Principal Axis Factoring, rotazione Promax)

Schermata 2015-11-17 alle 10.45.48Nota. N = 116. Sono riportate le saturazioni maggiori di .40.
  

Per confermare la struttura a tre dimensioni della Life Project Reflexivity Scale individuata con l’AFE, è stata successivamente effettuata un’analisi fattoriale di tipo confermativo su 177 studenti universitari. Gli indici di Goodness of Fit sono riportati in Tabella 2.

Tabella 2
Analisi fattoriale Confermativa: Goodness of Fit

Schermata 2015-11-17 alle 10.46.28
  

Al fine di verificare la consistenza interna dello strumento in esame sono stati calcolati il coefficiente alfa di Cronbach per il totale e per le tre dimensioni (vedi Tabella 3) e le correlazioni item-totale corrette.

Le correlazioni item-totale corrette sono tutte positive e significative e vanno da .77 a .46 per la dimensione Progettualità e da .78 a .48 per la dimensione Autenticità e da .80 a .51 per la dimensione Acquiescenza.

Tabella 3
Alfa di Cronbach per le tre dimensioni della Life Project Reflexivity Scale e per il punteggio totale

Schermata 2015-11-17 alle 10.46.50Nota. N = 177. ** p < .01.
    

Le correlazioni della Life Project Reflexivity Scale con la AS e la MLM sono riportate in Tabella 4.

Tabella 4
Correlazioni della Life Project Reflexivity Scale con la AS e la MLM

Schermata 2015-11-17 alle 10.47.17Nota. N = 177. ** p < .01.

Discussione

L’obiettivo del presente lavoro è stato quello di verificare le proprietà psicometriche della Life Project Reflexivity Scale (LPRS) a cura di Di Fabio. Attraverso una preliminare analisi fattoriale esplorativa e una successiva analisi fattoriale confermativa è emerso un modello multifattoriale a tre dimensioni: progettualità definita, in termini di chiarezza relativa ai propri progetti futuri, vale a dire in riferimento a ciò che si vuole diventare nei prossimi capitoli della propria storia di vita, con una precisa e consapevole definizione delle relative implicazioni; autenticità, come consapevolezza relativa ai propri progetti di vita ancorati ai propri valori più autentici, al proprio Sé autentico in linea con un pieno significato per se stessi; acquiescenza come tendenza a dichiararsi d’accordo e ad accettare progettualità eterodirette, conformandosi ai valori della società in cui si vive e/o dei gruppi a cui si appartiene piuttosto che ai propri valori più autentici. L’attendibilità delle tre dimensioni emerse e del punteggio totale della scala è risultata adeguata. Le correlazioni della Life Project Reflexivity Scale con l’Authenticity Scale e la Meaningful Life Measure mostrano un’adeguata validità concorrente della scala relativamente alle misure effettuate.

Dai risultati emersi dal presente studio è possibile concludere che la Life Project Reflexivity Scale risulta essere uno strumento valido e attendibile per la misura della riflessività progettuale nel contesto italiano con studenti universitari. Tale studio presenta tuttavia il limite di aver analizzato le proprietà psicometriche della Life Project Reflexivity Scale esclusivamente con un gruppo di studenti dell’Università degli Studi di Firenze che non risultano rappresentativi della realtà italiana. Future ricerche dovrebbero pertanto prendere in considerazione gruppi di partecipanti maggiormente rappresentativi della realtà italiana, comprendendo studenti universitari di altre aree geografiche in Italia, studenti di scuola superiore e adulti. Sarebbe inoltre interessante verificare i risultati anche in contesti internazionali per favorire confronti con altri Paesi in relazione alla riflessività per i progetti futuri.

Nonostante i limiti evidenziati, la Life Project Reflexivity Scale si pone all’attenzione di quanti operano nell’ambito dell’orientamento e del career counseling nel XXI secolo come uno strumento in grado di rilevare in maniera accurata la riflessività sui progetti futuri in termini di progettualità definita, autenticità e acquiescenza. Disporre di uno strumento in grado di rilevare in maniera valida e attendibile il costrutto di riflessività sui progetti futuri offre la possibilità di un potenziamento in termini sia di ricerche sia di interventi in ambito di orientamento e career counseling, essendo la riflessività progettuale un aspetto fondamentale per la costruzione autonoma del progetto professionale e di vita degli individui (Di Fabio, 2014b, 2014c; Guichard, 2004, 2009, 2013; Savickas, 2011, 2014).

 

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