Vol. 17, n. 1, febbraio 2024 — pp. 138-140

INTERVISTE/INTERVIEWS

a cura di (edited by) Annamaria Di Fabio

Intervista a Gabriele Giorgi1

  1. Il ruolo di Vicenzo Majer nella costruzione della cultura scientifica degli assessment center in Italia

«Cari lettori», così avrebbe scritto il prof. Vincenzo Majer. Il professore, mentore e supervisore del mio PhD, è stato un pioniere della disciplina, ha contribuito fortemente allo sviluppo degli assessment center sviluppando e costruendo strumenti psicometrici – ancora oggi utilizzati dalle aziende. Ha saputo coniugare ricerca e professionalità cogliendone i fecondi stimoli che reciprocamente potevano essere lanciati.

Grazie alla sua profonda capacità scientifica e alla spiccata «aziendalità» ha messo a disposizione della comunità scientifica e professionale conoscenze salienti, metodi rigorosi, prassi operative eccellenti, best practices aziendali.

  1. Purismo e rigore scientifico dei metodi e degli strumenti di misurazione: la lezione di Vincenzo Majer

La lezione di Vincenzo Majer era fortemente motivante e coinvolgente, inclusiva, ma allo stesso tempo esaltava la distintività e la purezza della figura dello psicologo del lavoro e delle organizzazioni. Il rigore dei metodi e degli strumenti era essenziale perché specchio fedele di quanto si stesse sviluppando la ricerca scientifica e, nel contempo, la qualità dell’impegno professionale degli psicologi del lavoro e delle organizzazioni.

Risultava fondamentale misurare i variegati costrutti con oggettività, con la massima precisione, avvalendosi di strumenti collaudati e garantiti, di tecniche multi-metodo e di più valutatori/assessor.

  1. Vincenzo Majer e la Scuola della Psicologia della Selezione e degli Assessment Center in Italia: da Padova a Firenze

Il prof. Majer dopo una ricca e lunga esperienza padovana, ha creato una ricca Scuola della Psicologia della Selezione e degli Assessment center a Firenze. Tante ricerche, tanti interventi organizzativi con numerose aziende e multinazionali che si sono avvalse dei suoi strumenti, delle attività di assessment, di development center e di valutazione del potenziale. Numerosi sono anche i test pubblicati dalla casa editrice Giunti OS durante gli anni di insegnamento a Firenze. Inoltre, il prof. Majer ha portato a Firenze umanità, passione, calore, energia, nonché emozioni contagiose e autentiche. Quest’ultime erano frutto di un sentimento che poteva appartenere solo a chi aveva veramente creduto, investito e lottato per la psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Ricordo ancora con tanta nostalgia i nostri resoconti sulle selezioni del personale effettuate, i confronti come assessor nella valutazione del potenziale, la generazione di idee per costruire nuovi strumenti o percorrere nuove piste di ricerca. Immancabile era poi parlare di viaggi! La nostra passione per i viaggi era talmente vivida che sovrastava anche la forza della ricerca, ma in fin dei conti anche la ricerca è un viaggio, come ci ricordava Vincenzo, è un’attività senza fine.

Concludo questa breve intervista con il sogno di Vincenzo Majer. Accanto a misurazioni rigorose e a dati statistici ci devono essere aspirazioni, passioni e sogni. Come lui sono fermamente convinto che, senza ideali, valori, sogni o fantasie, non ci possano essere progettualità, stimoli, crescita e sviluppo.

Si riportano le parole del prof. Vincenzo Majer

Anch’io ho un sogno: quello di vedere organizzazioni dove efficacia ed efficienza si coniughino veramente, dove la valorizzazione delle risorse umane sia una politica concreta e quotidiana. Sogno una società nella quale i laureati in giurisprudenza si occupino di diritto, i laureati in economia e commercio si occupino di questioni amministrative e finanziarie, i laureati in lettere si dedichino allo studio e/o all’insegnamento. . . e così via per tutti gli altri. Sogno di vedere gli psicologi del lavoro e dell’organizzazione, e non altri, occuparsi di orientamento scolastico/professionale, di selezione, formazione e valorizzazione delle competenze, di valutazione delle posizioni, delle prestazioni e del potenziale, di sviluppo, di piani di carriera e di interventi finalizzati alla rilevazione dei bisogni e alla motivazione, incentivazione delle risorse umane. E ancora li immagino occuparsi dell’ottimizzazione degli ambienti di lavoro, della qualità dei servizi, dell’analisi del clima, di prevenzione/gestione dello stress… Sogno un mondo dove ciascuno faccia il lavoro per il quale ha studiato, verso il quale è motivato e adeguatamente preparato. Forse sogno troppo, ma sono fermamente convinto che, senza ideali, valori, sogni o fantasie, non ci possono essere progettualità, stimoli, crescita e sviluppo.


1 Professore Ordinario di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni, Università Europea di Roma.

 

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