Vol. 14, n. 2, giugno 2021 — pp. 112-113

RECENSIONE

Scaratti, G. (Ed.) (2021).

La ricerca qualitativa nelle organizzazioni. Pratiche di conoscenza situata e trasformativa.

Milano: Raffaello Cortina Editore

pp. 337, € 26,00

Generare la conoscenza relativa alle organizzazioni si basa su processi di costruzione di significati a partire dalla lettura e dalla traduzione dei riferimenti simbolici da parte degli attori coinvolti. Il presente volume aiuta a comprendere il prezioso valore della ricerca qualitativa nelle organizzazioni per accedere a tale conoscenza e a tali significati organizzativi, contribuendo a colmare un vuoto esistente nella manualistica scientifica italiana.

Il testo affronta con sistematicità la ricerca qualitativa e le pratiche per produrre la conoscenza necessaria per comprendere e sostenere i processi organizzativi e la relativa costruzione di significati. Offrendo un quadro approfondito e attuale della ricerca qualitativa nelle organizzazioni, nel volume sono illustrate quattro dimensioni distintive dell’approccio qualitativo: la configurazione sociale degli oggetti di indagine; la logica del sapere situato; le domande di ricerca derivanti dal campo; l’atteggiamento trasformativo della conoscenza generata. Il testo ha inoltre un particolare valore applicativo, presentando una varietà di concrete esperienze e casi studio relativi alla ricerca qualitativa nelle organizzazioni.

Il volume include due parti. La prima parte, «Introduzione fondativa», comprende i primi quattro capitoli scritti dal curatore del volume Giuseppe Scaratti. La seconda parte «Spigolature dal campo: repertori d’uso trasferibili» comprende i capitoli dal quinto al tredicesimo con il contributo di vari autori mentre il capitolo conclusivo, il quattordicesimo dal titolo «Conclusioni. Memoria per il futuro», è sempre a firma di Giuseppe Scaratti in quanto curatore del testo, abile nel ricondurre i contributi al filo rosso del valore aggiunto del significato dell’opera.

Nella prima parte del volume sono sapientemente presentate argomentazioni e stimoli epistemologici sul valore e l’imprescindibilità di una prospettiva qualitativa nella ricerca in ambito organizzativo.

Nel primo capitolo del volume vengono poste le basi della riflessione sull’irrinunciabilità dell’approccio qualitativo, trattando di figura storica del discorso, di figura visuale (o del vedere) del discorso, di figura referenziale (o dell’oggetto del discorso), di figura identitaria (e della ragione applicativa) del discorso, di figura di sintesi del discorso. Nei tre capitoli successivi, attraverso l’utilizzo anche di metafore vitali e di movimento (passeggiate nei boschi organizzativi, elementi di analisi e coordinate teoriche di riferimento per una geografia concettuale, precomprensioni teoriche e configurazione dell’oggetto di indagine di un ricercatore qualitativo nelle organizzazioni) si sottolinea il valore dell’approccio qualitativo per comprendere realtà organizzative sempre più mutevoli e in continuo cambiamento, rese ancora più complesse dalla realtà attuale della pandemia Covid-19.

La seconda parte del volume si focalizza su corrispondenti aspetti applicativi. Nel quinto capitolo, Ciocca, Galimberti e Scaratti delineano il passaggio etnografico, sottolineando il valore dell’etnografia nello studio delle organizzazioni. Il contributo successivo di Galuppo e Ivaldi si focalizza sulla ricerca azione e le sue diverse epistemologie, presentando il caso di una rete di coworking solidale. Il settimo capitolo di Gorli e Piria si focalizza sull’approccio narrativo, sottolineandone le possibilità di applicazione in contesti specifici, la dimensione storico-temporale, culturale e contestuale, fino alle potenzialità di fare memoria come comunità. Il capitolo successivo di Scaratti delinea le pratiche di narrazione organizzativa in tempi di crisi, trattando il contesto e l’istituzione negoziata in uno spazio narrante. Nel nono capitolo Ripamonti e Petrilli si centrano sull’analisi del discorso come approccio di ricerca qualitativa per indagare l’identità organizzativa, presentando il contesto dell’identità e la ricostruzione discorsiva del sindacato. Il capitolo successivo di Ivaldi, Galuppo e Scaratti studia forme di organizzazione e management innovativo mediante una ricerca qualitativa su FabLab. Nell’undicesimo capitolo di Scaratti, Gorli e Galuppo viene offerta una prospettiva per nutrire visioni organizzative differenti e l’attivazione di riflessività grazie a pratiche di videoricerca per la riflessività organizzativa. Il capitolo successivo di D’Angelo, Testa, Tamanza e Gozzoli presenta l’origine e le evoluzioni applicative dal Family Live Space al Disegno Simbolico dello Spazio di Vita Organizzativo (DSSVO) per ricercare e intervenire nelle organizzazioni, offrendo un’applicazione del DSSVO in una cooperativa sociale. Nel tredicesimo capitolo di Scaratti, Testa e Ivaldi viene sottolineato il valore di fare consulenza con sensibilità qualitativa, evidenziando le competenze, il contesto, il processo metodologico. Il capitolo conclusivo di Scaratti sottolinea il valore della ricerca qualitativa nelle organizzazioni e le prospettive future. Termina il volume la postfazione di Benozzo sul valore della ricerca qualitativa per la produzione di conoscenza relativa alle organizzazioni.

Offrendo un approfondimento di estremo valore in relazione alla ricerca qualitativa nelle organizzazioni nel panorama italiano, con le sue pratiche di conoscenza situata e trasformativa, il volume si configura come un imprescindibile e attuale contributo per tutti coloro che sono interessati a comprendere la complessità delle differenti realtà organizzative utilizzando una prospettiva qualitativa, a partire da studiosi, ricercatori, studenti in formazione, inclusa l’ampia categoria dei professionisti, data la ricchezza del quadro teorico di riferimento, delle esperienze sul campo presentate e degli utili spunti operativi offerti.

Annamaria Di Fabio

 

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