Vol. 14, n. 2, giugno 2021 — pp. 1-4
EDITORIALE
Questo secondo numero dell’annata 2021 con la sua modalità open access continua a offrire contributi liberamente fruibili per i lettori. La rivista prosegue pertanto nella sua mission di favorire l’incontro e lo scambio tra professionisti e ricercatori con una facilitazione alla contaminazione positiva in un’ottica transdisciplinare, al fine di promuovere nuove frontiere e nuovi interventi di counseling in differenti ambiti di applicazione, ancorati a stimoli scientificamente validati e condivisi. Il numero risulta ricco di contributi in lingua inglese in modo da favorire e incrementare un proficuo scambio anche a livello internazionale. In questo periodo di pandemia la rivista si propone anche come contenitore per articoli focalizzati sul tema, proponendo evidenze emerse e sviluppi futuri di ricerca e intervento relativi alla condizione generata dal Covid-19.
Questo numero presenta vari contributi che offrono numerose e significative direzioni di ricerca e di intervento.
L’articolo invitato di Di Sivo, Leporelli e Santi costituisce un esempio di transdisciplinarietà tra l’architettura e gli aspetti psicologici considerati salienti dalla Psicologia della sostenibilità e dello sviluppo sostenibile. Il contributo delinea una prospettiva di ricerche e interventi relativi all’Health City Management con l’obiettivo di promuovere politiche per la salute nel contesto urbano, attraverso la partecipazione attiva dei cittadini, con una lettura territoriale dal punto di vista architettonico, urbanistico e sanitario. Assumendo un approccio transdisciplinare, il lavoro è finalizzato a definire le competenze di una nuova figura professionale, quella dell’health city manager che sappia coniugare le necessità di sviluppo della città con la garanzia della salute degli individui in una prospettiva di healthy cities.
La sezione «Studi e ricerche» si apre con il contributo di Zammitti, Zarbo, Santisi e Magnano sul ruolo del coraggio nella mediazione tra paura del Covid-19 e pessimismo. Il coraggio emerge come una promettente risorsa personale per supportare gli studenti universitari nella progettazione della propria carriera, anche durante questo periodo di pandemia. Lo studio prevede due parti, una qualitativa e una quantitativa. Nella parte qualitativa è stato indagato come gli studenti pensano al loro futuro. Nella parte quantitativa si ipotizza che il coraggio possa mediare la relazione tra paura del Covid-19 e pessimismo riferito al proprio futuro lavorativo. I risultati qualitativi mostrato che le preoccupazioni degli studenti sono maggiormente riferite ai rapporti sociali. I risultati quantitativi confermano il modello di mediazione ipotizzato, sottolineando il valore del coraggio come risorsa.
L’articolo di Di Fabio e Gori si focalizza sul costrutto di human capital sustainability leadership e sulle sue relazioni con la workplace relational civility, controllando per i tratti di personalità. La human capital sustainability leadership è un nuovo costrutto di ordine superiore che consente di offrire una risposta alle sfide delle healthy organizations, considerando la prospettiva della psicologia della sostenibilità e dello sviluppo sostenibile. I risultati dello studio mostrano che la workplace relational civility aggiunge una percentuale di varianza incrementale rispetto alla varianza spiegata dai tratti di personalità in relazione alla human capital sustainability leadership, offrendo future prospettive di ricerca e intervento per favorire lo sviluppo sostenibile nelle organizzazioni nella cornice delle healthy organizations.
Il contributo successivo di Zambelli, De Carlo, Mazzetti e Guglielmi riguarda il ruolo dei genitori nel processo di orientamento. La ricerca si propone di esaminare nello specifico il ruolo dei genitori nel processo di scelta della scuola secondaria. I risultati hanno mostrato che il supporto genitoriale percepito è associato a più elevati livelli di capitale psicologico e a un maggiore bisogno di orientamento che, a sua volta, si lega ad un orientamento al futuro positivo, con la promozione di una migliore definizione di obiettivi e piani per il futuro.
L’articolo di Manuti e Giancaspro offre un contributo di ricerca in relazione al tema dell’employability. Nella cornice della letteratura manageriale che sottolinea come una percezione positiva da parte dei lavoratori delle pratiche e delle politiche di gestione delle risorse umane adottate dall’organizzazione possa incidere sui comportamenti organizzativi, il presente studio ha analizzato la relazione tra HRM practices perception ed employability. Ha focalizzato l’attenzione sul ruolo di mediazione giocato dell’organizazional career growth (percezione dei dipendenti delle loro possibilità di sviluppo e avanzamento nella carriera organizzativa) presentando così promettenti prospettive di ricerca e di intervento.
Chiude la sezione il contributo di Loscalzo, Ramazzotti e Giannini che presenta un’indagine pilota quali-quantitativa su studenti universitari relativa a studyholism (condizione di studio eccessivo e soggettivamente problematico) e study engagement in relazione alle conseguenze sullo studio dovute alla pandemia da Covid-19. I risultati mostrano che quasi la totalità degli studenti ha esperito effetti negativi sullo studio, ma che circa la metà dei partecipanti ha avuto anche effetti positivi. Gli studenti che hanno riportato effetti negativi hanno mostrato livelli maggiori di studyholism rispetto agli studenti che non li hanno riportati. Se i risultati di questo studio pilota fossero confermati in ricerche future, si potrebbero aprire interessanti prospettive di intervento per il counseling a supporto degli studenti universitari.
La sezione successiva, dedicata agli strumenti, include il contributo di Di Fabio e Gori relativo alle proprietà psicometriche del positive and negative affect schedule (PANAS) at work. Lo strumento risulta adeguato a misurare il positive affect e il negative affect in maniera specifica nel contesto lavorativo. Tale contributo consente di continuare la ricerca e di aprire nuove prospettive anche di intervento in un’ottica di strength-based prevention perspectives per promuovere healthy organizations.
Questo numero della rivista si configura pertanto, anche grazie al suo formato open access, come uno strumento a disposizione di studiosi e professionisti nei diversi ambiti applicativi del counseling e come un terreno di proficuo scambio tra ricerca e interventi in un’ottica evidence-based. L’auspicio che si rinnova è che un numero sempre maggiore di lettori anche a livello internazionale possa fruire di questa piattaforma di interscambio a servizio tanto della comunità scientifica quanto della comunità professionale. Infatti, la comunità a valore aggiunto che studiosi e professionisti insieme costituiscono può ora avvalersi di questo strumento, sostanzialmente unico in Italia, con il quale diffondere conoscenze e pratiche professionali emergenti in differenti contesti di ricerca e applicazione. Si invitano pertanto ricercatori e professionisti di ambito psicologico ma anche in prospettiva transdisciplinare, a considerare la nostra rivista come un possibile spazio per condividere risultati di ricerca e applicazioni. Presentando inoltre interventi professionali e di trasferimento tecnologico, ancorati ai risultati di ricerca emersi, sarà più facile continuare ad attivare nel contesto scientifico/applicativo circoli virtuosi di riflessione e di dialogo e creare quelle fondamentali sinergie tra mondo della ricerca e mondo professionale da cui possono derivare proficue innovazioni nei servizi pubblici e privati di sostegno e sviluppo delle persone.
Annamaria Di Fabio, Mario Fulcheri, Guido Sarchielli