In letteratura l’approccio preventivo positivo (Di Fabio, 2014; 2017a; Di Fabio & Kenny, 2015, 2016; 2018; Hage at al., 2007; Kenny & Hage, 2009) si è progressivamente soffermato sulle caratteristiche positive e la costruzione delle forze per la riduzione del rischio e in questa cornice si situa l’interesse per la compassione (Batson, Change, Orr, & Rowland, 2002; Dovidio & Penner, 2001). La compassione viene riconosciuta come una risorsa essenziale per l’individuo (Snyder & Lopez, 2009) e risulta associata a esiti positivi in termini di emozioni, relazioni con gli altri e comportamenti proattivi (Snyder & Lopez, 2009).

Nonostante il crescente interesse per la compassione e lo sviluppo di interventi volti a incrementarla, la possibilità di progredire in questo ambito appare ostacolata dalle molteplici concettualizzazioni del costrutto (Gu, Cavanagh, Baer, & Strauss, 2017). A questa complessità definitoria si aggiunge il fatto che tale costrutto appare connesso, e talvolta considerato sovrapposto, con costrutti simili quali ad esempio l’empatia, la simpatia, l’altruismo, la gentilezza, ecc. (Gu et al., 2017). Sono emerse in letteratura anche relazioni tra la compassione (compassion) e la compassione verso se stessi (self-compassion) (Neff, 2003), sebbene i due costrutti si siano delineati come distinti. La compassione è risultata anche legata all’intelligenza emotiva (Beauvais, Andreychik, & Henkel, 2017), sottolineando come la capacità di riconoscere e gestire le proprie e altrui emozioni possa essere in relazione con la capacità di provare compassione verso gli altri.

Goetz, Keltner e Simon-Thomas (2010) hanno evidenziato che la compassione risulta un costrutto specifico e multidimensionale, che può essere differenziato da stati connessi in termini di processi di valutazione, esperienza affettiva, risposte fisiologiche e schemi comportamentali coinvolti nell’incontrare le altre persone in situazione di bisogno.

Strauss et al. (2016), effettuando una rassegna della letteratura sulla compassione, hanno ulteriormente messo in evidenza la natura multidimensionale del costrutto. Sulla base delle loro conclusioni il costrutto di compassione risulta includere cinque dimensioni: (1) riconoscere la sofferenza, (2) comprendere l’universalità della sofferenza nell’esperienza umana, (3) capire i sentimenti delle persone che soffrono connettendosi emotivamente con la loro angoscia, (4) tollerare ogni sensazione di disagio suscitato (ad esempio, paura, disgusto, angoscia, rabbia) in modo tale da rimanere aperti alle persone nella loro sofferenza, (5) agire o essere motivati ​​ad agire per alleviare la sofferenza.

Strauss et al. (2016) hanno anche esaminato sistematicamente i questionari presenti in letteratura per rilevare la compassione, valutandone le proprietà psicometriche. Gli autori hanno concluso che nessuna delle scale analizzate ha valutato complessivamente le cinque dimensioni della compassione e molti di questi strumenti inoltre hanno proprietà psicometriche scarse o inadeguatamente valutate. Sulla base di questi stimoli, Gu et al. (2017) hanno sviluppato la Compassion Scale (CS) che consente di rilevare le cinque dimensioni costitutive del costrutto emerse dall’esame della letteratura: motivazione, tolleranza, comprensione, riconoscimento e connessione emotiva.

Attraverso una serie di analisi fattoriali esplorative, gli autori hanno ottenuto una versione della scala a 22 item. La soluzione a 5 fattori spiega il 49.96% della varianza totale, indicando quindi un modello a 5 dimensioni come adeguato per misurare la compassion. Tale modello è stato anche verificato attraverso un’analisi fattoriale confermativa. Le correlazioni positive e significative con altre misure esistenti del costrutto di compassione sostengono la validità di costrutto dello strumento. La CS (Gu et al., 2017) si configura sia come uno strumento particolarmente attuale sulla base della letteratura relativa al costrutto di compassione, sia come uno strumento attendibile e valido per la misurazione del costrutto e in grado dunque di contribuire a far progredire la ricerca in questo ambito.

Alla luce del quadro teorico fin qui delineato, lo scopo del presente lavoro è quello di analizzare le proprietà psicometriche della versione italiana della Compassion Scale (CS) per il suo utilizzo nel contesto italiano. Per l’analisi della validità concorrente sono state esaminate le relazioni della compassione con la self-compassion (Neff, 2003) e l’intelligenza emotiva (Beauvais et al., 2017) sulla base delle relazioni emerse in letteratura.

 

Metodo

 

Partecipanti

 

Gli strumenti sono stati somministrati a 274 partecipanti, di cui 108 maschi (39.41%) e 166 femmine (60.58%). I partecipanti hanno un’età compresa tra i 20 e i 65 anni, con una media di 38.43 e una deviazione standard di 13.23.

 

Strumenti

 

Compassion Scale (CS). Per valutare la compassione è stata utilizzata la versione italiana a cura di Di Fabio della Compassion Scale (Gu et al., 2017). La scala è composta da 22 item con formato di risposta su scala Likert da 1 = Non del tutto vero per me a 7 = completamente vero per me. La scala consente di rilevare le cinque dimensioni del costrutto di compassione. Alcuni esempi di item sono: «Mi accorgo quando le persone sono turbate anche se non dicono niente» (riconoscimento), «Credo che la sofferenza sia solo una parte della comune esperienza umana» (comprensione), «Quando le persone parlano dei loro problemi, mi sento come se non mi importasse» (reverse) (connessione emotiva), «Quando vedo qualcuno turbato, mi sento così travolto dalle mie emozioni che mi sembra difficile aiutarlo» (reverse) (tolleranza), «Una delle attività da cui traggo il maggior significato nella mia vita è aiutare gli altri» (motivazione). Le proprietà psicometriche della versione italiana della CS verranno analizzate nel presente studio. Per ottenere la versione italiana della PDS è stato utilizzato il metodo della back-translation.

Self Compassion Scale (SCS). Per rilevare la self-compassion è stata utilizzata la Self-Compassion Scale (Neff, 2003) nella versione italiana a cura di Di Fabio (2017b). Lo strumento è composto da 26 item su una scala Likert a 5 punti, da 1 (quasi mai) a 5 (quasi sempre). Permette di rilevare un punteggio totale e il punteggio a 6 dimensioni: Self-kindness (esempio di item: «Sono tollerante verso i miei difetti e carenze»); Self-judgement (esempio di item: «Sono intollerante e insofferente verso quegli aspetti della mia personalità che non mi piacciono»); Common humanity (esempio di item: «Quando sono giù e sto male, ricordo a me stesso che ci sono molte altre persone nel mondo che si sentono come me»), Isolation (esempio di item: «Quando penso alle mie carenze, questo tende a farmi sentire più separato e tagliato fuori dal resto del mondo»), Mindfulness (esempio di item: «Quando mi sento giù cerco di avvicinarmi ai miei sentimenti con curiosità e apertura»), Over-identification (esempio di item: «Quando non riesco in qualcosa di importante sono logorato dal senso di inadeguatezza»). In merito alla consistenza interna, il coefficiente Alfa di Cronbach risulta essere di: .83 per il totale, .81 per Self-kindness, .83 per Self-judgement, .82 Common umanity, .83 Isolation; .84 per Mindfulness; .82 per Over-identification (Di Fabio, 2017b).

Trait Emotional Intelligence Questionnaire Short Form (TEIQue-SF). Per valutare la trait emotional intelligence è stato utilizzato il Trait Emotional Intelligence Questionnaire Short Form (Petrides & Furnham, 2006) nella versione italiana a cura di Di Fabio & Palazzeschi (2011). Lo strumento è composto da 30 item rispetto ai quali il soggetto deve esprimere il proprio grado di accordo su una scala Likert a 7 punti (da 1 = Completamente in disaccordo a 7 = Completamente d’accordo).

Il questionario fornisce un punteggio totale e punteggi per quattro dimensioni principali: Well-being (ad esempio «Sento di avere molte buone qualità»), Control (ad esempio «Di solito sono in grado di trovare il modo di controllare le mie emozioni quando voglio»), Emotionality (ad esempio «Molte volte non riesco a capire che emozione sto provando») e Sociability (ad esempio «Riesco a interagire in maniera efficace con gli altri». I coefficienti alfa di Cronbach sono: .81 per il totale, .82 per Well-being; .80 per Self-control; .81 per Emotionality; .82 per Sociability (Di Fabio & Palazzeschi, 2011).

 

Procedura

 

La somministrazione degli strumenti è avvenuta in maniera collettiva e nel rispetto della legge sulla privacy. L’ordine di somministrazione è stato controbilanciato per controllare gli effetti dell’ordine di presentazione.

 

Analisi dei dati

 

La struttura fattoriale della versione italiana della CS è stata verificata con un’Analisi Fattoriale Confermativa (AFC) mediante l’utilizzo del programma statistico AMOS versione 6 (Arbuckle, 2005) con il metodo della massima verosimiglianza. L’adeguatezza del modello è stata esaminata non solo facendo riferimento al valore di χ2, dato che tale statistica risulta influenzata dall’elevata numerosità dei partecipanti, ma anche considerando altri indici di adattamento quali il rapporto tra il χ2 e i gradi di libertà (χ2/df). Valori del rapporto tra c2/gl compresi tra 1 e 3 indicano un buon adattamento (Byrne, 1989; Carmines & McIver, 1981; Marsh & Hocevar, 1985). Si sono inoltre tenuti in considerazione il Comparative Fit Index (CFI; Bentler, 1990) e il Tucker-Lewis Index (TLI; Tucker & Lewis, 1973), i cui valori superiori a .90 indicano una buona adeguatezza del modello (Bentler, 1990). Sono stati considerati anche il Root Mean Square Error of Approximation (RMSEA; Browne & Cudeck, 1993) e lo Standardized Root Mean Square Residual (SRMSR; Bentler, 1995) i cui valori inferiori a .08 indicano un buon adattamento del modello (Browne, 1990). Si è inoltre verificata l’attendibilità della CS mediante il calcolo dell’alfa di Cronbach. Inoltre per verificare la validità concorrente, sono state analizzate, mediante il coefficiente r di Pearson, le correlazioni la SCS e Il TEIQue-SF in quanto la self-compassion (Neff, 2003) e l’intelligenza emotiva (Beauvais et al., 2017) sono considerati costrutti connessi alla compassione in letteratura.

 

Risultati

 

Per verificare la struttura della versione italiana della CS (Gu et al., 2017) è stata effettuata un’Analisi Fattoriale Confermativa (AFC). Gli indici di Goodness of Fit sono riportati in Tabella 1.

 

Tabella 1 – Analisi fattoriale Confermativa: Goodness of Fit

 

Tabella_1_art_8

 

Relativamente agli indici considerati, la versione italiana della CS presenta una struttura a cinque dimensioni. Per quanto concerne la validità, i coefficienti alfa di Cronbach sono i seguenti: .85 per il totale, .80 per la dimensione riconoscimento, .81 per la dimensione comprensione, .82 per la dimensione connessione emotiva, .80 per la dimensione tolleranza, .83 per la dimensione motivazione.

Le correlazioni della CS con la SCS e il TEIQue sono riportate nella Tabella 2.

 

Tabella 2 – Correlazioni della della CS con la SCS e il TEIQue-SF

 

Tabella_2_art_8


N
= 274. **p < .01.

 

Discussione

 

L’obiettivo del presente lavoro è stato quello di verificare le proprietà psicometriche della versione italiana della CS per un suo utilizzo nel contesto italiano. Sono state pertanto verificate la dimensionalità, l’attendibilità e la validità concorrente dello strumento.

Relativamente alla dimensionalità, l’analisi fattoriale confermativa ha supportato la versione a cinque dimensioni della scala in linea con la versione originale (Gu et al., 2017), mostrando indici statistici di adeguatezza del modello soddisfacenti. Per quanto riguarda l’attendibilità della scala, i coefficienti alfa di Cronbach relativi sia al punteggio totale che alle cinque dimensioni risultano soddisfacenti.

Per quanto riguarda la validità concorrente della versione italiana della scala, le relazioni positive e significative con la self-compassion e l’intelligenza emotiva depongono per una soddisfacente validità concorrente dello strumento relativamente alle misure effettuate, in linea con le relazioni emerse in letteratura (Neff, 2003; Beauvais et al., 2017). Dai risultati emersi dal presente studio è possibile concludere che la versione italiana della Compassion Scale risulta essere uno strumento valido e attendibile per la misura compassione anche nel contesto italiano. Tale studio presenta tuttavia il limite di avere analizzato le proprietà psicometriche della versione italiana della CS con un gruppo limitato di partecipanti che non risultano rappresentativi del contesto italiano. Future ricerche dovrebbero pertanto prendere in considerazione gruppi di partecipanti maggiormente rappresentativi della realtà italiana. Questo studio potrebbe anche essere replicato in altre realtà internazionali per verificare la rilevanza cross-culturale del costrutto.

Nonostante i limiti evidenziati, la versione italiana della CS è risultata uno strumento in grado di rilevare in maniera accurata la compassione. Il poter disporre di questa scala apre future prospettive di ricerca e di intervento in una prospettiva positiva preventiva (Di Fabio, 2014; 2017a; Di Fabio & Kenny, 2015; 2016; 2018; Hage et al., 2007; Kenny & Hage, 2009), essendo la compassione una variabile che può essere potenziata con specifici training (Gu et al., 2017) al fine di implementare circoli virtuosi positivi.

 

Bibliografia

 

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