Test Book

Editoriale
Editorial

Annamaria Di Fabio

Mario Fulcheri

Guido Sarchielli



Il secondo numero del 2018 della rivista propone contributi per alimentare la riflessione sull’importanza del dialogo tra mondo accademico e professionale per meglio definire cosa sia il counseling, quali funzioni possa svolgere e con quali livelli di competenza debba essere attuato per contribuire al potenziamento delle risorse della persona necessarie per gestire con più efficacia le loro esperienze nei vari contesti di vita.

La rivista, ormai da dieci anni essendo nata nel 2008, si propone di: a) stimolare l’interesse degli psicologi (ma anche di altri professionisti dei servizi socio-sanitari, educativi e lavorativi e stakeholder istituzionali) sulla rilevanza pratica del counseling, in termini di effetti che i risultati delle ricerche possono avere per le persone, i gruppi, le comunità e le organizzazioni; b) facilitare la progettazione e attuazione di interventi validi e sostenibili e azioni efficaci di potenziamento individuale, collettivo e organizzativo. In questo numero si coglie anche l’opportunità, soprattutto per coloro che sono impegnati in prima linea sul fronte della ricerca psicosociale, di porsi in posizione di ascolto per comprendere le sfide odierne, i problemi da affrontare, i bisogni emergenti e i temi più attuali, in modo da “direzionare” e accogliere linee di ricerca futura.

Attraverso l’offerta ai lettori di articoli su invito, studi e ricerche, informazioni su versioni italiane di strumenti scientifici, viene ribadita l’importanza di disporre e condividere risultati in una prospettiva da un lato evidence-based, dall’altro attenta all’individualità e al significato della soggettività, per incrementare la qualità di tempestive pratiche professionali e servizi di counseling in diversi e differenziati ambiti operativi in favore del benessere delle persone nelle differenti fasi del loro ciclo di vita.

La crescente necessità di promuovere healthy societies valorizzando la prevenzione primaria è una sfida che si cercherà di accogliere durante la Second international conference on "Healthier societies fostering healthy organizations: Cross-cultural perspectives organizzata dal Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università degli Studi di Firenze per il 30, 31 agosto e il 1 settembre 2018. La possibilità di sostenere reti nazionali e internazionali di ricercatori e professionisti che lavorino per favorire healthier societies promuovendo healthy organizations in una prospettiva cross-culturale rappresenta un contributo finalizzato a fare emergere risposte differenti e aprire nuove prospettive di ricerca e di intervento. A ciò dovrebbero essere interessati, fra gli altri, gli psicologi in quanto non solo professione sanitaria (come stabilito dalla recente normativa), ma anche professione che si occupa in modo più ampio di salute, benessere e buon funzionamento delle persone nei vari contesti della vita organizzativa e sociale.

Il numero si apre con l’articolo invitato in inglese di Di Fabio su un nuovo e promettente costrutto in letteratura, l’Academic Relational Civility, e la relativa misura multidimensionale. Si tratta di una nuova scala self-report mirror con due sezioni speculari (Parte A ‒ Me con gli altri nel contesto accademico; Parte B – gli altri con me nel contesto accademico). Rilevando la percezione di civiltà relazionale accademica con la modalità mirror, la scala aiuta a ridurre i bias nel processo di valutazione considerando tre dimensioni: decenza relazionale (DR), cultura relazionale (CR) e prontezza relazionale (PR) in prospettiva di prevenzione primaria in riferimento all’ambito relazionale per il benessere e il successo accademico degli studenti.

Il successivo articolo invitato di Fratta e Valerio riporta un’esperienza clinica e di ricerca centrata sul counseling psicodinamico di gruppo applicato a un Percorso Integrato Adozioni promosso da una Struttura Complessa sostenendo l’Integrazione Sociosanitaria (Servizi Territoriali, Ambiti Sociali, Agenzie Locali, Enti Accreditati, Terzo Settore), costituendo un valido strumento per elicitare processi comunicativi e formativi efficaci in ambito psicologico e sociale.

La ricca sezione “Studi e ricerche” si apre con il lavoro di Righetti e Chiesa che approfondisce la percezione dello stato di disoccupazione di lunga durata in lavoratori di età avanzata, esplorando la relazione tra risorse per l’adattabilità e la percezione di occupabilità, al fine della costruzione professionale futura.

L’articolo successivo di Di Fabio e Burgassi presenta uno studio sul costrutto di Occupational Fatigue Exhaustion Recovery (OFER) e le sue relazioni con l’intelligenza emotiva, controllando per gli effetti dei tratti di personalità in un gruppo di infermieri, offrendo nuove prospettive di ricerca e di intervento per favorire maggiore benessere nei lavoratori.

Il successivo articolo di Di Fabio e Pesce si colloca in una cornice di prevenzione primaria, approfondendo le relazioni tra workplace relational civility, la leadership transazionale e la leadership trasformazionale, controllando per gli effetti dei tratti di personalità in lavoratori di aziende pubbliche e private della Toscana. I risultati, se ulteriormente confermati, potranno sostenere interventi precoci sul tema della civiltà relazionale sul posto di lavoro e della leadership.

La tematica della leadership rilevante in ambito organizzativo viene ripresa dall’articolo di Palazzeschi, Bucci e Di Fabio che esamina i correlati di personalità dell’High Entrepreneurship, Leadership, Professionalism Questionnaire (HELP) e la sua relazione con l’Acceptance of Change, aprendo nuove prospettive di ricerca e di intervento in riferimento al promettente costrutto integrato di High Entrepreneurship, Leadership, and Professionalism (HELP).

La sezione successiva include due articoli sulle versioni italiane rispettivamente della Job Satisfaction Scale e della Pay Satisfaction Scale, che si pongono come strumenti di rapida e facile somministrazione per rilevare aspetti significativi in ambito lavorativo come la soddisfazione per il proprio lavoro e per la retribuzione (Di Fabio). Le buone proprietà psicometriche della Job Satisfaction Scale e della Pay Satisfaction Scale indicano che rappresentano validi strumenti per rilevare la Job Satisfaction e la Pay Satisfaction anche nel contesto italiano.

Questo numero della rivista si prefigge pertanto di focalizzare il valore della prevenzione primaria in contesti differenziati e si configura come opportunità di approfondimento, confronto dialogico e disseminazione di contributi per intercettare nuove esigenze, progettare e implementare interventi efficaci e riconoscere possibili aree di ricerca futura nell’ambito del counseling su un piano nazionale e internazionale.

 

Annamaria Di Fabio, Mario Fulcheri, Guido Sarchielli




Note

1 A

© 2017 Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A.
ISSN 2421-2202. Counseling.
Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione con qualsiasi mezzo effettuata, se non previa autorizzazione dell'Editore.

Back