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Strumenti / Measurements

Job Satisfaction Scale: primo contributo alla validazione della versione italiana
Job Satisfaction Scale: First contribution to the validation of the Italian version

Annamaria Di Fabio

Responsabile del Laboratorio internazionale di ricerca e intervento in Psicologia Positiva Cross-Culturale, Prevenzione e Sostenibilità (CroCPosPsychP&S) e del Laboratorio internazionale di ricerca e intervento in Psicologia per l’Orientamento Professionale, il Career Counseling e i Talenti (LabOProCCareer&T), Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia (Sezione di Psicologia), Università degli Studi di Firenze, http://www.scifopsi.unifi.it/vp-30-laboratori.html



Sommario

L’obiettivo del presente lavoro è quello di offrire un primo contributo alla validazione della versione italiana della Job Satisfaction Scale (JSS). 268 lavoratori hanno partecipato allo studio. Sono state verificate dimensionalità, attendibilità e validità concorrente della scala. L’analisi fattoriale confermativa ha supportato la struttura unidimensionale della scala. Inoltre lo strumento presenta buona coerenza interna e validità concorrente. I risultati indicano che la versione italiana della JSS rappresenta un valido strumento per rilevare la soddisfazione lavorativa anche nel contesto italiano.

Parole chiave

soddisfazione lavorativa; versione italiana della Job Satisfaction Scale; proprietà psicometriche.


Abstract

The aim of this study is to offer a first contribution to the validation of the Italian version of the Job Satisfaction Scale (JSS). Two hundred and sixty-eight workers participated in the study. Dimensionality, reliability, and concurrent validity were analysed. Confirmatory factor analysis supported a unidimensional structure. In addition, good internal consistency and concurrent validity were established. Results indicate that the Italian version of the JSS is a valid instrument for measuring job satisfaction also in the Italian context.

Keywords

Job satisfaction; Italian version of the Job Satisfaction Scale; psychometric properties.


Il lavoro è un ambito di vita fondamentale della persona in grado di impattare sul benessere complessivo dell’individuo (Blustein, 2006; Di Fabio & Blustein, 2016a, 2016b; Giorgi, Shoss, & Di Fabio, 2017; Judge, Locke, Durham, & Kluger, 1998). Nella cornice attuale del XXI secolo, caratterizzato da un mercato del lavoro instabile e da continue transizioni (Di Fabio, 2014; Guichard, 2013; Savickas, 2011), il benessere dei lavoratori appare sempre più minacciato (Di Fabio & Kenny, 2016b). Risulta essenziale poter disporre di strumenti per la rilevazione della soddisfazione lavorativa per ampliare le prospettive di ricerca e attuare interventi in una cornice di prevenzione primaria (Di Fabio & Kenny, 2016a; Kenny & Hage, 2009; Hage et al., 2007).

In letteratura la soddisfazione lavorativa è stata spesso misurata con misure single-item la cui principale criticità è la mancanza di attendibilità (Dormann & Zampf, 2001; Oshagbemi, 1999) oppure con scale multidimensionali che tendono però a essere molto lunghe e dunque meno agevoli per la somministrazione (Spector, 1997). Ne sono esempi il Job Descriptive Index (JDI, Smith, Kendall, & Hulin, 1969), il Minnesota Satisfaction Questionnaire (MSQ, Weiss, Dawis, England, & Lofquist, 1967), il Job Satisfaction Survey (JSS, Spector, 1985).

Esistono anche strumenti sviluppati per rilevare la soddisfazione lavorativa globale. Tra questi il più popolare è probabilmente la Overall Job Satisfaction Scale (OJS, Brayfield & Rothe, 1951), composta da 18 item, che si riferisce a una valutazione affettiva della soddisfazione lavorativa. Judge et al. (1998) hanno sviluppato una versione breve della scala composta da soli cinque item e denominata Job Satisfaction Scale (JSS) che risulta uno strumento valido, attendibile e di facile somministrazione. Il presente studio si è posto pertanto l’obiettivo di offrire un primo contributo alla validazione della versione italiana della JSS per il suo utilizzo nel contesto italiano.

 

Metodo

 

Partecipanti

Hanno partecipato allo studio 268 lavoratori di differenti organizzazioni pubbliche e private della Toscana (41% maschi e 59% femmine; M = 44.78 anni, DS = 10.46).

 

Strumenti

Job Satisfaction Scale (JSS). Per rilevare la soddisfazione lavorativa è stata utilizzata la Job Satisfaction Scale (JSS; Judge et al., 1998). La scala comprende 5 item con formato di risposta su scala Likert a sette punti (da 1 = Fortemente in disaccordo a 7 = Fortemente d’accordo). Esempi di item sono: «Trovo vero piacere nel mio lavoro»; «La maggior parte dei giorni sono entusiasta del mio lavoro». L’alfa di Cronbach per la versione originale va da .84 a .92 in differenti gruppi di partecipanti. Le proprietà psicometriche della versione italiana della JSS saranno analizzate nel presente studio. Gli item della versione originale del MLQ sono stati tradotti tramite il metodo della back translation.

Work And Meaning Inventory. Per rilevare il meaningful work è stata utilizzata la versione italiana a cura di Di Fabio (2018b) del Work And Meaning Inventory (WAMI, Steger, Dik, & Duffy, 2012). Questo strumento è composto da 10 item con formato di risposta su scala Likert a 7 punti (da 1 = Fortemente in disaccordo a 7 = Fortemente d’accordo). Individua tre dimensioni: Positive meaning (esempio di item «Ho trovato un lavoro pieno di significato»); Meaning making through work (esempio di item «Vedo il mio lavoro come un contributo alla mia crescita personale»); Greater good motivations (esempio di item «So che il mio lavoro fa una differenza positiva nel mondo»). Per quanto riguarda la consistenza interna, il coefficiente alfa di Cronbach è di: .82 per Positive meaning; .79 per Meaning making through work; .74 per Greater good motivations; .80 per il totale del WAMI. L’Analisi Fattoriale Confermativa ha confermato una struttura a tre dimensioni. Le correlazioni positive del WAMI con la soddisfazione di vita, il life meaning e il flourishing depongono per un’adeguata validità concorrente.

Occupational Fatigue Exhaustion Recovery (OFER) Scale. Per rilevare i costrutti di fatigue, exhaustion e recovery è stata utilizzata la versione italiana (Di Fabio, 2018a) dell’OFER (Winwood, Lushington, & Winefield, 2006; Winwood, Winefield, Dawson, Lushington, 2005). La scala risulta composta da 15 item con formato di risposta su scala Likert a 7 punti da (0 = Fortemente in disaccordo a 6 = Fortemente d’accordo). Consente di rilevare tre dimensioni ciascuna composta da 5 item: Fatigue («Ci si aspetta troppo da me nel mio lavoro»), Exhaustion («Sento spesso di non farcela più con il mio lavoro»), e Recovery («Anche se sono stanco dopo un periodo di lavoro, sono di solito ricaricato per l'inizio del periodo di lavoro successivo»). Per quanto riguarda la consistenza interna, il coefficiente alfa di Cronbach è di: .85 per Fatigue, .81 per Exhaustion, .80 Recovery, .88 per il punteggio totale dell’OFER. L’Analisi Fattoriale Confermativa ha confermato una versione a tre dimensioni della scala. Le correlazioni dell’OFER inverse con la soddisfazione lavorativa e positive con l’intenzione di abbandonare il lavoro depongono per un’adeguata validità concorrente dello strumento.

 

Procedura

Le somministrazioni sono avvenute in maniera collettiva, da parte di personale specializzato e nel rispetto delle leggi sulla privacy. È stato controbilanciato l’ordine di somministrazione per tenere sotto controllo gli effetti dell’ordine di presentazione.

 

Analisi dei dati

La struttura fattoriale della JSS è stata esaminata mediante Analisi Fattoriale Confermativa (AFC) attraverso l’utilizzo del programma statistico AMOS versione 6 (Arbuckle, 2005) con il metodo della massima verosimiglianza. Sono stati impiegati differenti indici: il rapporto del chi quadrato con i gradi di libertà (χ2/gdl), il Tucker-Lewis Index (TLI), il Comparative Fit Index (CFI), lo Standardized Root Mean Square Residual (SRMR) e il Root Mean Square Error of Approximation (RMSEA). Valori del rapporto del chi quadrato con i gradi di libertà (χ2/gdl) compresi tra 1 e 3 sono considerati indicatori di un buon adattamento.

Per quanto riguarda il TLI, Bentler e Bonnet (1980; Hu & Bentler 1999) affermano che un valore maggiore di .90 rappresenta un buon fit. Riguardo al CFI valori superiore a .90 sono considerati buoni (Bentler & Bonnet, 1980). Valori dell’SRMR e dell’RMSEA minori di .08 (Browne & Cudeck, 1993) sono indici di un buon fit. L’attendibilità della JSS è stata verificata attraverso il coefficiente alfa di Cronbach. Per verificare aspetti di validità concorrente, sono state analizzate le correlazioni r di Pearson della JSS con il WAMI e l’OFER.

 

Risultati

Per verificare la struttura fattoriale della Job Satisfaction Scale è stata condotta un’analisi fattoriale di tipo confermativo. Gli indici di Goodness of Fit sono riportati in Tabella 1.

 

Tabella 1 – Analisi Fattoriale Confermativa: Goodness of Fit (N = 268)

Job Satisfaction Scale

χ2/gdl

TLI

CFI

RMSEA

SRMR

 

1.76

.95

.96

.06

.05

 

Relativamente agli indici considerati, la versione italiana della scala conferma una struttura unidimensionale.  

Per quanto riguarda la consistenza interna, il coefficiente alfa di Cronbach è di .89.

Per quanto concerne la validità concorrente le correlazioni tra la JSS, il WAMI e l’OFER sono riportate in Tabella 2.

 

Tabella 2 – Correlazioni della JSS con il WAMI e l’OFER 

 

WAMI

OFER

Job Satisfaction Scale

.59**

-.38**

Nota.N = 268; p < .01

 

Discussione

L’obiettivo del presente lavoro è stato quello di offrire un primo contributo alla validazione della versione italiana della Job Satisfaction Scale (JSS) a cura di Di Fabio. L’adeguatezza del modello unidimensionale è stata provata dall’Analisi Fattoriale Confermativa. L’attendibilità della scala verificata mediante il calcolo del coefficiente alfa di Cronbach è risultata adeguata. Le correlazioni della soddisfazione lavorativa positive con il significato del lavoro e inverse con la fatica lavorativa depongono per un’adeguata validità concorrente rispetto alle misure effettuate. In particolare è possibile sottolineare che la soddisfazione lavorativa risulta associata ad aspetti di significato del lavoro in linea con il passaggio dal paradigma della motivazione al paradigma del significato (Di Fabio & Blustein, 2016a, 2016b) per il benessere dei lavoratori. La soddisfazione lavorativa risulta anche inversamente associata alla fatica e all’esaurimento lavorativi sottolineando come la percezione di affaticamento e di non avere possibilità di recovery siano legati ha una minore soddisfazione per il proprio lavoro.

Sebbene i risultati ottenuti evidenzino come la JSS sia uno strumento valido e attendibile per la misura del costrutto di soddisfazione lavorativa nel contesto italiano, è necessario sottolineare che il presente studio mostra il limite di aver analizzato le proprietà psicometriche di tale strumento esclusivamente con lavoratori di differenti organizzazioni pubbliche e private della Toscana. In studi futuri dovrebbero pertanto essere inclusi lavoratori di altre aree geografiche italiane. Sarebbe anche auspicabile verificare le proprietà psicometriche della JSS con vari e differenti tipi di organizzazione.

Pur in presenza dei limiti menzionati, la versione italiana della JSS appare uno strumento utile per rilevare accuratamente anche nella realtà italiana la soddisfazione lavorativa, consentendo di continuare la ricerca e di aprire nuove prospettive di intervento per la promozione del benessere dei lavoratori in una prospettiva preventiva e sostenibile per lo sviluppo di healthy organizations (Di Fabio, 2017a, 2017b).

 

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Autore per la corrispondenza

A. Di Fabio. Fax +39 055 2756134. Tel. +39 055 2755013.
Indirizzo e-mail: adifabio@psico.unifi.it
Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia (Sezione di Psicologia), Università degli Studi di Firenze, Via di San Salvi 12 – Complesso di San Salvi, Padiglione 26, 50135, Firenze, Italia.



Note

1 A

DOI: 10.14605/CS1121807


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ISSN 2421-2202. Counseling.
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