La salute sessuale è fondamentale per il benessere fisico ed emotivo degli individui, delle coppie e delle famiglie, ed essenzialmente per lo sviluppo economico e sociale di comunità e intere nazioni.

La possibilità degli individui di raggiungere una condizione di salute e di benessere sessuale dipende dall’opportunità di: ricevere informazioni esaurienti circa la sessualità, essere a conoscenza dei rischi che si corrono e della vulnerabilità agli effetti negativi riguardo l’attività sessuale, avere accesso a una buona assistenza sanitaria sessuale; e vivere in un ambiente che assicura e promuove la salute sessuale (WHO, 2015).

Nel 2006 è stata tenuta dall’OMS, a Ginevra, una conferenza internazionale per definire la salute sessuale (WHO, 2006; Convened International Technical Consultation on Sexual Health, page 4, chapter 3).

La definizione alla quale si è giunti è la seguente:

La salute sessuale è uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale legato alla sessualità, non riducibile all’assenza di malattia, disfunzione o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizioni, discriminazioni e violenza. Perché la salute sessuale venga raggiunga e mantenuta, i diritti sessuali di tutte le persone devono essere rispettati, protetti e soddisfatti”.

In questo caso il termine “fisico” si riferisce alla fisiologia, mentre “mentale” ed “emotivo” sono relativi al funzionamento psichico; “sociale”, invece, alla cultura in cui si è inseriti. La salute sessuale non è “riducibile all’assenza di malattia, disfunzione o infermità”; questa affermazione è molto rilevante, in quanto sottolinea che la salute sessuale non è solo assenza di malattia, ma è qualcosa che va oltre questo unico criterio. La sessualità è una parte complessa di ciascun individuo e include manifestazioni sia fisiche, sia psicologiche di piacere e intimità e può essere influenzata da differenti fattori: cultura, credenze religiose e tradizioni familiari, età, esperienza e condizioni di salute. La presenza di diversi fattori di rischio come le malattie, la menopausa, l’assunzione di alcol o droghe, la presenza di disturbi psicologici, possono aggravare il funzionamento sessuale compromettendo la salute e il benessere sessuale. La promozione della salute sessuale prevede la realizzazione di strategie di sensibilizzazione e la possibilità di realizzare interventi individuali e programmi comunitari, come lo sviluppo di progetti sull’educazione all’affettività per studenti delle scuole primarie, progetti scolastici strutturati a lungo termine che prevedono educazione e promozione del benessere sessuale, consulenza sessuale, laboratori sulla consapevolezza del proprio corpo.

Il funzionamento sessuale è una componente essenziale della vita, pertanto la disfunzione sessuale può avere un impatto negativo sul benessere individuale. In accordo con il DSM-V, la disfunzione sessuale è caratterizzata da un disturbo dei processi che regolano il ciclo di risposta sessuale o da dolore associato all’attività sessuale (DSM-V, 2013).

Nelle donne il ciclo di risposta sessuale può essere alterato in una o più delle seguenti dimensioni: desiderio, eccitazione fisica, lubrificazione, orgasmo, soddisfazione, dolore (Rosen & Leiblum, 1995).

Negli ultimi decenni la disfunzione sessuale femminile (FSD) ha suscitato maggiore interesse (Giraldi et al., 2011). Attualmente ci sono pochi dati rispetto all’epidemiologia, alle conseguenze e ai fattori predettivi della FSD; secondo alcuni autori (West, Vinikoor, & Zolnoun, 2004), esistono due grandi sfide per poter definire la prevalenza di tale disturbo nella popolazione mondiale: la prima riguarda la definizione in uso per i disturbi sessuali e la seconda si riferisce all’utilizzo di strumenti psicometrici standardizzati (Zhang & Yip, 2012). Secondo la letteratura recente, i fattori legati all’esperienza sessuale, l’attitudine verso il sesso e fattori relazionali possono incidere sul rischio di sviluppare una disfunzione sessuale nelle donne (Zhang & Yip, 2012). Le disfunzioni sessuali nelle donne sono state messe in relazione a fattori multicausali, come per esempio: variabili mediche, biologiche, psicologiche, socio-demografiche, esperienze sessuali, attitudini e caratteristiche relazionali (Berman et al., 1999; Graziottin 2004; Graziottin & Serafini, 2009; Laumann, Paik, & Rosen, 1999; Leiblum, 1999).

La prevalenza di disfunzione sessuale femminile, relativa ad alterazioni nel ciclo di risposta sessuale (desiderio, eccitazione, lubrificazione, orgasmo, soddisfazione e dolore sessuale), aumenta con l'età; inoltre, la presenza di un livello di istruzione più basso, lo stato di disoccupazione, la presenza di malattie croniche e la menopausa sono importanti fattori di rischio che possono causare disfunzione sessuale (Cayan et al., 2004).

Obiettivi

Il presente studio ha perseguito il fine di realizzare un’indagine approfondita dei fattori di rischio e di protezione nel funzionamento sessuale femminile.

Nello specifico sono stati presi in considerazione i seguenti obiettivi:

  • indagine della relazione tra funzionamento sessuale e atteggiamenti sessuali;

  • indagine della relazione tra funzionamento sessuale e presenza di una relazione affettiva stabile;

  • analisi della relazione tra funzionamento sessuale e numero di gravidanze e/o aborti;

  • analisi della relazione tra funzionamento sessuale, età del menarca e/o climaterio;

  • analisi della relazione tra funzionamento sessuale e la presenza di attività autoerotica.

Ipotesi

  • esiste una relazione significativa tra la presenza di specifici atteggiamenti sessuali e il funzionamento sessuale nelle donne;

  • le donne che si trovano in una relazione affettiva stabile dichiarano di avere un migliore funzionamento sessuale;

  • esiste una relazione significativa tra il numero di aborti e/o gravidanze e il funzionamento sessuale;

  • esiste una relazione significativa tra le trasformazioni inerenti il climaterio e il funzionamento sessuale.

Metodo

Partecipanti

Le caratteristiche del campione che ha preso parte allo studio sono le seguenti:

- N = 462 soggetti di sesso femminile, reclutate in random sampling;

- età media del campione 27.23 anni, DS = 9.05 (range: età minima 18-età massima 68);

- scolarità: primaria 0.4% (N = 2), licenza media 4.6% (N = 23), diploma 46.7% (N = 233), laurea 35.7% (N = 178);

- impiego: studentesse 57.3% (N = 286), disoccupate 8% (N = 40), occupate 15% (N = 75), studentesse/lavoratrici 6.6% (N = 33), casalinghe 4.4% (N = 22);

- stato civile: nubili 71.9% (N = 359), coniugate 10.8% (N = 54), separate/divorziate 2.2% (N = 11), conviventi 1.2% (N = 6).

Il criterio di esclusione è stato stabilito in riferimento alla presenza di malattie croniche di valenza psicosomatica: diabete e malattie cardiovascolari.

Nessun soggetto del campione in analisi presentava un disturbo in Asse I, in atto o in remissione, così come riportato dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – DSM-V (APA, 2013); nessun soggetto si trovava in una condizione di gravidanza o post-partum.

Strumenti

Scheda anagrafica e sessuo-relazionale. Costruita ad hoc e somministrata al fine di raccogliere informazioni relative all’età, alla provenienza, alla scolarità, alla presenza di patologie cliniche, all’uso di farmaci, all’orientamento sessuale, all’età del menarca, al climaterio, al numero di gravidanze, al numero di aborti, all’educazione sessuale (uso di contraccettivi, masturbazione, soddisfacimento sessuale), ai rapporti interpersonali di tipo sessuale e affettivo.

Funzionamento sessuale. Female Sexual Function Index (FSFI), uno strumento self-report su 19-item a scelta tra 5 alternative (ad esempio, “Nelle ultime 4 settimane, con quale frequenza ha provato desiderio/interesse sessuale?”), utilizzato per valutare le dimensioni chiave della funzione sessuale femminile, così come descritto da Rosen, Taylor, Leiblum e Bachmann (1993). Questo strumento è stato sviluppato per aiutare la diagnosi clinica di disfunzione sessuale nelle donne, valutata su 6 domini specifici misurati nelle ultime 4 settimane. L’obiettivo è determinare il peso specifico di alcune variabili (desiderio, eccitazione, lubrificazione, orgasmo e dolore) negli studi clinici sperimentali.

I 6 domini specifici sono: 1. Desiderio, 2. Eccitazione Fisica, 3. Lubrificazione, 4. Orgasmo, 5. Soddisfazione, 6. Dolore.

Lo strumento presenta una buona coerenza interna sulla Scala Totale α = .93-.97 e sui singoli domini: Desiderio α = .89-.92, Eccitazione Fisica α = .90-.95, Lubrificazione α = .93-. 96, Orgasmo α = .91-.94, Soddisfazione α = .82-α .91, Dolore α = .92-.94. Indici psicometrici. Affidabilità test-retest: .79-.88; affidabilità della coerenza interna: .89/.97; Cut-off: 26.55.

Atteggiamento Sessuale. Sexual Attitude Scale (SAS), una scala ideata per valutare l’atteggiamento, liberale o conservatore, nei confronti delle espressioni della sessualità umana (Hudson, Murphy, & Nurius, 1983). Questionario self-report di 25 item, validato e standardizzato, con risposte su scala Likert a 5 punti (da Completo disaccordo a Completo accordo). La scala comprende 23 item che riflettono l'orientamento conservatore e 2 item che riflettono l'atteggiamento liberale nei confronti degli aspetti sessuali (ad esempio “Penso che oggi gli adulti abbiano un’eccessiva libertà sessuale”).

A differenza delle altre scale, questa non implica la necessità che sia presente un problema personale o sociale da valutare, essendo destinata a esplorare solamente convinzioni personali circa la sessualità. I punteggi in questa scala, perciò, non esprimono necessariamente disturbi di interesse clinico. Il suo uso, tuttavia, secondo gli autori, può risultare particolarmente utile quando il soggetto si trova a disagio o in conflitto, con atteggiamenti e manifestazioni della sessualità proprie dell’ambiente nel quale vive.

Il periodo preso in considerazione per la valutazione è lo stesso dell’intervista. La scala è adatta alla valutazione e allo studio degli atteggiamenti culturali e personali del soggetto nei confronti delle espressioni della sessualità; è composta di 25 item che esplorano atteggiamenti positivi e negativi nei confronti delle modalità espressive della vita sessuale.

La SAS ha dimostrato un’eccellente consistenza interna e un’ottima validità per contenuto, per costrutto e fattoriale. Per quanto concernono le misure psicometriche, il test-retest e l’affidabilità del coefficiente alfa sono stimati attorno a un range pari a .70-.89.

Procedura

Le analisi sono state svolte con il programma statistico per le Scienze Sociali SPSS 15®. È stata effettuata un’indagine sui fattori esterni di tipo personale (biologici, relazionali e socio-demografici) che possono incidere sul funzionamento sessuale femminile, così come suggerito dalla letteratura. Sono state prese in considerazione le specifiche categorie di fattori così come riportato:

- fattori biologici e medici: età menarca, presenza climaterio, età climaterio, numero gravidanze, presenza di aborti e numero di aborti;

- fattori socio-demografici: età media del campione, scolarità, professione, status sociale;

- fattori sessuo-relazionali: soddisfazione sessuale, soddisfazione affettiva, autoerotismo, presenza di una relazione affettiva stabile.  

Analisi dei dati

Le prime analisi di tipo correlazionale hanno riguardato la presenza di relazioni tra variabili di tipo medico-biologico e funzionamento sessuale femminile. Le successive analisi hanno riguardato la relazione tra caratteristiche socio-demografiche e funzionamento sessuale.

Risultati

Non emerge una relazione lineare tra l’età del menarca e il funzionamento sessuale.

Si ravvisa una relazione significativa di tipo negativo tra numero di gravidanze e funzionamento sessuale (r = -.34, p < .01), suggerendo che maggiore è il numero di gravidanze, più scarso sarà il funzionamento sessuale dal punto di vista delle componenti considerate.

Emerge una relazione tra la presenza del climaterio e il funzionamento sessuale (r = .10, p < .05), suggerendo che la presenza del climaterio è legata a uno scarso funzionamento sessuale.

Non emerge una relazione lineare tra la presenza di aborti e il funzionamento sessuale (Tabelle 1 e 2). 

Tabella 1 Pearson’s Correlation

 tab1
Nota. * p < .05. ** p < .01 (two-tailed)

Tabella 2 – Spearman’s Correlation

 tab2
Nota. * p < .05. ** p < .01 (two-tailed)

 

Le successive analisi hanno riguardato la relazione tra caratteristiche socio-demografiche e funzionamento sessuale. Non emergono relazioni lineari tra le componenti socio-demografiche e il funzionamento sessuale (Tabella 3).

Tabella 3 Pearson’s Correlation

 tab3
Nota. * p < .05. ** p < .01 (two-tailed)
 

Per ciò che concerne la relazione tra il funzionamento sessuale e gli indici sessuo-relazionali emergono i seguenti risultati:

- le donne che si dichiarano soddisfatte dal punto di vista affettivo e sessuale della loro relazione di coppia presentano un buon funzionamento sessuale;

- le donne che si dichiarano soddisfatte della loro vita sessuale, in generale, presentano un buon funzionamento sessuale.

Tabella 4 Pearson’s Correlation

 tab4
Nota. * p < .05. ** p < .01 (two-tailed)
 

L’assenza di una relazione affettiva stabile correla in maniera negativa con il funzionamento sessuale. Inoltre non sono emerse correlazioni tra il tipo di atteggiamento sessuale e il funzionamento sessuale; occorre poi evidenziare che l’età del menarca non è risultata in relazione con il funzionamento sessuale (Tabelle 4 e 5).

Tabella 5 Spearman’s Correlation

tab5
Nota. * p < .05. ** p < .01 (two-tailed)

Tabella 6 T-Test: Group 0 Relation – Group I: No Relation

 tab6
Nota. * p < .05. ** p < .01 (two-tailed)
 

Per verificare l’esistenza di differenze significative tra i valori medi rispetto al funzionamento sessuale tra le donne che al momento della somministrazione del protocollo di ricerca hanno dichiarato di trovarsi in una relazione affettiva stabile e tra le donne che hanno dichiarato di non avere una relazione affettiva stabile, è stata condotta l’analisi per gruppi indipendenti T-Test.

Al fine di rendere i gruppi equamente distribuiti, rispettando i valori di Skewness (Group 0 = .96, Group 1 = .82) e Kurtosis (Group 0 = .54, Group 1 = .59), è stata effettuata una selezione in funzione dell’età del campione; sono stati presi in considerazione solo i soggetti con età compresa tra 18 e 35 anni (totale soggetti 375, Gruppo 0 N = 232, età media = 23.81, DS = 3.35, Gruppo 1 N = 143, età media = 23.40, DS = 3.44).

I risultati sono riportati nella tabella 6 e suggeriscono che emergono differenze significative riguardo il funzionamento sessuale e le dimensioni ad esso correlato (desiderio, eccitazione, lubrificazione, orgasmo, soddisfazione sessuale e dolore) nei due gruppi valutati.

Per analizzare la significatività riguardo le differenze nei valori medi rispetto al funzionamento sessuale femminile, tra donne che si trovano nel periodo del climaterio e le donne che non sono in questa fase maturativa, è stata effettuata l’analisi statistica per 2 gruppi indipendenti T-Test.

I valori emersi sono riportati nella tabella 7 e suggeriscono:

- le donne che si trovano nella condizione del climaterio dichiarano una minore soddisfazione sessuale rispetto alle donne che non vivono il climaterio;

- le donne che si trovano nella condizione del climaterio riportano un maggiore dolore sessuale.

 

Tabella 7 T-test Group 0 = climaterio, Group 1 = assenza climaterio

tab7
Nota. * p < .05. ** p < .01 (two-tailed)
 

La relazione tra l’attività autoerotica e il funzionamento sessuale è stata analizzata attraverso i risultati del T- Test tra 2 gruppi di donne: Gruppo 0, donne che praticano attività autoerotica (N = 123), Gruppo 1, donne che dichiarano di non praticare attività autoerotica (N = 318) (Tabella 8).

I risultati ottenuti suggeriscono che le differenze tra i due gruppi riguardano le seguenti dimensioni:

- l’eccitazione sessuale presenta un valore maggiore nelle donne che dichiarano attività autoerotiche;

- il tipo di atteggiamento nei confronti della sessualità è di tipo liberale sia nelle donne che dichiarano autoerotismo, sia nelle donne che dichiarano un’assenza di attività autoerotica;

- tra i due gruppi valutati esiste una differenza per quanto riguarda il grado liberalità nei confronti della sessualità; le donne che praticano l’autoerotismo riportano livelli più alti nel tipo di atteggiamento liberale nei confronti della sessualità.

 

Tabella 8 T-Test Groups presence of Autoerotic Activities (Group 0 = Autoerotism, Group 1 = No Autoerotism)

 tab8
Nota. * p < .05. ** p < .01 (two-tailed)
 

Discussioni

L’obiettivo del presente studio è stato quello di realizzare un’indagine multidimensionale sui fattori di rischio e di protezione riguardo il funzionamento sessuale femminile.

In letteratura, sono presenti evidenze legate all’esperienza sessuale, all’attitudine verso il sesso, a fattori relazioni che incidono sul rischio di sviluppare una disfunzione sessuale nelle donne (Zhang & Yip, 2012). Tuttavia sono pochi i dati epidemiologici che hanno indagato tale argomento.

I principali fattori presi in considerazione nella seguente indagine, che possono incidere in maniera negativa (fattori di rischio) e in maniera positiva (fattori di protezione) sul funzionamento sessuale nelle donne, riguardano aspetti medico-biologico, socio-demografici, sessuo-relazionali e sono di seguito elencati.

 

Variabili medico-biologico:

  • età del menarca;

  • presenza del climaterio;

  • numero di gravidanze;

  • numero di aborti.

Variabili socio-demografiche:

  • età del campione;

  • scolarità;

  • professione;

  • status sociale.

Variabili sessuo-relazionali:

  • soddisfazione sessuale;

  • soddisfazione affettiva;

  • attività autoerotica;

  • presenza di una relazione affettiva stabile.

Le prime analisi sono state volte a indagare la presenza di una relazione tra le variabili di tipo medico-biologico e il funzionamento sessuale femminile, per stabilire quali possono rappresentare i fattori di rischio e di protezione nel ciclo di risposta sessuale femminile.

Le variabili medico-biologico, che sembrano rappresentare possibili fattori di rischio per il funzionamento sessuale femminile, sono:

1. il numero di gravidanze, suggerendo che un maggiore numero di gravidanze è indice di uno scarso funzionamento sessuale dal punto di vista delle componenti considerate;

2. la presenza del climaterio, che sembra essere legata a uno scarso funzionamento sessuale (Cayan et al., 2004); nello specifico, le donne che si trovano nella condizione fisiologica del climaterio riportano una minore soddisfazione sessuale e una maggiore presenza di dolore sessuale.

Contrariamente a quanto emerso in letteratura (Cayan et al., 2004) non emergono relazioni significative tra le componenti socio-demografiche e il funzionamento sessuale nel campione analizzato. Per quanto concerne le variabili sessuo-relazionali, che rappresentano possibili fattori di rischio per il funzionamento sessuale femminile, emerge una relazione significativa di tipo negativo rispetto all’assenza di una relazione affettiva stabile.

Tra le variabili sessuo-relazionali che rappresentano, invece, fattori di protezione per il funzionamento sessuale femminile emergono:

1. la presenza di una relazione affettiva stabile;

2. la presenza di una soddisfazione affettiva e sessuale di coppia, suggerendo che coloro che riferiscono una maggiore soddisfazione rispetto alla vita sessuale di coppia dichiarano, in generale, un migliore funzionamento sessuale.

Inoltre le donne che affermano di praticare attività autoerotica riferiscono maggiori livelli di eccitazione sessuale ed esprimono un maggiore atteggiamento liberale nei confronti della sessualità.

Conclusioni

I risultati emersi dalle analisi della seguente ricerca suggeriscono che, tra le variabili medico-biologico considerate, il numero di gravidanze e la presenza del climaterio incidono sul funzionamento sessuale. Nello specifico, il numero di gravidanze sembra essere indice di uno scarso funzionamento sessuale che incide sul ciclo di risposta sessuale femminile, mentre la presenza del climaterio incide sulla soddisfazione sessuale, che risulta più bassa e sulla presenza di dispareunia.

Tra le variabili sessuo-relazionali che incidono sul funzionamento sessuale in maniera protettiva è emerso che la presenza di una relazione stabile, indipendentemente dallo status sociale (nubile, convivente, sposata), e la soddisfazione (soggettiva) sessuale e affettiva rappresentano variabili che mediano in modo positivo il funzionamento sessuale. La possibilità di “con-dividere” la propria affettività sembra essere la condizione più adeguata per un buon funzionamento sessuale femminile.

Il limite ravvisabile nell’attuale studio riguarda l’età media del campione, che è pari a 27.23 e si discosta dal range considerato (18-68 anni). Sarebbe auspicabile, alla luce di quanto emerso nel presente studio, che le future prospettive di ricerca mirassero a indagare aspetti di natura relazionale al fine di garantire un intervento di natura bio-psico-sociale così come proposto nel modello di Engel (1977), tale da permettere una lettura multifattoriale e multicausale in relazione ai fenomeni analizzati.

Bibliografia

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