Psicoterapia in presenza e online
Marco Vicentini
Sommario
Fino al 2020 l’utilizzo di strumenti virtuali per le sessioni di psicoterapia era oggetto di critiche nel contesto sanitario italiano, nonostante le evidenze cliniche e di ricerca riportassero una sostanziale efficacia per il trattamento dei principali disturbi d’ansia e di umore. Il distanziamento sociale introdotto con il COVID-19 ha costretto la quasi totalità degli psicologi a confrontarsi attivamente, sia come soggetto attivo che passivo, con modalità di relazione interpersonale e clinica tramite strumenti di videochiamata. Numerose sono ormai le evidenze che confermano che i pazienti traggono significativi benefici dalla psicoterapia offerta (anche) online.
Nonostante questi riscontri, gli psicologi psicoterapeuti percepiscono la comunicazione sincrona online come una forma di comunicazione inferiore, deficitaria o limitante, preferendo oggi un ritorno al passato, un abbandono delle modalità smart a favore delle modalità tradizionali in presenza. Tale preferenza può essere connessa con una dicotomica valutazione della presenza in psicoterapia, ma anche potrebbe essere associata a quella esperienza comune di affaticamento cognitivo connesso con l’utilizzo massivo dei sistemi di videochiamata. Ad oggi nessuno studio analizza l’affaticamento da videoconferenza tipico delle sessioni di psicoterapia. Si indagano criticità e possibili strategie connesse con i processi decisionali e attentivi nel setting psicoterapeutico con l’adulto.
Keywords
Psicoterapia, Internet, Presenza Virtuale, Affaticamento, Videoconferenza.