Liberarsi dal proprio «perimetro» per ripristinare la simmetria dello sguardo. A confronto con Ran Lahav al tempo del Covid-19

Cristiano Ciferri

L’esperienza del lockdown durante la pandemia di Covid-19 ha imposto a tutti di ripensare i propri tempi e i propri spazi. La ricerca comune di senso ha reso necessario tentare di ripristinare una certa simmetria non solo tra i nostri sguardi reciproci, ma anche nel nostro sguardo interiore. In quest’ottica, l’articolo suggerisce di confrontarsi con alcuni elementi costitutivi della proposta di pratica filosofica di Ran Lahav. Viene innanzitutto presentato il fondamento della sua riflessione e cioè il principio dell’interpretazione della visione del mondo, che ha come fine la ricerca dialogica della saggezza e grazie alla quale è possibile compiere il passaggio dalla filo-sofia alla trans-sofia. In seguito viene presentato il concetto di «perimetro» inteso come ostacolo alla possibilità di sviluppare una filosofia contemplativa. Infine, per presentare un’attuazione concreta di quest’ultima, viene descritta l’esperienza della Compagnia Filosofica Contemplativa e del Gruppo Deep Philosophy. Il cammino proposto ci sembra rispondere significativamente all’esigenza di soddisfare quella necessità di guardarsi dentro e di armonizzare i nostri punti di vista che la pandemia ha risvegliato in tutti noi e dalla quale non possiamo più prescindere.

Keywords
Sguardo, perimetro, contemplazione filosofica, compagnia filosofica, pratica filosofica, saggezza.

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