Diversità culturale e odio online: il ruolo della competenza interculturale

Marta Milani

L’ambiente digitale è divenuto, nel giro di pochi anni, un luogo in cui si assiste frequentemente a manifestazioni di pensiero aggressive, cariche di retorica autoritaria e di slogan, specie nei confronti di minoranze, migranti e persone di origine immigrata. Il termine «odio» potrebbe sembrare inappropriato per dar conto di fenomeni purtroppo diffusi e ben conosciuti come il razzismo o la xenofobia. In realtà a esso si ricorre per indicare un’avversione votata al male, in particolare all’ostilità, alla discriminazione e alla violenza, che può portare sia alla disumanizzazione in quanto tale sia a crimini veri e propri. Si tratta di una sfida educativa senza precedenti, che impone una rifondazione radicale dell’etica contemporanea, sfregiata dalla deriva del neoliberalismo. Per siffatta ragione, guardare alla società con un’istanza educativa, dunque antropologica, diviene un imperativo improrogabile. In particolare, la prospettiva di sviluppo di competenza interculturale, declinata nelle sue componenti razionali, emotive, innate e contestuali, risulta essere sempre più centrale per superare visioni che leggono emigrazione e contesti multiculturali in termini di disagio e di rischio anziché come una grande risorsa per il singolo individuo e la società nel suo complesso.

Keywords
Discorso d’odio, competenza interculturale, razzismo, educazione interculturale.

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