Vol. 24, n. 2, maggio 2025 — pp. 121-124
Corrispondenza: Alessandro Monchietto — e-mail:
Rubrica
Recensione
G. Lombardi (2024), Docenti specializzati e curricolari in sinergia. Il sostegno diffuso è possibile, Milano, FrancoAngeli
Il libro Docenti specializzati e curricolari in sinergia, pubblicato per FrancoAngeli nel 2024, affronta con acume e profondità la questione dell’inclusione scolastica in Italia, esplorandone sfide e potenzialità. Con un approccio che combina un’analisi storica e una visione propositiva, Grazia Lombardi esplora le criticità che innervano il sistema attuale e avanza proposte per superare la tradizionale separazione tra docenti curricolari e di sostegno, che ostacola la realizzazione di una vera cultura inclusiva. Se il tema eredita una ricca riflessione scientifica ed esperienziale, la lettura che il volume sceglie di proporre sposta l’attenzione su punteggiature inedite.
L’autrice parte dal rilevare come, nonostante i progressi legislativi, la scuola italiana fatichi a realizzare una piena inclusione e a rispondere alle esigenze di una società sempre più diversificata. Tra i principali ostacoli, si evidenziano la frammentazione tra i ruoli dei docenti, la mancanza di una formazione iniziale condivisa e la persistenza di stereotipi sulla disabilità. La proliferazione di categorie diagnostiche e la conseguente «bessizzazione» degli studenti rischia inoltre di medicalizzare eccessivamente l’ecosistema educativo, spostando l’attenzione dalle potenzialità offerte dalle differenze individuali a un approccio standardizzante e riduttivo, che continua a scegliere logiche riparatorie ed emergenziali.
Lombardi sottolinea come un’autentica inclusione non possa realizzarsi senza un dialogo fecondo tra le tradizioni scientifiche che si rifanno ai paradigmi della Pedagogia dell’Inclusione e della Pedagogia Speciale. Quest’ultima, con il suo bagaglio storico e metodologico, rappresenta un pilastro fondamentale dell’educazione inclusiva, offrendo strumenti per la personalizzazione dell’intervento educativo e la comprensione delle barriere all’apprendimento. Veniamo invitati a considerare queste posture epistemologiche non come contrapposte, ma come interconnesse: la Pedagogia dell’Inclusione può, infatti, beneficiare dell’esperienza storica e metodologica della Pedagogia Speciale, mentre quest’ultima si rinnova adottando una visione più ampia e globale. Scrive l’Autrice: «La Pedagogia Speciale solleva nuove sfide e nuovi interrogativi sulla piena realizzazione dei diritti di cittadinanza delle persone con disabilità o in condizione di vulnerabilità, svantaggio, rivolgendo necessariamente lo sguardo a una dimensione “plurale”» (p. 55).
Un passaggio centrale del volume è dedicato al ruolo dell’insegnante di sostegno. Lombardi ne mette in luce la crisi identitaria, determinata dalla dissonanza tra aspettative istituzionali e realtà quotidiana. Nata con ambizioni di sistema, tale figura viene spesso relegata in una posizione marginale/assistenziale e privata di una piena legittimazione professionale. Una svalutazione che non solo acuisce il senso di frustrazione e demotivazione del docente specializzato, ma che contribuisce anche a comprometterne il potenziale trasformativo, consolidando una visione delegante delle pratiche inclusive.
Il concetto di compresenza didattica, intesa non come semplice coesistenza fisica di due docenti ma come una reale collaborazione progettuale (in cui si intrecciano intenzionalità collaborativa, progettazione condivisa e visione comune degli obiettivi), è al centro della proposta di Lombardi. Perché questa sia efficace sono necessari un profondo cambiamento culturale e una formazione mirata e significativa, che possano contribuire alla costruzione di un’identità professionale consapevole. Al riguardo, un tema particolarmente interessante del volume è l’enfasi posta sull’importanza del tirocinio nella formazione dei docenti. Lombardi considera il tirocinio un’officina di cultura pratica, capace di favorire la decostruzione di pregiudizi e lo sviluppo di competenze progettuali, metodologiche e relazionali. In un sistema che ambisce a essere pienamente inclusivo, il tirocinio diventa un momento cruciale per formare professionisti riflessivi, capaci di adattare le proprie pratiche alle esigenze degli alunni. In questa direzione si suggerisce di ripensare questo momento, lavorando con rigore e sistematicità, su opportunità accompagnate di mediazione e negoziazioni delle esperienze, che consentano con costanza di sperimentare il pensiero narrativo e le scritture professionali, da quelle osservative a quelle diaristiche, che ne sono una traduzione esperibile sia nella formazione iniziale che nella pratica professionale.
Particolarmente coinvolgente è l’indagine esplorativa condotta al CEIS (Centro Educativo Italo Svizzero) di Rimini, che Lombardi presenta come esempio emblematico di come l’inclusione possa essere realizzata attraverso un’organizzazione flessibile e una forte sinergia tra tutte le figure educative. Nato nel secondo dopoguerra grazie all’impegno di Margherita Zoebeli, il CEIS ha sviluppato un modello educativo basato sui principi di attivismo e cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti.
Negli anni ha abbracciato il modello di «sostegno diffuso», sviluppato in collaborazione con Andrea Canevaro, che ha permesso di superare la rigida separazione tra docenti curricolari e di sostegno e di promuovere una corresponsabilità educativa condivisa. Lombardi sottolinea che, pur essendo il CEIS un contesto unico, le sue pratiche offrono spunti significativi per ripensare il sistema scolastico italiano. Nell’individuare approcci metodologici e strategie condivise tra didattica speciale e generale, l’Autrice accoglie una sfida prassica che trova connessione nelle dimensioni della comunicazione e della relazione, del tempo collegiale, del riconoscimento, dello spazio, dell’imparare ad andare nella stessa direzione.
Il volume si chiude con uno sguardo prospettico sulla proposta della «cattedra inclusiva» (in cui l’insegnante specializzato assume anche responsabilità curricolari) che Lombardi considera una potenziale chiave di volta di prospettiva prima ancora che di azione, per superare le criticità del sistema tradizionale. Sebbene complessa da attuare, questa visione pone le basi per una scuola che non solo accoglie le differenze, ma le valorizza anche come motore di crescita collettiva. L’Autrice riporta il tema all’assetto metodologico, rimettendo al centro la necessità di fare crescere, prima ancora che le pratiche, le culture inclusive. Afferma al riguardo: «A nostro avviso, piuttosto che modificare gli assetti e le funzioni delle/i docenti specializzati, sarebbe opportuno modificare il sistema di aspettative e di credenze che orientano il loro lavoro. Il rischio, in alternativa, è che ci si trovi di fondo a un cambiamento di funzioni che, tuttavia, non interpella in modo significativo il sistema scolastico» (p. 118).
In sintesi, il volume Docenti specializzati e curricolari in sinergia si configura come un’opera rigorosa e appassionata, capace di coniugare analisi critica e proposte operative. Rappresenta una lettura imprescindibile per chiunque voglia contribuire al dibattito sull’inclusione scolastica e alla costruzione di una scuola capace di essere davvero «per tutti e di tutti». Il testo diventa uno strumento di riflessione competente per accompagnare la scuola ad andare oltre ad alcuni «istituiti» e narrazioni che tendono facilmente a cadere nella trappola della complicazione e dell’impossibilità del cambiamento. I processi inclusivi, come raccontano queste pagine, si nutrono di piccole speranze, che non sono mai l’incarnazione della consolazione e dell’utopia, ma esprimono la possibilità di concedersi, come ricercatori e insegnanti, pensieri e prassi che sappiano diventare, con umiltà e fiducia, sempre più competenti in ordine a ciò che è possibile.
Moira Sannipoli e Alessandro Monchietto