Vol. 23, n. 2, maggio 2024
PROSPETTIVE E MODELLI INTERNAZIONALI
Università europee: uno strumento per autovalutare l’inclusività e favorire la mobilità degli studenti con disabilità1
Elena Bortolotti2
Sommario
L’articolo 24 della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (Convention on the Rights of People with Disabilities, CRPD) prevede che le persone con disabilità siano in grado di accedere all’istruzione terziaria, alla formazione professionale, all’educazione degli adulti e all’apprendimento permanente senza discriminazioni e su base paritaria con gli altri. Questi diritti dovrebbero essere garantiti non solo nel Paese di nascita delle persone con disabilità, ma anche in una panoramica internazionale, dove gli scambi finalizzati allo studio sono diventati parte integrante della formazione dei giovani. Partendo da questa riflessione verrà qui presentato il progetto «Euni4all», nato nell’ambito di un programma europeo Erasmus+ e finalizzato a costruire una rete europea di università che lavorino per l’inclusione. Nel presente contributo verrà rivolta particolare attenzione alla presentazione del questionario elaborato per invitare le università europee a partecipare alla creazione della rete Euni4all, dedicata alla consultazione delle università che lavorano per l’inclusione e che possono divenire un riferimento per gli studenti con disabilità interessati alla mobilità.
Parole chiave
Persone con disabilità, Università, Diritti, Partecipazione, Progetto.
INTERNATIONAL MODELS AND PERSPECTIVES
European Universities: A Tool for Self-Assessing Inclusiveness and Promoting the Mobility of Students with Disabilities3
Elena Bortolotti4
Abstract
Article 24 of the Convention on the Rights of People with Disabilities (CRPD) stipulates that persons with disabilities should be able to access tertiary education, vocational training, adult education and lifelong learning without discrimination and on an equal basis with others. These rights should be guaranteed not only in the country of birth of persons with disabilities, but also in an international context, where exchanges for study purposes have become an integral part of the education of young people. Starting from this reflection, the Euni4all project will be presented here, created within the framework of a European Erasmus+ programme and aimed at building a European network of universities working for inclusion. In this contribution, particular attention will be paid to the presentation of the questionnaire drawn up to invite European universities to participate in the creation of the Euni4all network, a network dedicated to consulting universities that work for inclusion, which could become a reference for students with disabilities interested in mobility.
Keywords
People with disabilities, Universities, Rights, Participation, Project.
Introduzione
Le persone con disabilità sono state spesso escluse dalla società e si sono viste negare i diritti umani e civili fondamentali. La storia di queste persone ha portato a codificare alcuni modelli prevalenti che ci aiutano a collocare i comportamenti e gli atteggiamenti ancora oggi presenti nei loro confronti.
In particolar modo la visione legata al modello medico, che presta attenzione al deficit o alla malattia (Shakespeare e Watson, 1997; Williams e Hubbard, 2001), e la visione legata al concetto di tragedia personale (Swain, French e Cameron, 2003), hanno proiettato la persona con disabilità in una dimensione di malattia e, di conseguenza, di bisogno di cure, di assistenza e/o di compassione, atteggiamenti che poco spazio lasciano a un approccio alla vita caratterizzato da autodeterminazione e autorealizzazione (Schalock, 1990; Cottini, 2016), a una vita centrata sulle opportunità e sulla qualità (Giaconi, 2015; Giaconi et al., 2020; Lascioli e Pasqualotto, 2021).
Il modello sociale della disabilità rappresenta una sfida alla concezione individualistica della disabilità, suggerendo che le persone con disabilità sono in difficoltà a causa del loro ambiente, che le barriere escludono e opprimono, limitando così le persone nell’applicare il loro potenziale (Garland-Thompson, 2005; Oliver, 2013; Shakespeare e Watson, 1997).
Il modello interattivo, legato oggi soprattutto alla divulgazione dell’ICF (OMS, International Classification of Functioning, Disability, and Health, 2007), descrive il funzionamento umano come un intreccio tra fattori biologici, individuali e ambientali (modello bio-psico-sociale). La disabilità non viene descritta come una malattia, ma come una condizione generale che può risultare dalla relazione complessa tra la condizione di salute della persona e i fattori contestuali che rappresentano le circostanze in cui vive.
Ambiente e politiche finalizzate a favorire il benessere delle persone vengono dunque messi in risalto come aspetti fondamentali nel garantire alle persone con disabilità la possibilità di fruire dei diritti umani fondamentali.
L’articolo 24 della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CRPD, 2006) prevede infatti che gli Stati parti garantiscano alle persone con disabilità l’accesso all’istruzione terziaria, alla formazione professionale, all’educazione e all’istruzione per tutto l’arco della vita, senza discriminazioni e su base paritaria con gli altri.
Tutti i Paesi europei hanno ratificato la Convenzione e il suo protocollo opzionale, impegnandosi a sviluppare politiche pubbliche per garantire l’inclusione sociale delle persone con disabilità, in particolare nei settori dell’istruzione e dell’occupazione.
La storia dei singoli Stati membri dell’Unione Europea ha visto però manifestarsi molte differenze nell’approccio ai diritti dei soggetti con disabilità nel corso di quest’ultimo secolo e ancora oggi, nonostante il riferimento alla Convenzione quale normativa comune, l’attuazione di strategie educative e di accesso universale che facilitino e promuovano l’accesso e la partecipazione delle persone con disabilità all’istruzione superiore risulta molto variegata sia tra Paesi, sia all’interno di ogni Paese.
Sono dunque presenti realtà che mostrano ampi progressi in tema di accessibilità e promozione della partecipazione e altre che non si sono ancora organizzate per fornire il supporto e gli accomodamenti ragionevoli necessari a garantire pari opportunità educative e a rimuovere i divari di disuguaglianza associati alle disabilità (Kutscher e Tuchwiller, 2019; Fundacion ONCE, 2014; Diez Villoria et al., 2011).
Ne consegue che gli indicatori di inclusione degli studenti universitari con disabilità nell’Unione Europea continuano a mostrare disuguaglianze e discriminazioni poiché, come evidenziano i risultati ottenuti da Díez Villoria et al. (2011) e Rodríguez e Álvarez (2016), la percentuale di giovani con disabilità che hanno accesso all’istruzione superiore è ancora bassa.
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 10, 8, 4 e 11 (2015), tutela i diritti delle persone con disabilità e ne promuove lo sviluppo sostenibile. L’Obiettivo 4, ad esempio, stabilisce la necessità di garantire un’istruzione inclusiva ed equa di qualità per promuovere opportunità di apprendimento per tutti, mentre l’Obiettivo 8 esorta i Paesi a promuovere una crescita inclusiva e sostenibile e un’occupazione piena e produttiva per tutti.
Il Comitato sui diritti delle persone con disabilità, nel Commento generale n. 4, Sul diritto a un’istruzione inclusiva, ha rilevato una situazione preoccupante che vede ancora molto limitato l’accesso a un’istruzione inclusiva e di qualità per i giovani con disabilità e, soprattutto a livello universitario, un grande limite è presente nei programmi di mobilità, che sono fondamentali per un’istruzione di qualità.
Tutto ciò può essere confermato da una scarsa presenza di studi dedicati a questo tema. I pochi lavori individuati evidenziano però gli aspetti positivi che porta la sfida dell’inclusione rispetto alla capacità di riorganizzare e condividere i supporti universitari progettati per aiutare gli studenti (Pavone, 2018; Hernandez et al., 2018; Rodriguez e Álvarez, 2016), mostrando tutti gli aspetti positivi che vedono migliorare i dati di presenza e completamento del percorso universitario degli studenti con disabilità (Kutscher e Tuckwiller, 2019; Bellacicco, 2018).
A conferma dell’impatto positivo della partecipazione a un programma di mobilità per studenti universitari con disabilità si è espressa la fondazione ONCE, riportando come queste esperienze aiutino a migliorare l’autonomia, le competenze, le aspettative professionali e le opportunità di lavoro (Fundación ONCE, 2014).
In base alle presenti premesse, finalità di questo contributo è presentare brevemente il progetto «Euni4all» e, in particolare, le motivazioni e il processo che hanno portato alla creazione del questionario per l’inclusione, strumento che è stato inviato alle università dei Paesi della Comunità Europea, al fine di creare una rete di università interessate a lavorare per l’inclusione e ospitare studenti in mobilità internazionale.
Il progetto «European Network of Inclusive Universities» («Euni4all-Network») è stato finanziato nell’ambito dell’Erasmus+ Program, Key action 2: Cooperation for innovation and exchange of good practices, «Strategic associations», programma focalizzato sull’apprendimento formale e informale oltre i confini dell’UE, con una chiara vocazione di internazionalizzazione che si apre ai Paesi terzi con l’obiettivo di migliorare le capacità educative e formative delle persone per l’occupabilità di studenti, insegnanti e lavoratori. È stato coordinato dalla Fondazione ONCE (con sede a Madrid), in collaborazione con il Forum Europeo della Disabilità (EDF) e altri sette partner che hanno partecipato a questa iniziativa: l’Università della Finlandia Orientale, l’Università di Trieste (Italia), l’Università di Tecnologia di Lublino (Polonia), l’Università di Porto (Portogallo), le Università spagnole di Murcia, l’Università Autonoma di Madrid e l’Università di Siviglia.
Il progetto «Euni4all» per la mobilità in ambito accademico
Obiettivo primario del progetto «Euni4all» era costruire una rete europea di università che lavorino per l’inclusione e che possano divenire un riferimento per gli studenti con disabilità, anche allo scopo di favorire la mobilità interna ed esterna al proprio Paese di appartenenza.
Nella prima fase è stata fatta un’importante ricerca di studi, ricerche, documenti, rapporti e raccomandazioni di organizzazioni internazionali, università e altre istituzioni educative, finalizzata alla redazione di una guida contenente una proposta articolata di standard per l’inclusione. Si voleva sviluppare un nuovo strumento per incoraggiare le università ad autovalutarsi rispetto alle capacità inclusive e, al contempo, promuovere la sensibilizzazione delle stesse comunità universitarie in merito all’accoglienza, all’accessibilità e all’inclusione sociale.
La creazione di una piattaforma web, contenente le informazioni raccolte in modo sistematico, rappresentava l’obiettivo finale del progetto ed era mirata a divenire un elemento di consultazione per gli interessati. La piattaforma voleva inoltre essere pensata come un sistema aperto, fruibile da tutte quelle università europee che vorranno progredire nel processo di revisione della loro cultura, delle loro politiche e delle loro pratiche, contribuendo così a migliorare la qualità e l’eccellenza del mondo universitario.
In sintesi, il progetto ha visto la presenza di quattro intellectual output che possiamo così riassumere:
- Elaborazione della Guida agli standard di inclusione per gli studenti con disabilità.
- Costituzione di una rete europea di università che lavorano per l’inclusione degli studenti con disabilità (Rete europea delle università inclusive).
- Organizzazione di workshop e materiali didattici per promuovere la formazione dei docenti in termini di inclusione.
- Creazione di una piattaforma web che identifichi le università europee appartenenti alla rete, per facilitare le informazioni utili agli studenti universitari con disabilità interessati a partecipare a un programma di mobilità. Queste università potranno condividere le loro buone pratiche e accedere alle buone prassi di altri Paesi e istituzioni.
La Guida agli standard di inclusione e il questionario
Il primo obiettivo del progetto era creare una Guida agli standard di inclusione che contenesse:
- il resoconto della metodologia e delle fasi di preparazione della Guida;
- il questionario di autovalutazione da inviare successivamente alle università europee;
- la metodologia utilizzata per l’analisi dei risultati dell’autovalutazione delle università e le rubriche da allegare agli standard.
Nella preparazione della Guida e del questionario, i partner responsabili dell’Intellectual output 1 hanno condotto un’ampia revisione della letteratura per conoscere gli indicatori utilizzati in altri studi nel valutare l’inclusione degli studenti con disabilità nei contesti di istruzione superiore. Per essere inclusi in questa revisione, gli studi dovevano trattare l’inclusione negli istituti di istruzione superiore e formulare indicatori per valutarla.
È stata condotta una ricerca nei seguenti database: Education Source, ERIC, PsycINFO, PsycARTICLES, Psychology and Behavioral Sciences, SCOPUS e Dialnet. Sono inoltre state recensite le seguenti riviste: «Journal of Diversity in Higher Education», «Higher Education», «Studies in Higher Education», «Journal of Higher Education Policy and Management», «Journal of Postsecondary Education and Disability», «International Journal of Inclusive Education» e «European Journal of Special Needs Education».
Per la ricerca sono stati usati due criteri: parole chiave e data di pubblicazione. I termini utilizzati nella ricerca sono stati: istruzione superiore, disabilità, inclusione, indicatori e università. Per quanto riguarda le date di pubblicazione, l’indagine si è limitata alle pubblicazioni effettuate dal 2010 in poi.
A seguito della ricerca, sono stati identificati 533 articoli, di cui 11 sono stati selezionati in quanto concentrati su contesti universitari e solo 8 sono stati presi in considerazione in quanto specifici rispetto al tema dell’inclusione degli studenti con disabilità.
La lettura degli articoli scelti ha permesso di effettuare la selezione di 235 indicatori che sono stati considerati dai partecipanti al progetto come elementi da cui partire per costruire il questionario.
Dopo un intenso lavoro di gruppo si è deciso di tenere 38 indicatori che sono stati raggruppati in 4 dimensioni e, in alcuni casi, le relative sottodimensioni.
Le dimensioni sono le aree generali di valutazione che, nel caso delle Politiche istituzionali fondamentali e della Vita universitaria, sono state suddivise in sottodimensioni.
Nella versione finale il questionario si presentava quindi con la seguente organizzazione:
- dimensione Politiche Istituzionali chiave e le sottodimensioni: Accessibilità, Quadro normativo e operativo, Formazione e sensibilizzazione (indicatori 1-14);
- dimensione Accesso (indicatori 15-19);
- dimensione Vita universitaria e le sottodimensioni Apprendimento e istruzione, Partecipazione, Tirocini, Ricerca, Mobilità internazionale (indicatori 20-35);
- dimensione Laurea e postlaurea (indicatori 36-38).
Gli indicatori sono relativi a diversi aspetti della vita accademica: l’accessibilità fisica degli spazi e degli alloggi, gli adattamenti curricolari, l’esistenza di servizi e/o personale di riferimento per studenti con bisogni educativi speciali, i programmi di tutoraggio personalizzati, il supporto per gli studenti stranieri, i sistemi di valutazione accessibili, la formazione del personale, la disponibilità di attività sportive e ricreative inclusive, ecc.
È stato inoltre deciso che gli indicatori dovevano essere scritti con il seguente formato (tabella 1):
- nome dell’indicatore;
- descrizione;
- aree o aspetti per la sua valutazione.
Tabella 1
Esempio di indicatore
Indicatore |
Descrizione |
Aree di valutazione |
Accessibilità digitale |
Siti web, piattaforme digitali e applicazioni mobili sono accessibili. Si deve tenere conto della conformità al sistema di accessibilità universale Double A. Anche i moduli per l’immatricolazione e l’accesso ai servizi universitari sono accessibili. |
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La misura poteva variare per ogni indicatore, prevedendo domande dicotomiche Sì/No o una scala Likert. Sono inoltre stati previsti uno standard che definisce la conformità minima attesa con l’indicatore, una griglia che aiuta a valutare la conformità dell’università all’indicatore (che risulta dalla relazione tra il punteggio della misura e lo standard), una sezione per le osservazioni.
È stata infine prevista una richiesta di evidenze, ossia di documenti o link che l’università deve fornire per giustificare la valutazione data. La Guida contiene esempi di possibili forme di prova che possono essere offerte dall’università. In alcuni casi sono richiesti alcuni documenti o link obbligatori, come ad esempio dove trovare le informazioni, i dati di contatto o i servizi specifici coperti dall’università. Il criterio per determinare queste prove obbligatorie è che rappresentino informazioni di particolare rilevanza per gli studenti con disabilità.
La tabella 2 mostra un esempio degli elementi di un indicatore.
Tabella 2
Esempio di indicatore con rubrica e standard
DIMENSIONE: 1. POLITICHE ISTITUZIONALI CHIAVE |
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SOTTODIMENSIONE: 1.1. Accessibilità |
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INDICATORE: 1. Edifici e spazi accessibili |
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Gli edifici e gli spazi sono accessibili dal punto di vista fisico e sensoriale. |
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MISURA* |
STANDARD |
RUBRICA |
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1 |
2 |
3 |
Punteggio di 2 (60-80% di conformità in tutte le aree misurabili) |
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N/D |
* 1. Meno del 60% è accessibile; 2. 60-80% è accessibile; 3. Più dell’80% è accessibile.
Esempi di prove:
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Esempi di prove:
Prove obbligatorie:
Se la relazione non è in inglese, si prega di aggiungere un riassunto in inglese con le informazioni principali della relazione. Se non avete un rapporto, potete mostrare qualsiasi documento o link che sia utile agli studenti per mostrare il livello di accessibilità delle vostre università. |
Osservazioni: |
La raccolta dei questionari e il sito web per la consultazione
Oltre alla versione originale, una versione più breve del questionario, contenente gli indicatori più significativi, è stata proposta dopo una prima rilevazione dei dati e la difficoltà riscontrata in molte istituzioni nel dedicare tempo alla compilazione del questionario. Di conseguenza, nella fase finale ci sono state 32 università che hanno risposto al questionario originale, nella versione completa, e 32 università che hanno risposto a una versione più breve, che vedeva ridotta la presenza di alcuni indicatori.
Ogni ateneo che aveva compilato il questionario riceveva un feedback che riportava, rispetto a ogni singolo indicatore, se questo era stato valutato in una posizione sopra lo standard (quindi una condizione ottima, che rivela una buona pratica), standard (che rivela una situazione positiva, anche se richiede miglioramenti) e sotto lo standard (che rivela una situazione che necessita di interventi). Sono state anche valutate le evidenze presentate per confermare, o meno, se l’autovalutazione effettuata fosse in linea con le affermazioni riportate. In tal modo era possibile rilevare e restituire agli atenei, per ogni singolo indicatore, i punti di forza che caratterizzano le pratiche e i punti di debolezza sui quali progettare futuri interventi.
Una prima riflessione rispetto alle informazioni raccolte riguarda il fatto che tutte le università che hanno partecipato lo hanno fatto perché si sono sentite coinvolte rispetto al tema dell’inclusione degli studenti con disabilità, e quindi interessate a prendere parte al progetto.
Come atteso, dai dati sono emerse pratiche più o meno presenti, che lasciano intendere il bisogno di continuare il processo di analisi e miglioramento della capacità inclusiva degli atenei europei. A titolo di esempio si riportano alcune informazioni relative agli indicatori più significativi.
Per quanto riguarda l’accessibilità, nel riassumere le buone pratiche degli atenei europei si può rilevare una certa attenzione non solo all’accessibilità digitale (il 15,2% del totale risulta sopra lo standard e il 76,8% risulta standard), ma anche all’accessibilità fisica (33,3% di atenei sopra lo standard e 54,5% nello standard), nonostante sia evidente il grande lavoro che andrà ancora fatto in futuro per abbattere le barriere architettoniche.
Alcuni dati che mostrano buone pratiche in alta percentuale in molti atenei europei riguardano la presenza di servizi dedicati (presenti al 100% nelle università che hanno partecipato) e l’adozione di protocolli e regolamenti atti a garantire il diritto allo studio agli studenti con disabilità (66,7% sopra lo standard e 30,3% standard). Risultano invece ancora poco presenti le pratiche che portano all’attenzione la didattica inclusiva, dal momento che l’indicatore relativo alle metodologie inclusive ha visto un 45,5% sopra lo standard, gli indicatori relativi all’accessibilità dei materiali solo il 27,3% e il sistema di valutazione solo al 18,2% si assestano sopra lo standard.
Infine, un dato poco confortante riguarda i supporti che vengono erogati per gli studenti con disabilità che vogliono intraprendere un’esperienza all’estero, come ad esempio il programma Erasmus. A fronte di un gran numero di studenti che fa questa scelta (la mobilità è al 63,6% delle buone pratiche), sono pochi i supporti erogati (solo un 21,2% valutati di standard elevato) per sostenere gli studenti con disabilità nella mobilità.
Il lavoro ha inoltre permesso di effettuare un’analisi della situazione per paese e per regione, che aiuterà gli studenti con disabilità a prendere decisioni rispetto alle scelte di mobilità. Per facilitare questo processo, il progetto ha previsto la creazione di una piattaforma web, elaborata dai partner esperti dell’Università di Tecnologia di Lublino (Polonia) e che attualmente rappresenta il contenitore ufficiale per la presentazione del progetto al completo. La nota interessante è che si tratta di un progetto aperto, entro il quale ogni università che lo riterrà opportuno potrà essere inserita, previa compilazione del questionario originale che permetterà l’inserimento.
Conclusioni
Obiettivo del presente lavoro era presentare il progetto «Euni4all» non solo perché si ritiene importante agire per incoraggiare l’inclusione delle persone con disabilità nell’istruzione superiore e promuovere la loro inclusione nella comunità universitaria, ma anche per incoraggiare le università italiane a partecipare alla rete che si è creata in questi anni, che rimane uno spazio aperto per la crescita delle università che vogliono sviluppare e migliorare le proprie pratiche inclusive.
Lo strumento restituisce importanti spunti di riflessione riguardo alle diverse dimensioni alle quali prestare attenzione nelle politiche e nelle pratiche accademiche, per rendere possibile la frequenza di tutti gli studenti, anche in presenza di bisogni educativi speciali che necessitano di attenzione e soluzioni atte a garantire sia la partecipazione, sia il diritto allo studio.
La fase finale del progetto ha visto la nascita della piattaforma Euni4all-Network (https://www.euni4all-network.com). La piattaforma è consultabile da tutti e rappresenta non tanto un punto di arrivo, quanto piuttosto un punto di partenza, utile per promuovere la mobilità internazionale degli studenti con disabilità. Gli stessi possono consultare l’attuale presenza di università europee che hanno proceduto nell’autovalutazione, fornendo indicazioni sui propri punti di forza e di debolezza rispetto agli standard inclusivi. In piattaforma è presente un invito alle università a partecipare al processo di autovalutazione, nella speranza di procedere con una sensibilizzazione della comunità universitaria europea sull’accessibilità e l’inclusione sociale dei giovani con disabilità e una futura crescita di attenzione nell’operare quelle trasformazioni necessarie affinché tutti gli studenti possano godere del fondamentale diritto ad accedere all’alta formazione di qualità.
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Euni4all-Network, https://www.euni4all-network.com
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1 Contributo per il Convegno Nazionale SIPeS, Università degli Studi di Bergamo, 9-10 giugno 2023, Culture dell’accessibilità per un mondo inclusivo. Traiettorie per gli ambienti di vita, la didattica, la tecnologia.
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2 Prof.ssa associata c/o Università degli Studi di Trieste, Dipartimento di Studi Umanistici.
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3 Contribution for the SIPeS National Convention, University of Bergamo, 9th-10th June 2023, Cultures of accessibility for an inclusive world. Programmes for living environments, didactics, and technology.
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4 Associate Professor at the University of Trieste, Department of Humanities.
Vol. 23, Issue 2, May 2024
(continua)
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