Vol. 19, n. 3, settembre 2020

INTRODUZIONE ALLA MONOGRAFIA

Processo alla Didattica a Distanza

Prendiamo a prestito il titolo di questa sezione monografica dalla relazione di Andrea Canevaro sulla bella esperienza di simulazione di un vero e proprio processo alla Didattica a Distanza, a cui in molte e molti siamo stati costretti durante la primavera del 2020.

Usiamo volentieri questa espressione, processo, perché nel dibattimento processuale si dà conto proprio di quello che speriamo di essere riusciti a esporre in questa monografia: raccogliere testimonianze, ascoltare le voci delle persone coinvolte, esaminare i fatti. Sia chiaro, non siamo noi i giudici in questa simulazione: i giudici siete voi, lettori, a cui lasciamo il compito di elaborare un’opinione sulla base degli elementi che siamo stati in grado di presentarvi.

Abbiamo compiuto uno sforzo per raccogliere dati in molte realtà diverse: in una scuola primaria e in una scuola secondaria in Bosnia-Erzegovina, tra gli alunni e le alunne della scuola primaria, tra gli insegnanti italiani di diversi ordini di scuola, in tre diversi contesti universitari. Ci siamo preoccupati di porre l’inclusione al centro della nostra raccolta di dati, perché è stato chiaro da subito che la Didattica a Distanza stava creando problemi a tutti, ma stava lasciando indietro soprattutto i più fragili.

Se ci possiamo permettere una breve «arringa», che voi leggerete per prima ma che noi scriviamo a valle della lettura dei contributi, possiamo evidenziare che alcuni temi ricorrenti emergono dagli interventi raccolti.

Il primo è certamente il profondo impatto dell’emotività in tempi di crisi: sappiamo che la didattica, così come l’educazione tutta, è in buona parte relazione e che insieme alla relazione viaggiano le emozioni; ed è evidente che la mancanza di opportunità di relazioni e di socializzazione in presenza sia stata il carburante, nel bene e nel male, della reazione della scuola al lungo periodo di isolamento.

Il secondo tema è senza dubbio la disuguaglianza, che tanti insegnanti ed educatori cercano ogni giorno di ridurre nel proprio contesto professionale e che invece, in mancanza di quella relazione di cui dicevamo sopra, si è allargata come una crepa, penalizzando non solo gli studenti, ma anche gli insegnanti più fragili, meno resilienti, magari semplicemente più stanchi.

E tuttavia è proprio da questi due temi — le emozioni e la disuguaglianza di opportunità — che vediamo emergere una prospettiva di speranza: fra tante difficoltà, molta parte di quel sistema complesso risultante dall’intreccio didattico e relazionale tra insegnanti, allievi, altri professionisti e famiglie — che è la scuola — si rivela piena di intelligenza emotiva, di creatività e di tensione verso equilibri qualificati più elevati.

Siamo fiduciosi che anche voi riuscirete a trovare in queste pagine dedicate alla rielaborazione di un momento tanto difficile qualche ispirazione positiva.

Un augurio di buona lettura a tutti voi!

Direttrice e condirettori

Marisa Pavone

Andrea Canevaro

Dario Ianes

 

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