Disabilità e archeologia: prospettive educative

Angelo Lascioli, Dario Scarpati

Gli interventi finalizzati a consentire anche a chi ha una disabilità di fruire
di un’opera d’arte non dipendono solo da soluzioni di tipo tecnico, ma sono
l’espressione di una nuova cultura della disabilità, effetto di un capovolgimento
di prospettiva, che consiste nel superamento della «logica dello scarto» in favore
della costruzione di una società inclusiva. L’arte e il bello devono risultare dunque
accessibili a ogni uomo e dall’incontro tra arte e disabilità possono nascere
nuove prospettive di sviluppo sia per la stessa arte che per chi vive in condizioni
di svantaggio. Nei laboratori di archeologia rivolti a persone con disabilità si
elaborano percorsi educativi con valenze riabilitative per incrementare lo
sviluppo delle abilità cognitive, l’autostima, la motivazione e le abilità sociali.
In questi spazi di lavoro si sperimentano metodi innovativi per imparare a
ragionare, a osservare, a fare ipotesi e a trovare soluzioni intelligenti. I partecipanti
scoprono cose nuove del mondo e di se stessi. L’archeologia rivela così una
spiccata capacità maieutica e una grande estensione di possibilità, utilizzabili
per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità.

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