Ripensare l’accessibilità museale per creare spazi esperienziali generativi di inclusione e innovazione

Barbara Baschiera

L’Italia vanta la maggiore presenza e la più capillare distribuzione di luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale. Tuttavia, un terzo di questi siti non si può considerare inclusivo (ISTAT, 2022). Renderli accessibili, significa aprirli a uno scenario che pone il visitatore al centro, nel rispetto della sua autonomia e delle sue capacitazioni (Sen, 2000), studiando strategie che ne consentono la partecipazione e la co-progettazione inclusiva. A questo scopo, agli studenti del corso di Pedagogia e Didattica Speciale dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, è stato affidato il compito autentico di ripensare l’accessibilità di un’istituzione museale a scelta, utilizzando i sette principi del modello dell’Universal Design di Ronald Mace (1985). Tale modello è stato integrato con quello di Sandell e Dodd (2010) per mettere a fuoco le barriere esistenti e quello del Hierarchy of Needs di Maslow (1954) per indicare possibili soluzioni volte a soddisfare l’eterogeneità dei bisogni dei pubblici. Il paper evidenzia come le pratiche museali possano essere rimodellate attraverso l’apporto della pedagogia speciale, facendo dell’accessibilità una risorsa collettiva e il prerequisito di ogni progettazione volta all’empowerment dei visitatori.

DOI 
10.14605/ISS2322408

Keywords
Accessibilità museale, Partecipazione, Co-progettazione inclusiva, Autodeterminazione, Universal Design for Learning.

Indietro