Una formula vincente?

Joanne Banks

In tutto il mondo sono sempre più numerosi i Paesi impegnati in una riforma dei propri modelli tradizionali di finanziamento per i «bisogni educativi speciali», che in molti casi contraddicono i principi generali dell’inclusione scolastica stabiliti nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (UNCRPD). In tutti i Paesi si va diffondendo la consapevolezza che le modalità di finanziamento dei sistemi educativi influiscono direttamente sulla possibilità che le scuole siano effettivamente inclusive. L’aumento vertiginoso delle spese ha inoltre influito sui governi che hanno iniziato a invocare il «controllo dei costi» e una maggiore trasparenza e accountability nella distribuzione delle risorse e nell’impiego del denaro. In Irlanda gli appelli per un modello di finanziamento più equo a favore degli studenti con disabilità nel sistema d’istruzione generale hanno portato all’introduzione di un nuovo metodo in cui non è più necessario formulare delle diagnosi per ricevere i sussidi. Tuttavia, in seguito alla ratifica dell’UNCRPD, avvenuta nel 2018, si sta pensando a una riforma complessiva del sistema di educazione speciale irlandese, con la possibilità di passare a un sistema educativo inclusivo e di eliminare le scuole e le classi speciali. Ciò solleva un interrogativo: in un sistema inclusivo ci possono essere due flussi di finanziamento separati, destinati uno al sistema di istruzione generale e l’altro all’educazione speciale? L’adozione di un modello di finanziamento unico per tutti gli studenti, per quanto sia la scelta più logica, desta molte preoccupazioni tra i genitori e i difensori dei diritti delle persone con disabilità, spesso preoccupati che tale opzione possa portare a dimenticare i bambini con disabilità ed essere usata dal governo come un meccanismo di riduzione della spesa complessiva.

DOI 
10.14605/ISS2012101

Keywords
Inclusione scolastica, sistemi di finanziamento, autonomia scolastica, Universal Design for Learning.

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