La frontiera della biopedagogia

Piero Crispiani

Il testo sviluppa alcune linee epistemologiche della neuropedagogia, approccio transdisciplinare nato nei primi decenni del Novecento in altri Paesi (URSS, Francia, USA) e valorizzato in Italia dapprima da Franco Fabbro, Piero Crispiani con alcuni cultori della Pedagogia clinica, da Pier Cesare Rivoltella e pochi altri. Con il costrutto della biopedagogia, paradigma già di Henri Laborit, richiamata da Nando Filograsso e sviluppata anzitutto in ambito della Pedagogia professionale, il quadro teorico della Pedagogia clinica giunge a una organizzazione epistemologica più consapevole e si mostra attento alle connessioni tra i processi di abilitazione e le dinamiche e criticità dello sviluppo della persona, con un occhio rivolto sia alle diverse aree funzionali (motoria, percettiva, linguistica, del pensiero, relazionali, ecc.) sia alle diversità umane (patologie, disabilità, menomazioni, ritardi evolutivi, disordini funzionali, marginalità, disadattamenti, ecc.). Il percorso verso un intreccio epistemico tra pedagogia e medicina si fonda sul dibattito intorno a problemi vicini ai temi del neurosviluppo, della biodiversità, delle pratiche diagnostiche, dei training di abilitazione e riabilitazione che, in vario modo e a diverso livello, impegnano le figure pedagogiche e i servizi di «aiuto alla persona».

DOI 
10.14605/ISS1942005

Keywords
Biopedagogia, paradigma transdisciplinare, Pedagogia speciale, Pedagogia clinica, neuropedagogia.

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