Didattica a distanza durante il lockdown

Dario Ianes, Rosa Bellacicco

Il repentino passaggio alla didattica a distanza durante il lockdown, dovuto alla diffusione del Covid-19, e le implicazioni di questa ultima, in termini di opportunità e sfide per alunni, docenti e genitori, sono stati indagati da numerosi studi a livello internazionale e nazionale. Tuttavia, nonostante siano stati sottolineati a più riprese rischi per l’equità dei sistemi educativi di tutto il mondo, poche ricerche si sono focalizzate specificamente sulle persone con disabilità. Questo studio ha indagato l’impatto delle azioni educative messe in campo durante il lockdown per gli studenti con disabilità in Italia, con il fine di valutare se e come esse abbiano influenzato il loro apprendimento e la partecipazione alle attività di classe in una dimensione inclusiva. I dati sono stati raccolti tramite un questionario cui hanno risposto, a poco più di un mese dalla chiusura delle scuole, 3.291 insegnanti. I risultati principali mostrano che più di uno studente con disabilità su tre è stato totalmente escluso dalla didattica a distanza, mentre per un altro 20% sono stati attivati solo percorsi individuali. Se l’esclusione appare diffusa in modo piuttosto omogeneo nei diversi ordini e gradi di scuola, dal punto di vista territoriale risulta più marcata al Sud che al Centro-Nord. Inoltre, in più del 20% dei casi, non sono stati messi a disposizione materiali digitali di alcun tipo e l’adattamento di questi ultimi, quando è avvenuto, è stato delegato solamente all’insegnante di sostegno. Appare, infine, molto positiva la collaborazione con le famiglie e tra docenti, mentre il coinvolgimento dei compagni di classe risulta deficitario, con un conseguente isolamento, anche dal punto di vista sociale, per gli studenti con disabilità.

DOI 
10.14605/ISS1932004

Keywords
Inclusione, Covid-19, studenti con disabilità, didattica a distanza.

Indietro