Quando la comunicazione visivo-gestuale diventa una lingua

Rosalia Cavalieri

Generalmente tendiamo a pensare al linguaggio limitandoci solamente a quello parlato, dando per scontato che l’essenza di questa facoltà specie-specifica sia la voce articolata. Nonostante il linguaggio umano, in condizioni normali, prenda forma nelle diverse lingue orali, parlare non è l’unica modalità in cui si può incarnare l’istinto del linguaggio. Da almeno una cinquantina di anni le evidenze scientifiche attestano l’esistenza di lingue visivo-gestuali create e usate dai sordi e dagli udenti segnanti, lingue a tutti gli effetti, ricche e complesse come qualsiasi lingua parlata, che sfruttano la modalità visivo-gestuale. Avvalendosi anche delle testimonianze autobiografiche di persone sorde, questo saggio prova a spiegare perché la lingua dei segni è la prima lingua dei sordi e nel contempo il veicolo essenziale della loro integrazione sociale.

Keywords
Sordità, Linguaggio, Comunicazione visivo-gestuale, Acquisizione del linguaggio, Lingue dei segni, Testimonianze autobiografiche

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