Il sistema famiglia in presenza di un figlio con autismo

Marilena Marrone

Le famiglie con un figlio disabile, secondo l’approccio evolutivo, cominciano a differenziarsi dalle altre famiglie a partire dalla nascita del figlio, quando emergono problemi di accettazione, percezione della condizione di disabilità, compiti di cura, riorganizzazione della coppia (Scabini e Cigoli, 1991). Molti studi rilevano un’associazione positiva tra sintomatologia autistica e stress genitoriale (Hastings e Johnson, 2001). Un primo motivo di stress è la mancanza di interazione. In queste famiglie si può così vivere un disagio derivante dalla scarsa conoscenza di sé e del figlio che si sta allevando, dal fallimento dei comportamenti intuitivi genitoriali, dall’elaborazione di una diagnosi che ha frantumato le aspettative, dalla necessità di trovare un nuovo assetto familiare e dalla necessità di confrontarsi con gli altri genitori. L’analisi generale dei bisogni e delle difficoltà dei genitori dovrebbe essere il punto nodale per progettare un sostegno educativo. Le azioni di supporto, indicazione, sostegno dovrebbero essere pensate in relazione all’impatto che esso può avere sul sistema famiglia, che è più complesso del focus posto sul disturbo autistico del bambino. La solitudine della famiglia e il grande carico che questa sopporta sono due temi connessi che hanno risposte possibili e concrete. Il tema della solitudine sembra essere legato al bisogno di comunicazione come orientamento e accompagnamento. Ultimo, il tema dell’informazione, che è uno degli strumenti che, insieme al recupero della frammentazione, consente di ridurre il livello di solitudine e di carico delle famiglie.

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