Vol. 21, n. 3, settembre 2022 — pp. 99-101

Rubrica

Recensione

Bottà M., Canevaro A., Cibin C.M. e Calderoni S. (2022), Dalla scuola al lavoro. Verso una realtà inclusiva, Trento, Erickson, pp. 151.

Dalla scuola al lavoro. Verso una realtà inclusiva è un libro che mette in luce, in un perfetto equilibrio tra teoria e suggestioni operative, le responsabilità della scuola nel garantire a ogni studente e studentessa la possibilità di varcare la soglia del mondo adulto. Nel nostro contesto occidentale tale passaggio avviene, soprattutto, attraverso l’assunzione di una posizione lavorativa, prerequisito per lo sviluppo del senso di identità adulta. Per creare un solido ponte tra scuola e lavoro è essenziale che i percorsi didattici non mirino unicamente all’apprendimento dei contenuti disciplinari ma predispongano anche esperienze reali, valide per l’acquisizione di abilità spendibili nel mercato del lavoro. Tale intento è da perseguire con tutti, compresi i ragazzi e le ragazze con disabilità, il cui futuro professionale dipende in gran parte dalle occasioni che la scuola e la rete territoriale co-progettano al fine di orientarli/e e prepararli/e all’ingresso del mondo del lavoro. In questa prospettiva, sostenere il valore dei percorsi di alternanza scuola-lavoro diviene una priorità, perché attraverso di essi si fanno concrete le probabilità di demolire le barriere che si interpongono tra lavoro e disabilità. Gli autori del libro si fanno portavoce dell’urgenza di un cambiamento culturale che rifiuti le svalutanti rappresentazioni sociali della disabilità e che rivendichi per ognuno, senza distinzioni, la possibilità di costruire un futuro dignitoso e autodeterminato.

Il testo è diviso in due parti — «Cosa fare a scuola» e «Cosa fare a lavoro» —, distinte eppure collegate tra loro da un chiaro sfondo teorico.

Gli interventi di Andrea Canevaro e Cristina Maria Cibin compongono la prima parte del libro e si soffermano sugli indicatori e strumenti attraverso i quali è possibile valutare la qualità dell’integrazione scolastica degli studenti e studentesse con bisogni educativi speciali, nonché sulle strategie da adottare per garantire loro un «dopodomani» autodeterminato. Gli autori rivendicano l’importanza di una scuola inclusiva che offra a tutti i suoi studenti molteplici possibilità di scelta e le medesime opportunità di partecipazione alla vita sociale, ricreativa e culturale. La migliore qualità di vita possibile è lo sfondo di senso e la meta di ognuno degli indicatori presentati — che non pretendono di essere assoluti perché personalizzabili a seconda dei bisogni e delle peculiarità di ciascuno. L’integrazione scolastica viene presentata come l’esito di un processo che accoglie le differenze e la complessità; come il prodotto di una sinergica condivisione di intenti tra i docenti, gli studenti e le loro famiglie. Oltre che sulle risorse umane, si pone l’accento sui mediatori materiali e ambientali che rendono la scuola equa e accessibile agli studenti e studentesse con bisogni educativi speciali. Contro ogni logica assistenzialistica e infantilizzante si propone l’adozione di un approccio positivo; una prospettiva che promuove una visione olistica della persona e che, per questo, non fa mai coincidere l’identità dei propri interlocutori con la sola presenza della disabilità. La forte connotazione operativa del libro è ravvisabile sia nelle indicazioni circa la realizzazione di interventi educativi finalizzati al miglioramento della qualità della vita della persona, sia nelle indicazioni metodologiche suggerite agli insegnanti, utili a instaurare relazioni educative fondate sulla reciproca fiducia.

La seconda parte del libro, con gli interventi di Marino Bottà e Sauro Calderoni, si concentra sull’importanza del lavoro per la costruzione dell’identità, dell’autostima e della migliore qualità di vita. La scuola, in alleanza con le famiglie e la rete territoriale, ha la responsabilità di costruire un ponte con il contesto lavorativo. Tuttavia, questo suo compito è ancora troppo spesso disatteso quando si parla degli studenti e delle studentesse con bisogni educativi speciali. Gli autori rammentano il quadro di riferimento normativo per il collocamento delle persone con disabilità in ambito lavorativo, evidenziandone sia gli esiti positivi che i limiti emersi nel tempo; inoltre, invitano i lettori alla riflessione attraverso un’analisi di decostruzione dei pregiudizi che relegano le persone disabili ai margini del mondo professionale. Per rispondere alla sfida dell’inclusione, si ritiene sia necessaria la progettazione di percorsi di integrazione socio-lavorativa graduali, calibrati sulle esigenze del singolo e da includere all’interno di un più ampio Progetto di Vita. Tra questi percorsi viene esaminato nel dettaglio quello dell’alternanza scuola-lavoro: una preziosa e concreta occasione per valorizzare le inedite potenzialità di ogni studente e studentessa.

Le ultime pagine del libro sono dedicate alla presentazione di due buone pratiche di alternanza scuola-lavoro indirizzate ai ragazzi e alle ragazze delle scuole secondarie di secondo grado della Provincia di Ravenna. Le esperienze descritte hanno consentito agli studenti e alle studentesse di affinare le competenze necessarie all’inserimento lavorativo, di colmare il divario tra teoria e prassi e di sentirsi parte della realizzazione di un bene comune: tutte conquiste che aggiungono tasselli alla formazione dell’identità adulta e che consentono allo sguardo di volgere con fiducia al «dopodomani».

Il libro si rivolge in particolar modo a educatori, insegnanti (curriculari e di sostegno) e pedagogisti.

Sara Marchesani

 

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