La ricerca italiana sulle basi neurobiologiche e funzionali della dislessia evolutiva. Una rassegna

Polsoni Lara

La dislessia evolutiva presenta un’elevata variabilità nelle manifestazioni cliniche, che rende difficile individuare non solo criteri diagnostici condivisi, ma anche un modello cognitivo in grado di spiegare il deficit alla base del disturbo. Nel presente lavoro vengono esaminate le più recenti acquisizioni della ricerca italiana sulle funzioni cognitive e sulle relative basi neurobiologiche coinvolte nella dislessia evolutiva, considerandone le implicazioni per la didattica e la riabilitazione. La limitazione del campo di indagine ai soli studi italiani è motivata dall’ipotesi che le differenze linguistiche, in particolare quelle legate alla granularità ortografica, influiscano sul peso dei vari fattori che determinano il disturbo e le modalità con cui esso evolve nelle varie fasi del processo di scolarizzazione. Vengono messe a confronto diverse teorie sulle componenti del sistema cognitivo implicate nella dislessia. Dai dati sembra desumibile che un modello di tipo multicomponenziale sia il più adeguato a spiegare le differenti manifestazioni cliniche del disturbo, per risolvere l’apparente contraddittorietà tra i risultati nei differenti sistemi ortografici e ai fini della predisposizione di un trattamento riabilitativo efficace.

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