Identificazione delle difficoltà di apprendimento: il possibile ruolo del pediatra

Bizzaro Marzia, Caligaris Lorenzo, Gambarini Giuliano, Luoni Chiara, Picca Marina, Termine Cristiano

Abbiamo indagato la possibilità di far svolgere ai pediatri di famiglia la rilevazione di possibili difficoltà di lettura al termine del secondo anno di scuola primaria, facendo somministrare loro il Brano MT, al fine di individuare i soggetti con prestazioni deficitarie in termini di rapidità. Non è stato considerato il parametro accuratezza, in quanto risulta il più sensibile alla variabilità tra un operatore e l’altro. Tutti i bambini consecutivamente valutati dai pediatri (n = 93), indipendentemente dall’esito della rilevazione effettuata, sono stati sottoposti a una valutazione neuropsichiatrica infantile completa per confermare/escludere la presenza di un possibile Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Dei 21 bambini individuati come positivi dai pediatri, 15 hanno ricevuto una diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento al termine della valutazione neuropsichiatrica infantile. La metodica utilizzata ha pertanto dimostrato di avere elevati livelli di sensibilità (93,8%) e specificità (90,6%). Il Valore Predittivo Positivo è discreto (71,4%), con una probabilità del 28,6% di ottenere dei falsi positivi, mentre il Valore Predittivo Negativo è adeguato (98,3%), con una probabilità di ottenere falsi negativi pari all’1,7%. Anche se le diverse regioni, come è già avvenuto ad esempio in Piemonte e in Veneto, dovranno affidare nei prossimi mesi il compito di rilevazione dei bambini a rischio di DSA alle insegnanti, in conformità con quanto previsto dalla Legge 170 e dalla Conferenza Stato-Regioni, il pediatra di famiglia si è rivelato essere una figura idonea a effettuare questo tipo di rilevazione e potrebbe essere impiegato a tale scopo nelle realtà regionali/territoriali che non fossero ancora pronte a svolgerla a livello scolastico.

Indietro