Migliorare la performance accademica in una studentessa universitaria con diagnosi tardiva di dislessia

Francesca Derba, Maria Clara Cavallini, Eleonora Villani

Sono sempre più numerosi gli studenti con dislessia che entrano a far parte dell’istruzione superiore. Alcuni studi presenti in letteratura evidenziano come gli studenti con dislessia ottengano risultati inferiori negli esami universitari, mentre altre ricerche avvalorano la tesi secondo cui essi sperimentino ansia e frustrazione in misura superiore rispetto agli studenti universitari senza diagnosi. Questo studio ha avuto l’obiettivo di misurare l’efficacia di un training di goal setting e self-monitoring nel ridurre l’ansia, nel migliorare la performance accademica e nell’aumentare il tempo on-task di una studentessa di 22 anni con diagnosi tardiva di dislessia. I risultati dello studio mostrano miglioramenti in tutte le aree: i punteggi nella Prova di Studio (test AMOS) e i livelli resilienza sono aumentati, mentre è diminuita la percezione di ansia (parametri valutati con il questionario QAR del test AMOS). È anche aumentata la percentuale di tempo che la studentessa trascorre sul compito durante lo studio autonomo (tempo on-task). A questi dati si può aggiungere un importante risultato qualitativo: dal 2016 al 2017 gli esami sostenuti e quelli superati dalla partecipante sono aumentati (rispettivamente da 3 a 9 e da 0 a 9).

DOI 
10.14605/DIS1611906

Keywords
Dislessia, studenti universitari, abilità di studio, Disturbi Specifici dell’Apprendimento, stress accademico.

Indietro