Lo Slingerland Approach

Anna Chiara Mastropasqua, Pietro Tonegato, Emilia Restiglian

Alla base dei meccanismi di apprendimento delle abilità di lettura e di scrittura esiste un’organizzazione neurologica non solo assolutamente complessa, ma che prevede anche l’integrazione automatica degli stimoli uditivi, visivi e cinestesici con il cervello umano, a cui fanno riferimento specifiche aree cerebrali. Questa evidenza ci permette di rivalutare le potenzialità dei canali sensoriali, capaci di sostenere l’apprendimento dell’individuo, soprattutto in caso di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). Lo Slingerland Approach, nato negli Stati Uniti negli ultimi decenni del secolo scorso come alternativa per l’insegnamento a bambini con DSA, è un metodo multisensoriale che tiene in considerazione i canali senso-percettivi (visivo, uditivo e cinestesico) e l’intelligenza dei bambini, in ottica metacognitiva. Si tratta di un metodo strutturato, ripetitivo e sequenziale, che permette la compensazione dell’aspetto debole mediante i punti di forza delle altre modalità di ricezione dello stimolo, nell’ottica di ri-acquisire i processi minimi funzionali al raggiungimento dell’obiettivo e le funzioni esecutive di base che risultano compromesse. Uno studio di caso realizzato in California approfondisce e descrive alcuni aspetti del metodo. Fornendo il tempo e le condizioni necessarie all’acquisizione delle strategie di base per compensare le difficoltà, nell’ottica integrativa e di supporto tra canali sensoriali differenti, è possibile attualizzare un potenziamento delle funzioni di base compromesse e imparare a leggere e a scrivere.

DOI 
10.14605/DIS322203

Keywords
Multisensorialità, Letto-scrittura, Slingerland, Dislessia.

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