Dislessia: trattamento lessicale o sublessicale?

Alessandra Luci, Giacomo Stella, Pierluigi Zoccolotti

Vi è stata negli ultimi anni una fioritura di programmi/software/app riabilitativi (free e in commercio) per il trattamento della lettura, alcuni dei quali propongono la presentazione tachistoscopica di parole, altri di sillabe, alcuni inserite nel contesto di un brano, altri in presentazione isolata. Questi programmi mettono il clinico, che deve programmare un intervento riabilitativo sulla dislessia, di fronte alla complessa scelta su quale sia la tipologia di stimoli e di contesto più adeguati da utilizzare con un dato bambino. Partendo dai modelli neuropsicologici della lettura e del suo apprendimento e da una valutazione del profilo di lettura del paziente, vengono fornite alcune indicazioni per guidare il clinico in una scelta motivata del tipo di trattamento del disturbo di lettura. A tal fine vengono esemplificati 4 casi clinici per i quali si è scelto di utilizzare rispettivamente: (a) un trattamento lessicale in un contesto isolato; (b) un trattamento lessicale nel contesto di un brano; (c) un trattamento sublessicale nel contesto di un brano e (d) un trattamento sublessicale in un contesto isolato. La presentazione intende offrire spunti di riflessione e rappresentare un riferimento clinico per l’impostazione di programmi di riabilitazione della dislessia mirati in funzione delle caratteristiche di lettura di ogni singolo bambino.

DOI 
10.14605/DIS312205

Keywords
Dislessia, Trattamento, Riabilitazione, Lessicale, Sublessicale.

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