Lavoro sociale e pratiche di sconfinamento. Incontrare l’altro nelle relazioni di aiuto

Valentina Calcaterra, Matteo Secchi

A partire dalla considerazione che gli operatori di aiuto, per svolgere il proprio lavoro, necessariamente incontrano l’Altro, l’articolo propone una riflessione su come lo sconfinamento nella vita dell’Altro possa essere considerato fonte di un buon intervento di aiuto. I principi della relazionalità, del riconoscimento e della partecipazione sono alla base di buone pratiche di sconfinamento che promuovono l’incontro rispettoso con l’Altro e l’instaurarsi di relazioni di aiuto efficaci. L’incontro autentico tra operatori e persone in difficoltà produce uno sconfinamento reciproco e una contaminazione di competenze tra il sapere tecnico degli operatori e il sapere esperienziale delle persone. Promuovere prassi di lavoro all’insegna della partecipazione e della relazionalità non può rimanere responsabilità unicamente dei singoli operatori; deve interrogare anche le Organizzazioni di cui gli operatori fanno parte, chiamate a ridefinire i propri confini in conseguenza dell’apertura all’Altro, riconoscendo la contaminazione delle competenze come prassi per la costruzione di percorsi di aiuto capaci di rinnovarsi in sintonia le problematiche sociali.

DOI 
10.14605/LS08

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