La formazione cognitivo-comportamentale in Italia alla luce degli standard europei

Marco Bani, Ezio Sanavio, Maria Grazia Strepparava

Attualmente esistono 341 scuole di specializzazione private riconosciute dal MIUR che abilitano
alla psicoterapia; di queste 63 (18%) fanno riferimento all’approccio cognitivo e comportamentale.
All’interno di questa denominazione si possono rintracciare differenze molto rilevanti sia sul piano
teorico che su quello didattico: 43 sedi provengono dalla tradizione culturale e didattica delle
due principali società (Associazione Italiana di Analisi e Modificazione del Comportamento/AIAMC
e Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva/SITCC), mentre 20 si sono sviluppate
seguendo vie autonome.
Il lavoro, partendo dai dati forniti dalle scuole di Cognitive and Behavioral Therapy (CBT) sui propri siti
internet, ha valutato la loro adesione ai training standard della European Association for Behavioral
and Cognitive Therapies (EABCT). Il quadro che ne emerge appare caratterizzato da un’adesione solo
parziale agli standard; in particolare, le aree della pratica clinica supervisionata, dello sviluppo
personale e della valutazione finale risultano poco chiare e indicate solo da una parte delle scuole.
La formazione CBT appare caratterizzata da un piano didattico focalizzato soprattutto su lezioni
frontali e altre tradizionali modalità accademiche, mentre risulta carente sul piano della pratica clinica
direttamente praticata dall’allievo e direttamente (o indirettamente) osservata dal supervisore.
In conclusione, è opportuno uno sforzo coordinato per rendere le scuole CBT italiane pienamente
rispondenti ai criteri EABCT.

Keywords
CBT, EABCT, training standard, formazione, supervisione.

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