Claude e la pagina bianca

Carlo Ratti, Anna Meneghelli

La popolazione migrante e rifugiata, a causa delle difficoltà legate all’abbandono della propria nazione e della propria cultura e in seguito al percorso migratorio spesso molto drammatico, presenta un alto rischio di sviluppare disturbi mentali. L’esperienza della migrazione può essere complessa e stressante, legata a eventi prima della partenza, durante il viaggio e il transito e dopo l’arrivo. Il caso esposto è un esempio di applicazione dell’approccio cognitivo comportamentale a un giovane migrante del Camerun, con forti sintomi di disagio e gravi difficoltà di inserimento nel Centro di Accoglienza Straordinario (CAS). L’approccio al trattamento del paziente ha previsto l’utilizzo per l’accertamento del Protect, il Beck Depression Inventory e la List of Migration Experiences (LiMes), associati a colloqui clinici dai quali è emersa la presenza di un disturbo da Stress Post Traumatico in comorbilità con una sindrome Depressiva. L’intervento si è sviluppato in varie fasi che hanno previsto: Psicoeducazione, Rilassamento, Ristrutturazione cognitiva, Tecnica dell’esposizione narrativa. A fine terapia i colloqui e i test risomministrati hanno mostrato un netto miglioramento generale del suo stato di salute, non sono presenti flashback, la capacità di concentrazione è aumentata, il sonno si è regolarizzato, sono ripresi i rapporti sociali.

DOI 
10.14605/PCC2932304

Keywords
Immigrazione, Trattamento CBT per rifugiati, PTSD, Depressione, Terapia dell’esposizione narrativa.

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