DISORDINI DEL NEUROSVILUPPO – «RITARDO PSICOMOTORIO» E NUOVE CONFIGURAZIONI DIAGNOSTICHE

Roberto Militerni

La diagnosi di Ritardo psicomotorio è stata frequentemente utilizzata in passato per indicare quelle situazioni in cui le competenze neuropsicomotorie emergenti nella fascia di età compresa fra 0 e 5 anni presentavano caratteristiche atipiche in termini quantitativi e/o qualitativi. Il riferimento non sempre univoco alle competenze emergenti interessate dal «ritardo» ha impedito la possibilità di riconoscere a questa etichetta diagnostica una reale valenza nosografica. Recentemente, il DSM-5® ha formalizzato l’esistenza di un Ritardo Globale dello Sviluppo (RGS) che ha tutte le caratteristiche del «vecchio» Ritardo psicomotorio. La sua collocazione all’interno della Disabilità Intellettiva tende tuttavia a riportare le caratteristiche del RGS a un disturbo di sviluppo dell’intelligenza che solo per limitazioni tecniche non può essere documentato nella fascia di età compresa tra 0 e 5 anni. Attualmente si sta radicando sempre di più un approccio di tipo dimensionale ai disturbi del neurosviluppo. Si tratta di un approccio in rapporto al quale le «categorie nosografiche» sono degli artefatti che rispondono a esigenze esclusivamente nosografiche. Gli incidenti di percorso che possono verificarsi nel corso del processo comunemente chiamato «Neurosviluppo» non si traducono in categorie nosografiche, ma nella disorganizzazione di alcune funzioni di base, dalla cui diversa combinazione possono risultare fenotipi apparentemente differenti. In termini riabilitativi, il focus dell’intervento finisce per essere rappresentato da un lavoro su tali funzioni di base e sui comportamenti con cui esse si manifestano.

Keywords
I disturbi del neurosviluppo, Ritardo globale dello sviluppo, DSM-5®, Diagnosi precoce.

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