L’acquisizione del linguaggio in bambini bilingui in età prescolare

Gianmatteo Farabolini

La comunità scientifica studia la valutazione del linguaggio in bambini bilingui per riuscire a distinguere le difficoltà linguistiche dovute a una scarsa esposizione linguistica nella lingua in cui il bambino è valutato rispetto alle difficoltà legate al processamento e al funzionamento cognitivo-linguistico del bambino. Inoltre, in molti Paesi come l’Italia, i bambini bilingui sono esposti all’italiano e a differenti lingue native e spesso risulta difficile valutare la lingua nativa dei bambini, in quanto il professionista che effettua la valutazione non la conosce e non possiede gli strumenti per valutarla. Pertanto, insieme a un’approfondita anamnesi familiare, a un’analisi dell’esposizione linguistica che il bambino riceve dall’ambiente e a una valutazione del repertorio lessicale, evidenze scientifiche hanno sottolineato l’efficacia di due prove neuropsicologiche nell’identificazione di difficoltà linguistiche nell’acquisizione dello sviluppo del linguaggio bilingue: la ripetizione di non parole e le abilità narrative. La ripetizione di non parole è una prova che viene spesso utilizzata per esplorare il funzionamento della memoria a breve termine fonologica e sembra essere sensibile a identificare difficoltà linguistiche in bambini bilingui. Analogamente, alcuni studiosi hanno trovato che la valutazione delle abilità narrative di comprensione e produzione degli elementi principali di una narrazione riescono a individuare difficoltà linguistiche in bambini bilingui. In conclusione, oltre a una valutazione linguistica, cognitiva e della storia personale del bambino, le prove di ripetizione di non parole e delle abilità narrative potrebbero contribuire a migliorare l’accuratezza della valutazione del linguaggio nei bambini bilingui.

DOI
10.14605/LOG1531903

Keywords
Ripetizione di non parole, Abilità narrative, Bilinguismo, Valutazione clinica, Logopedia, Età evolutiva.

Indietro