Lo scimpanzé e i canditi: perché le parole non servono a fare una cosa sola

Marco Mazzeo

L'articolo cerca di contrastare un luogo comune: l'idea che le parole servano a comunicare pensieri già pronti nella testa del parlante. A tal fine, esamina alcu ni studi compiuti sugli scimpanzé per mostrare come, in assenza di parola, sia difficile e spesso impossibile inibire i propri comportamenti di risposta a stimoli attraenti (nel caso specifico, dei canditi). Questo caso limite ci aiuta a vedere con maggiore chiarezza una varietà di contesti umani nei quali il linguaggio serve a non agire, a sospendere il nostro intervento nel mondo. Nei casi dell'attività onirica e della narrazione queste modalità d'esperienza non servono semplicemente a rappresentare quel che gli animali umani sentono o pensano, ma innanzitutto a evitargli di agire offrendogli alternative di comportamento.

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